十三 (suono stridente)

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Hoseok serrò la mascella e strinse le dita sui propri fianchi

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Hoseok serrò la mascella e strinse le dita sui propri fianchi.

«Non vuoi ammettere che ti piaccia, eh?» Yoongi, al suo fianco, ammirava la sua opera con una punta di orgoglio nella voce.

«AH, cazzo, mi hai scoperto!» urlò, afferrandosi la testa fra le mani e condannando la sua estrema espressività. Non voleva dargli la soddisfazione che stava tanto cercando, soprattutto per un quadro dal tema così triste e sfigato che gli aveva ispirato lui!

«Grazie per tutte le cose belle che stai pensando, le apprezzo».

Yoongi gli sorrise, ma entrambi sobbalzarono non appena sentirono la porta sbattere. Si lanciarono uno sguardo confuso e velocemente scesero in salotto.

«Kook? Che c'è?» riconobbe quasi immediatamente lo sguardo torvo del fratello. Era successo qualcosa e di qualunque natura si trattasse, lo aveva sconvolto. Jungkook non guardò né lui né Hoseok, ma salì le scale e si chiuse in camera.

Anche Jin li raggiunse, con i capelli in aria e gli occhi arrossati dal sonno. «Cos'è stato?!».

*

Taehyung entrò in casa provando a non farsi sentire da nessuno, non voleva attirare attenzioni indesiderate: né dai suoi genitori, perché avrebbero posto troppe domande, né da suo fratello, perché si sarebbe preoccupato troppo.

Chiuse la porta delicatamente, tirò su col naso e, in punta di piedi, si diresse verso le scale. Aveva dimenticato la maglietta alle grotte e la brezza serale cominciava a pungergli la pelle.

In quel momento voleva solo piangere e morire. Quella era la cosa più brutta che avesse mai sperimentato, anche più atroce di Namjoon che lo lasciava in quel paesino nel nulla per andare in America. Faceva tutto schifo. Da quando quel ragazzino aveva fatto irruzione nella sua vita, col suo sorriso angelico e lo sguardo diabolico, tutte le sue convinzioni si era sgretolate; aveva messo in discussione i suoi principi e i suoi sentimenti per lui. Tutto per ritrovarsi con il niente in mano. Tutto per doversi consumare di lacrime.

Si bloccò sullo stipite della porta quando vide Namjoon seduto sul suo letto. I loro sguardi si incrociarono.

«Ti stavo cerc—Che cazzo è successo», immediatamente si alzò, raggiungendo il fratello e studiando la sua espressione piena di malinconia. Taehyung scosse la testa, non aveva voglia di rispondere, di parlare di quella situazione in cui aveva fatto solo la figura dello stupido innamorato. L'unico che ci era cascato.

Un singhiozzò straripò dalla sua bocca, seguito da un altro e un altro ancora, fino a quando non esplose in un vero e proprio pianto disperato. Namjoon serrò la mascella e lo strinse tra le braccia, Taehyung si aggrappò alla sua schiena e soffocò ogni lamento contro la sua maglietta.

*

«Posso entrare?».

Jin picchiettò le nocche contro la porta di Jungkook. Non ricevette risposta. «Kook, non hai mangiato niente a cena, non sei nemmeno sceso».

TSUNAMI DI STELLE // vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora