Capitolo 7

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Harry's POV.

Sono circa le undici in punto, ed io mi ritrovfo a fingere una risata nel sudicio garage di Shay, evitando di dirgli che la sua fottuta battuta fa letteralmente cagare. Non è un gruppo d'amici perfetto, non sono nemmeno miei amici questi malati tossici seduti in ogni dove. Ormai tutti in fissa con una ragazza, io sono buttato in un angolo del divano aspettando la maledetta bionda che mi è stata promessa.
In pratica sono l'unico senza una puttana, per il semplice motivo che mi hanno invitato all'ultimo secondo, altrimenti avrei portato la prima che mi si fosse caduta davanti. Letteralmente caduta davanti, non mi sarebbe fregata un cazzo di chi fosse. Non devo scoparmi nessuno, non ne ho bisogno; continuo a ripetermi. Un servizio veloce non è necessariamente simile ad una scopata, si tratta di sesso orale, masturbazione, ma non l'atto completo. Perché ora mi faccio lezioni di sessuologia? Cazzo.
Credo di ricordare i nomi di questi cazzoni, quello seduto sul pavimento di fianco alla batteria dovrebbe essere Barney, ho sentito qualche stronzata riferito ai suoi fratelli ma a me sembra un tipo vagamente tranquillo.
Ricordo il nome della mora con cui sta limonando Shay, Katy, giusto perché lo ha ripetuto un milione di volte da quando è entrata. Armand Greends si è accomodato sul divano accanto a me con sulle gamba una biondina decentemente in forma. Spero che l'amica che l'amica ne valga la pena quanto lei.
Ingoio lentamente il liquore che ho nel bicchiere rosso, fissando ardentemente il fumo intorno a noi. «E' una serata del cazzo.» L'attenzione si posa su di me. Non mi ero nemmeno accorto di star pensando ad alta voce.
«Io non direi.» Interviene Greends innalzando gli occhi al cielo. «Sta procedendo bene, il tuo problema è che non hai una puttana col quale distrarti.»
«Scusami?» Squittisce la bionda sulle sue gambe. Ora sì che è nella merda.
«Non tu, cioè non intendevo dire quello.» Borbotta cercando di infilarle di nuovo la lingua in bocca, ma lei si rifiuta.
«Invece intendeva proprio quello, ti ha chiamato puttana. Insomma, che stronzetto.» Ghigno.
«'Sta zitto Styles!» Ricevo un'occhiata torva dal ragazzo, che una volta aver incrociato il mio sguardo come si deve inizia ad accendere negli occhi un pizzico di insicurezza.
«Altrimenti?» Ringhio fissandolo.
«Altrimenti ti faccio il culo.» Lo dice con voce insicura.
Non so se ridergli in faccia o rompergliela direttamente, ma quando poso il bicchiere sul tavolino per alzarmi di Barney mi richiama.
«Harry, non sporcarti le mani.» Mi guarda fisso, e nonostante vorrei immediatamente staccare le palle ad Armand solo per il fatto che ha osato mettersi contro di me, cerco di calmarmi e prendo dal tavolo una banconota da cinquanta. Inginocchiandomi di fronte ad esso rotolando la banconota fino a formarci un piccolo tubicino, lo avvicino al naso e aspiro la polvere bianca sul foglio di alluminio posto al centro del tavolo.
Sento subito l'adrenalina sulle spalle e dietro la schiena, sospiro pesantemente e mi ributto sul divano sotto gli occhi attenti di tutti, dopo che li mando a fare in culo uno per uno scuotono la testa e continuano a parlare dei fatti loro. Passano circa dieci minuti di liquore e sniffate quando sentiamo bussare alla porta del garage; il rosso va ad aprire e dopo un attimo fa il suo ingresso una bionda su due trampoli. Il ragazzo dai capelli rossicci la fissa sbalordito e le fa spazio per entrare. Il modo in cui si muove su quei palazzi è impressionante.

Inarco un sopracciglio per la quantità disumana di trucco sul suo viso e per la lunghezza inesistente dei suoi shorts. Cazzo, in pratica sono delle mutande lunghe. 
«Harry, lei è Noemi.» La bionda sulle gambe di Armand fa un cenno verso la nuova arrivata; avente un viso molto maturo la manda in rovina l'aspetto di una troia. Dovrei sottolineare che non me ne fotte mica tanto, al dire il vero.
Forse è l'alcool, o forse la droga che ho appena ingerito, o forse ancora il fatto che questa bionda rifatta non sappia baciare per niente. Ma qualsiasi sia la motivazione, non riesco a provare nessun'eccitazione, non finché nei miei pensieri c'è un fottuto pigiama con dei fottuti coniglietti.
«Puoi almeno fingere che ti piaccia.» Piagnucola la ragazza sulle mie gambe staccando il nostro "bacio".
Più che bacio lo chiamerei "portare la lingua a spasso", non riesco a provare niente e la cosa mi irrita ma mi diverte. Mi diverte il fatto che ogni cosa lei dica o faccia, Cher lo direbbe meglio, se lei fosse qui le avrebbe cacciato dei fazzoletti dalle tette oppure le avrebbe staccato le extensions solo per il gusto di farlo. Il solo pensiero mi fa sorridere come un'idiota. Che poi, perché penso a quella ragazzina irritante proprio adesso?
«Cosa?» Quasi scoppio dal ridere per l'ironia della situazione, non riesco proprio ad eccitarmi. Che cazzo mi succede?
«Di pensare ad altro mentre sei con me!» Sbotta spazientita. Datti una fottuta calmata. La fisso contrariato, non mi piace che mi si parli in questo modo.
«Non urlarmi contro.» Ghigno e la spingo giù dalle mie gambe, ha una voce odiosa e la sua bocca sa di plastica bruciata. 
«Mi molli così?» Socchiude le labbra disgustose e mi guarda mentre mi dirigo verso l'uscita.
Strizzo gli occhi e inizio a pensare che baciare Cher è stata una vera idiozia, ha delle labbra così buone e un carattere talmente irritante che messo insieme alla sua risata e la morbidezza del suo viso mi fanno diventare pazzo.
«Harry, è tutto ok?» Barney stacca la sigaretta dalla sua bocca e mi lancia un'occhiata curiosa.
«Sì, devo andare da una persona.» Prendo una sigaretta che mi viene offerta dalla ragazza di Shay e la ringrazio con un cenno del capo prima di portarla alla bocca e accenderla vicino alla sua. La ragazza arrossisce di colpo per quella vicinanza, ma il colore del suo viso non è come quello che Chee.
«Da chi?» Mi domanda Armand deglutendo la sua birra.
Faccio un ghigno infastidito, fuori o dentro il ring mi sta comunque sulle palle. «Fatti i dannati affari tuoi.»
«Ti comporti come un fottuto idiota. Cos'è Styles, hai il ciclo?» Mi schernisce iniziando a ridere come un idiota, Shay e le loro due ragazze lo seguono a ruota, solo Barney e la sua tipa non osano aprir bocca.
«Ripetilo.» Sputo tra i denti. Giuro che lo faccio fuori, quel dannato idiota crede di potermi mettere i piedi in testa, non deve neanche minimamente sfidarmi o gli stacco la testa dal collo.
«Sei una femminuccia. Vent'anni e sei ancora al liceo, cos'è, nelle tue scuole precedenti non accettavano i gay? Per questo sei stato espulso? Tuo padre ti ha fatto mandare via dopo che quasi tutti te lo hanno messo nel culo?» Fa un sorriso convinto e si leva dalle gambe la biondina.
Faccio un sorriso accattivante mentre la vena sul mio collo pulsa ripetutamente.
Nessun coglione può parlare del mio passato e del perché sono stato cacciato da quelle fottute scuole e passarla liscia, nessuno può scherzare su di me senza che io gli dia il permesso di farlo.
E quella faccia di cazzo di Armand, può meno di tutti.
L'urlo sibilante della ragazza tra le braccia di Shay è l'unica cosa che rimbomba nella stanza una volta che sono su Armand, la velocità delle mie mosse è incredibile anche per me. Gli riempio la faccia di pugni mentre gli stringo una spalla contro il divano, vedo il sangue scorrergli leggermente dal naso e gli occhi chiedere pietà.
«Smettila di fare il coglione Styles!» Urla Shay prendendomi per le spalle per allontanarmi dall'uccidere il suo amico.
Nessuno, nessuno può dirmi quello che devo fare, nessuno può parlare del mio passato se non io.
«Gesù!» Urla una delle ragazze, forse Naomi, oppure Katy, non ne ho idea.
«Lo ammazzerai.» Dice tranquillo Barney quando spingo Armand sul pavimento, ma ancora prima che lui possa alzarsi per scappare gli lancio contro la bottiglia col liquore. «Cazzo amico, sai quanto vale quel liquore?» Sbuffa Barney alzando gli occhi al cielo, è ancora seduto sul pavimento con le spalle al muro e la cosa sembra non toccarlo minimamente. 
«Smettila non ti ho fatto un cazzo.» Piagnucola, letteralmente, Armand mentre cerca di allontanarsi da me e scacciare via i pezzi vetro dalla sua faccia. Quando capirà che non deve provocarmi? E' la seconda fottutissima volta che lo prendo a pugni.
«Non immischiarti mai più sul mio passato, okay?» Mi precipito su di lui a cavalcioni e lo tengo per il colletto della felpa. «Non parlare mai più dei motivi per cui mi hanno espulso, non parlare della mia famiglia, non parlare di mio padre o di mia madre. Non accennare ad un cazzo di tutto ciò, mi da fottutamente fastidio. Fallo, e io ti faccio il culo. Ti è chiaro?» Lo minaccio fissando attentamente nei suoi occhi scuri, il ragazzo deglutisce e annuisce immediatamente. Lo lascio facendogli sbattere la testa al pavimento.
Riprendo la sigaretta che la ragazza di Shay mi ha tenuto, ora più che imbarazzata è attratta da me, lo posso capire da come mi porge la sigaretta e rivolge un sorriso d'ammirazione. Prendo il mio cellulare e lo spingo all'interno della tasca dei jeans, per poi uscire da quella merda di posto con essa tra le labbra. Tornare a casa è l'ultimo dei miei pensieri, il primo in questo momento è capire il motivo per il quale ho indossato un fottuto giubbotto di pelle.

OVER h.s (IN LIBRERIA)Where stories live. Discover now