十六 (precedo l'alba)

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Il cucchiaino affondava con prepotenza nella polvere marrone, raccogliendo più quantità di cacao possibile. Non una sola emozione attraversò lo sguardo assorto di Jungkook quando, con un cigolio e dei passi esitanti, Taehyung entrò nella sua stanza, il cuscino - e un pacco di biscotti - stretto tra le mani e la stizza che luccicava nelle iridi brune.

«O mi costringi o mi minacci, dovresti rivedere il concetto di gentilezza. In futuro, sai» Taehyung si sedette sul letto, il vassoio a separare i loro corpi, «Potrebbe servirti».

Il cucchiaino affondò nel bicchiere, il latte si fuse col cacao. Sul suo viso, solo calma piatta. «Da piccolo Yoongi me lo preparava sempre. Mi calmava e mi calma tuttora».

Le dita di Taehyung si chiusero attorno alla porcellana della tazza, tiepida e non più bollente. Se la portò alle labbra, lo sguardo che non osava distogliersi dalla bella espressione assorta di Jungkook. «Latte freddo? Strano. Solitamente è il contrario».

«Io trovo sia strano latte e cannella» Jungkook gli lanciò solo un'occhiata e dovette reprimere un sorriso, alla vista di un Taehyung a gambe incrociate; un cuscino e un pacco di biscotti fra le cosce. Carino. «Ma solo perché la cannella fa schifo. Dio, è la spezia del demonio».

Il più grande gli scoccò un'occhiata divertita, nonostante nel suo petto albergasse la fitta nebbia della confusione. Emozioni diverse - irritazione, tranquillità, divertimento - si fondevano in una miscela unica e contraddittoria. Jungkook lo disorientava, gli afferrava la mano e lo guidava nei meandri fantastici dagli orizzonti ignoti. E masochista com'era, a lui piaceva. Era proprio questo a farlo impazzire, ad attirarlo verso di lui come un magnete: inaspettato, coinvolgente, bizzarro. Jungkook si traduceva in tutto questo.

«Se mio padre sentisse Dio e demonio nella stessa frase darebbe di matto», Taehyung abbandonò il cuscino da qualche parte sul letto, aprendo delicatamente la scatola di biscotti. «Invocherebbe tutti i Santi del paradiso».

Gli angoli della bocca di Jungkook si inarcarono dolcemente. «Penso lo avrebbe fatto anche se ci fosse stato lui, in quel confessionale».

Notò un leggero tremore attraversare le braccia magre di Taehyung e quell'accenno di sorriso scomparve immediatamente. Smettila di farlo soffrire. Smettila di dire cose sbagliate.

«Qualche volta mi chiedo come sarebbe stato se non ci fossi stato io, lì dentro» un sospirò sfuggì dalla bocca carnosa di Taehyung. Avvicinò la tazza al viso e inspirò il profumo dolce e pungente della cannella. «Magari adesso non staremmo qui a sancire una mezza tregua. Chissà, forse adesso-».

«Questa non è una tregua, Taehyung» gli occhi di Jungkook scavarono nei suoi. I polpastrelli quasi si impressero nel vetro del bicchiere che teneva tra le dita. «Noi non stiamo affrontando una battaglia».

TSUNAMI DI STELLE // vkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora