Capitolo 2.

128K 3.4K 1.4K
                                    

"L'esperienza è una grande scuola di vita, ma lo stupido imparerà in un'altra.

Benjamin Franklin"

La London High School è la scuola più originale che ci sia mai stata. Popolata interamente da stronze, puttane pettegole, spacciatori, sfigate di prima categorie, nerd spaziali e tossicodipendenti in ogni dove. Praticamente, un vero e proprio orrore.

Essere ricordata in questo schifo di posto per quello che mi è successo, non è per nulla fantastico. Non ho bisogno della loro pietà, non ho bisogno di essere ricordata come la ragazza che se ne sta sempre sola e sempre in disparte. Non ne ho veramente bisogno.

Non ho avuto il coraggio di chiedere a Mitch come diavolo è riuscito a cambiar scuola proprio alla fine dell'anno, ma le sue insolite conoscenze non hanno bisogno di spiegazioni.

«Cher, aspetta un attimo!» L'esclamazione è un grido di Tessa alle mie spalle, ancora prima che io riesca ad aprire il mio armadietto. Girandomi cerco di regalarle uno dei miei migliori sorrisi, ma la cosa mi risulta al quanto complicata quando ricomincio a pensare alla fonte di quei mormorii alle mie spalle.

Tessa è una ragazza del terzo anno, ha un'aria innocente ma in realtà ha perso la verginità quattrocentoventisette volte a detta dei ragazzi della squadra di football, hockey, nuoto e pallavolo della scuola. Non è una troia, è una passera solitaria. Detto questo, siamo buone amiche, più o meno. 

«Tessa, sei tutta sudata, stai bene?» Le chiedo aprendo il mio armadietto e compiendo lo scambio di libri per la prossima ora. La ragazza affannatamente mi rivolge un enorme sorriso cacciando dalla tasca della maglia un volantino.

«Oddio! Manca poco alla festa di fine anno! Devi venirci, non sai cosa ti perdi. E sì, lo so che odi ogni tipo di festa, ma non mi frega un'accidenti, tu ci sarai, è chiaro?» Dice sfoggiandomi davanti al volto il foglietto stropicciato. Non odio ogni tipo di festa, non sono una festaiola, ma non le odio. Ho semplicemente smesso di andarci dopo la sera dell'incidente.

«Sì, ci sarò.» Scrollo le spalle chiudendo l'armadietto, con lo sguardo incrocio la risata di un ragazza che guardandomi sussurra qualcosa di poco simpatico alla sua amichetta. 

«No! Non puoi dirmi che non ci sarai, non mi importa ti farò venire con la forza se necessario.» Insiste. Credo che non mi abbia nemmeno ascoltata troppo convinta del fatto che avrei rifiutato a prescindere.

«Tessa! Ho detto che ci sarò, riprenditi!» La scuoto per le spalle, e finalmente si zittisce. Potrei commentarlo come un miracolo. Tessa non sta mai zitta, praticamente mai.

«Oddio, dici sul serio? Ma è fantastico, ti farò sapere la data il prima possibile. Probabilmente prima degli esami, per vari motivi che sicuramente non ti interesseranno. In ogni caso è bellissimo, finalmente ti decidi a venire alla festa di fine anno, e finalmente posso aiutarti a scegliere il vestito. Non è tutto fantastico? Ora devo proprio andare, ci vediamo più tardi!» Si avvicina per schioccarmi un bacio sulla guancia e poi si allontana, mostrando le sue sottilissime gambe fuori dalla gonna corta. Tutti i ragazzi in corridoio si voltano meravigliati. Come se non avessero mai visto un paio di cosce in vita loro, idioti.

Sedendomi al mio solito posto nella fila centrale, non faccio nemmeno caso al via vai di alunni che entrano ed escono. Quasi come sempre resto sola in quella sezione di banchi, ma me ne frego e caccio fuori il libro per la materia. Mentre sono concentrata a ripetere gli appunti, non riesco a non notare i mormorii che si diffondono in classe, tutti sono rivolti verso la mia direzione. Una bruna, di cui neanche ricordo il nome, manda un saluto con la mano alle mie spalle.

Non so chi cavolo ci sia dietro di me, ma ha preso in meno di cinque minuti tutta l'attenzione della classe. Non posso voltarmi, è proprio dietro di me, capirebbe che muoio dalla curiosità di scoprire qual è la sua faccia.

OVER h.s (IN LIBRERIA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora