Harlem pt. 2

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"Buongiorno! Sono venuta a ringraziarla per l'aiuto di ieri, non so cosa sarebbe successo se non mi avesse aiutata".

"La nostra chiesa è aperta a tutti i bisognosi, giorno e notte. È stato un piacere poterti aiutare. Nostro Signore ti ha portato nella nostra chiesa per un motivo, il mio dovere è quello di rispettare le Sue volontà".

"Grazie davvero. È stata una funzione meravigliosa quella che ha appena terminato, non ero mai stata in una chiesa metodista. Non se ne trovano di frequente in Italia, avendo il Papa la nostra religione è cattolica.."

"Quando vorrai tornare, sarai la benvenuta. Devo lasciarti ora, nel pomeriggio ci saranno le prove del coro e ci farà visita un ospite speciale, Miss Porter, che celebrerà da noi il suo matrimonio la prossima settimana. Passa una buona giornata cara ragazza".

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Matrimonio.
Che concetto lontano dalla mia realtà. Non ho mai avuto un ragazzo, il "primo" che ho è finto, un rapporto finto agli occhi del mondo con un finto interesse nei miei confronti.
Sono in America da una settimana e non riconosco più la mia vita.

Non credevo che Harry stesse fingendo con me, ok, l'inizio è stato quello che è stato, ma in quel paio di giorni pensavo nutrisse del sincero sentimento verso di me.
È stato una farsa in tutto e per tutto.

Esco dalla chiesa un po' rammaricata e decido di andare a fare un giro per conto mio. Il telefono continua a vibrare in borsa ma non ho assolutamente voglia di rispondere e parlare con nessuno.

Harlem è un quartiere famoso a New York, soprattutto per quanto riguarda la musica.
Numerosi sono i locali che propongono esibizioni live e alcuni organizzano anche concorsi per dilettanti.

Mi decido a prendere il telefono e dare mie notizie almeno a Maggie, voglio crederle, in più è la mia compagna di stanza, non potrei continuare a evitarla neanche volendo.
Mi ha già mandato quattro messaggi prima scusandosi per Harry, poi chiedendomi dove fossi.

La chiamo.

"Ciao Maggie, mi raggiungi ad Harlem?"
Attacca a parlare a raffica e sono costretta a fermarla, dopo essere scoppiata a ridere.
"Ti aspetto all'ingresso dell'Apollo Theatre".
"Arrivo, dieci minuti".

Ho pensato a lei tutto il tempo stando qui. È vero che il Jazz nacque a New Orleans ma è ad Harlem che si è sviluppato, a Swing Street.
È un posto ricco di storia, soprattutto nel primo novecento, poi a causa della caduta del proibizionismo e le rivolte razziali, molti locali hanno cominciato a chiudere e la Swing Street è caduta in decadenza.

Sto aspettando Maggie, sono seduta su una panchina e la vista sul teatro mi fa pensare ai grandi artisti del passato. Sono convinta che Billie Holiday o James Brown non abbiano mai rubato canzoni alle loro finte fidanzate.

L'Apollo è una vera istituzione qui a New York, senza andare troppo indietro negli anni, hanno suonato anche Mariah Carey e Jay-z.
Il Jazz è il mondo di Maggie, mi piacerebbe un giorno venire ad assistere ad una sua performance qui.

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Arriva con una decina di minuti di ritardo, ma il tempo vola quando si è immersi nei propri pensieri, e ultimamente io ne ho molti.
Mi si butta praticamente addosso per abbracciarmi e cadiamo dalla panchina.

"Maggie ho già un polso rotto, non voglio altre fratture per favore!" le dico abbracciandola anche io.

"Cosa fai ad Harlem, Carly?"

"Sono solo venuta a ringraziare il pastore che mi ha aiutata ieri sera. Andata via dal ristorante ho corso in questa direzione e il pastore Moore mi ha trovata accasciata sul sagrato della sua chiesa" le spiego.

Mi abbraccia ancora.

"Sono così dispiaciuta per ieri sera, non sai quanto. Non trovandoti fuori, sono rientrata e c'è stata una litigata assurda. Il comportamento di Harry non è giustificabile ma i ragazzi l'hanno difeso lo stesso e non riesco a capirne il motivo. Me ne sono andata poco dopo di te e non ho più voluto sentire le loro ragioni. Louis mi sta tartassando di telefonate ma non mi interessa più. Hanno raggiunto un livello di idiozia spaventoso".

"Cerchiamo di non pensarci e godiamoci la giornata Maggie, pomeriggio tra ragazze!" le dico cercando di smorzare la tensione.

"Ah, a proposito di ragazze. Meghan era imbarazzatissima ieri. Siamo andate via insieme e ha pianto per te tutto il viaggio, era in pensiero. Io l'ho pregata di non pubblicare la notizia sul suo giornale per evitare altri drammi. Ho fatto bene? Non ci ho pensato, vuoi andare per avvocati? Reclamare i diritti sulla canzone? Oddio sono una stupida. Dovresti farlo. E uno scoop sul giornale è quello che ci serve per annientarlo!"

"Fermati Maggie. Fermati. Sei già sul piede di guerra. Rilassati. Non ci ho ancora pensato sinceramente al da farsi. Non so neanche come potrei, eventualmente, dimostrare di aver scritto io la canzone. È un gran casino. Dici che dovrei chiamare Meghan? Ma non ho il numero".

"Chiamala dal mio, me lo sono fatta lasciare ieri sera. Voleva che le facessi sapere qualcosa su di te".

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Siamo entrate in un piccolo locale dopo aver fatto una passeggiata lungo Lennox Avenue. Meghan ci raggiungerà per cena, sperando di farla oggi.
Come molti locali, ha un piccolo palco con qualche strumento; immagino che stasera ci sarà un concerto.
Si avvicina la cameriera per prendere l'ordinazione e torna dopo pochissimo con due birre enormi.

"Chi suonerà stasera?" le chiede Maggie con la sua solita noncuranza.

"No stasera è una serata a microfono aperto. Ogni artista ha a disposizione quindici minuti per suonare, di solito fanno tre canzoni a testa. Volete partecipare? Le iscrizioni sono ancora aperte, chiuderanno alle 20.30"

"Ommioddio si. Carly canta la tua canzone!"

"Ma assolutamente no. Lo sai che non sono una cantante!"

"E chi se ne frega. Dove posso iscriverla?" chiede direttamente alla cameriera, che stava assistendo al nostro battibecco.

"Accanto al palco c'è un tavolino. L'iscrizione è gratuita e vedrai già la sequenza di esibizione. Per il momento ci sono sei iscritti, ci sarà un po' da aspettare!" risponde.

"Abbiamo tempo! Aspetteremo anche tutta la notte!".

Faccio per ribattere che Maggie sta già correndo verso il palco.

Torna con un enorme sorriso in volto.

"Carly. Ho avuto un'idea geniale. Ho capito come riprenderti la canzone. Ti filmerò mentre la canterai, così la tua esibizione sarà online prima della sua".

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Ciao ragazze!
Scusate il ritardo ma ho un miliardo di pensieri e, a dirla tutta, non sono neanche particolarmente felice..
Ho cominciato a scrivere la storia un pomeriggio di noia, senza scaletta né niente per cui sono un attimino a corto di idee..
Ci ho messo 3 giorni a scrivere un capitolo, spero di sistemarmi il prima possibile e riuscire ad aggiornare con più continuità.

V.

Comporre Con Te - [H.S.] - #Wattys2018 Where stories live. Discover now