十七 (rubini nella bocca)

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Jungkook detestava principalmente due cose: la calma e la noia. La prima spingeva i tuoi pensieri a fluttuare nella direzione sbagliata, intraprendendo biforcazioni misteriose la cui uscita appariva costantemente irraggiungibile, creando un circolo vizioso che vorticava, vorticava e vorticava cercando una fine; la seconda, invece, ammorbava e intorpidiva le sue capacità sensoriali, riducendole ad uno scontato zero.

Taehyung rappresentava esattamente il contrario della calma e della noia.

«Ora intraprenderemo l'operazione più pericolosa della nostra vita: entrare senza farci scoprire. Sta' zitto, okay? Fai un rumore e ti taglio le corde vocali».

Furono queste le dolci parole che gli sussurrò all'orecchio, prima d'addentrarsi nella sua stanza. Non dovevano farsi scoprire dai suoi genitori; a quanto pareva, Taehyung non aveva voglia di fronteggiare le proteste di suo padre o i contenitori ripieni di cibo di sua madre; per non parlare delle uscite saccenti di sua sorella.

Quando entrarono dalla scala, atterrando sul letto, notarono la porta chiusa e si abbandonarono ad un sospiro di sollievo. Si guardarono per un breve istante.

«Ce l'abbiamo fatta!» mormorò fieramente Taehyung, agitando le braccia. Un sorriso da bambino si dipinse sul suo viso.

«Abbassa la voce, stupido. Cosa dovevi prendere?».

Taehyung si guardò attorno, intercettando la polaroid che gli aveva regalato suo fratello. Gongolando, la sollevò dalla scrivania e l'ammirò per interminabili istanti, prima di voltarsi verso Jungkook e allungarla nella sua direzione.

«Oggi ho intenzione di usarla, finalmente».

Jungkook la studiò. «Posso iniziare io?», la sua, naturalmente, si travestiva da domanda ma si traduceva in un'affermazione. Allungò le dita e gliela strappò delicatamente dalle mani.

«Non stare lì impalato e vieni», lo afferrò per un polso e lo trascinò sul letto. Taehyung si lasciò guidare senza opporre resistenza, infilandosi tra le gambe di Jungkook e appoggiandosi contro di lui.

«Secondo te verremo bene?» borbottò, mentre il sedicenne si impegnava a stendere le braccia il più possibile.

«Lo vedremo».

Jungkook appoggiò le labbra sulla guancia di Taehyung e l'espressione sorpresa che fece fu immortalata da un sonoro, quanto luminescente, click, accompagnato dal flash.

Le braccia del ragazzo continuavano a circondarlo, il suo petto si scontrava con la propria schiena e riusciva a percepire il battito del cuore di Jungkook danzare in un ritmo accelerato. Il calore lo avvolse in una nube di dolcezza.

Afferrò la foto dalla polaroid e cominciò a sventolarla freneticamente. «La guardo io e, se mi piace, potremo tenerla».

«Se non ti piace la terrò io» le labbra di Jungkook si poggiarono delicatamente sul suo collo. «Tanto sono sicuro tu sia venuto bene. Mai pensato alla carriera di modello?».

TSUNAMI DI STELLE // vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora