Capitolo 22

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Cammino per le strade di Miami tenendo per mano il mio piccolo Johnny che ha quasi cinque anni. Già, sono passati ben cinque anni da quando ho scoperto di essere incinta e ho rinunciato alla New York University. Sembravo così spaventata della nuova vita che avrei avuto da quel giorno, ma alla fine la mia famiglia e gli amici mi hanno aiutato molto, soprattutto Alba, anche se non la vedo spesso. Lei lavora ad Orlando, cioè a meno di 300 km da Miami; è venuta a trovarmi un paio di volte da quando è nato il bambino, ma ci sentiamo quasi tutti i giorni via chat o in videochiamata. E io, per il momento, lavoro come segretaria nella banca di mio padre. Ho deciso di andare via da casa dei miei e di prendere un piccolo appartamento per me e per Johnny, perché riesco a mantenermi da sola con la paga che mi danno. Proprio mio figlio mi chiede qualche volta di suo padre... chi è, dov'è, com'è... gli ho semplicemente detto che Diego è una persona meravigliosa, ma che per ora non è presente. Lui non sa, però, che Diego è all'oscuro di avere un figlio... non gliel'ho detto perché non volevo sconvolgerlo, non volevo che crescesse con un'idea quasi sbagliata di suo padre. 

–Ciao! Ci dai un caffè e un succo d'arancia?- entro in un bar che frequento poco, ma si trova molto vicino al parco, un posto in cui Johnny ama stare. 

–Sì- risponde il barman. 

All'improvviso noto sul bancone dei volantini; ne prendo uno e c'è solo scritto musica dal vivo ore 20:00

–Scusa- chiedo di nuovo. –E' stasera?- gli faccio notare che ho preso il volantino. 

–Sì, stasera alle 20:00. Suona un artista emergente diplomato alla Berklee di Boston.- 

-Oh... e non c'è scritto chi è?- 

-Sì, dietro- 

Che sbadata! Era ovvio ci fosse scritto il nome del cantante! Un attimo: ma è Diego. C'è scritto proprio Diego Dominguez e c'è una sua foto. Oddio, è cambiato tanto... ora ha i capelli più lunghi e la barba più folta, ma il suo sguardo misterioso resta sempre lo stesso. Devo trovare il modo di lasciare Johnny ai miei e tornare qui stasera per il concerto; questa sarebbe un'ottima occasione per rivederlo e cercare di parlargli, anche riguardo a Johnny. Bevo il mio caffè e anche mio figlio riesce a mandare giù il succo in pochissimo tempo, e ci dirigiamo verso casa, dove ad aspettarci c'è un comodo divano per riposarsi. 

–Hey, mamma, stasera guardiamo un film?- 

-No, amore, stasera proprio non posso. Lo potrai guardare con i nonni- 

-E tu?-

-E io... ho una commissione da risolvere.-

-Hai un fidanzato?- 

-No- rido. –Non ho nessun fidanzato- 

-Fai bene, altrimenti papà è geloso poi!- 

Non so perché, ma crede che io e suo padre stiamo ancora insieme e che siamo soltanto distanti per lavoro. 

–Papà non è geloso, tranquillo.-

-Quando potrò conoscerlo?- 

Ancora una volta non so cosa rispondergli, e così lo abbraccio solamente, lasciandogli dei piccoli baci sulla tempia. –Amore, presto, te lo prometto.- 

-Mi dici così da un sacco di tempo però...- 

-Lo so, ma non è facile...- 

-E' papà che non vuole conoscermi, vero?- 

-No, non dire così...- 

-Sì, è colpa sua!- comincia a piangere e corre nella sua cameretta.

Ogni volta che succede questo mi sento tremendamente in colpa per non aver mai detto nulla a Diego di nostro figlio e non averglielo mai fatto conoscere, ma sarebbe stato praticamente impossibile, visto che lui era a Boston e noi a Miami. Mando un messaggio a mia madre per sapere se potrà venire qui a casa per questa sera, poiché non me la sento di portare Johnny da loro per come sta ora; ottengo subito risposta positiva, ma adesso mi tocca parlare con mio figlio.

–Hey... tra poco viene la nonna qui. Sei contento? Così potrai guardare il film con lei-

-Volevo guardarlo con te il film- mi risponde arrabbiato e senza guardarmi negli occhi.

–Ti prometto che guarderemo tutti i film che vorrai, ma non stasera.- 

-Cosa devi fare stasera?- 

-Devo risolvere una questione importante...-

-E mi prometti che mi farai conoscere papà?- 

-Te lo prometto. E se non succederà, però, devi ricordarti comunque di avere una mamma che ti vuole un bene che neanche immagini.- 

-Non hai neanche una foto di papà?- 

Mi ricordo in quel momento di avere ancora caricata sul computer una foto con Diego, un selfie. Accendo il pc e gli mostro quella foto, sperando che si rassegni a domandarmi continuamente di lui e ad avere pazienza. 

–Ecco qui. Questo è il tuo papà.- 

-Mh, ok- risponde, ma senza far trasparire emozioni. 

Sento il campanello suonare e suppongo sia mia madre. Non faccio, però, in tempo a dedicarle qualche minuto che devo subito correre a prepararmi se voglio arrivare al locale puntuale.

Rewrite your destiny. - DielariUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum