New York - New York

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La nuova stella di Broadway - Cesare Cremonini

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"Allacciate le cinture di sicurezza, stiamo cominciando la procedura di atterraggio" si sente l'hostess dagli altoparlanti dell'aereo. Tutto stava diventando sempre più reale, così come l'ansia ormai mi faceva da padrona. Ho lasciato tutto e tutti per diventare una compositrice, mia mamma ai controlli di sicurezza è stata sicuramente la parte più difficile.
Recuperate le valigie mi dirigo verso l'uscita del terminal, qui è mattina presto e sicuramente il fusorario mi darà problemi. Un taxi giallo è già lì che mi aspetta. 19 miglia, poco meno di un'ora di macchina e sarò al dormitorio che mi è stato assegnato.
Ho in mano la brochure della scuola, il piano di studi e sto leggendo, forse per la trentesima volta, il dettaglio dei corsi.
La città è relativamente silenziosa a quest'ora, sono da poco passate le 6 del mattino ma rimane comunque la città più affascinante che abbia mai visto. È la seconda volta che percorro questa strada, la prima quando tre mesi fa sono venuta a sostenere la mia audizione. Quella volta però ero talmente agitata che non ero riuscita a percepire l'atmosfera elettrica di questa città, circa la metà degli studenti della scuola viene da stati diversi da quello di New York ma la statistiche dicono anche che solo un terzo di chi fa domanda viene effettivamente accettato e non credevo che io ce l'avrei fatta!

Gli edifici sono molto più alti di quanto io sia abituata, pannelli pubblicitari da tutte le parti, alcuni di dimensioni folli. Una gioia per i miei occhi. Sulla destra l'imponente Citi Field con il pannello luminoso a mostrare la partita serale "Diamondbacks - Mets", non ho mai assistito ad una partita di baseball.
Qui le cose le fanno in grande.
Siamo ormai a circa metà strada quando comincia a vedersi l'East River, proseguiamo ancora e la città diventa sempre più city.
L'insegna dell'Apollo Theatre annuncia che siamo praticamente arrivati.

Alla fine della via si intravede l'Andersen Hall, l'edificio che chiamerò casa per i prossimi anni.

Con non poca fatica, l'autista riesce a tirar fuori dal bagagliaio i miei due trolley, faccio un bel respiro e mi dirigo verso la porta d'ingresso.
Una porta abbastanza anonima su un edificio mattoni a vista.
Una piccola segreteria con una donna, sui cinquant'anni, mi sorride accogliendomi.

"Ciao Carlotta! Benvenuta alla Msm io sono Laura" mi rendo conto di avere una faccia da pesce lesso dal fatto che la signora mi sta sorridendo "i miei genitori sono emigrati qui ormai 40 anni fa, ma il mio italiano non è così male, o No?" continua la signora.
"No no è perfetto! Altroché!" le rispondo ancora un po' stranita.
"Abbiamo un paio di carte da firmare prima di consegnarti le chiavi, ok?
Metti pure una sigla accanto alle "x" e sarai ufficialmente residente in questo studentato" mi dice "la tua stanza è al terzo piano, la tua coinquilina è già qui da un paio di giorni, è inglese, sono sicura che vi troverete bene".

Armata di forza e pazienza mi dirigo quindi all'ascensore, esco facendo un baccano che probabilmente avrò svegliato tutto il piano guadagnandomi già antipatie, ecco la numero 314. Faccio quindi per aprire la porta con la chiave quando la serratura scatta e una piccola biondina mi apre di scatto.

"Ciao! Io sono Maggie Horan, ho 19 anni, sono inglese, irlandese per la precisione e sono davvero davvero davvero felice di conoscerti!" mi dice abbracciandomi.
Già mi piace questa ragazza!
"Sono rimasta qui dentro due giorni senza fare praticamente nulla! Non conosco nessuno in questa città e non vedevo l'ora che arrivassi tu!
Laura mi ha fatto compagnia come ha potuto ma il dormitorio è semi vuoto e la maggior parte delle ragazze non arriveranno prima di un mese!"

"Maggie calmati, respira che sei tutta agitata! Io mi chiamo Carlotta Fumagalli, ho 18 anni e sono italiana. Anche io non conosco nessuno qui, per cui ora mi fai appoggiare i bagagli, doccia rapida e mi porti a fare colazione. Sto morendo di fame! Il cibo dell'aereo fa schifo".

La sento ridere e acconsentire ma dice "la doccia purtroppo è in comune, esci, vai a sinistra, il bagno è la porta in fondo".
"Ok, grazie! Dai tu intanto pensa ad un locale!" le rispondo con già la piccola montagna di vestiti puliti in mano.

Il tempo di sistemarmi eyeliner e mascara sugli occhi e sono pronta. Ci sono 26 gradi qui, una canotta e un pantaloncino saranno sufficienti per un giro lungo l'Hudson.

"Ok Carlotta, Carly ti piace? Raccontami tutto di te. Che corso hai scelto? Ti sei già fatta un'idea del tutor? Hai famiglia? Sorelle? Fratelli? Entrambi? Animali?" comincia Maggie a raffica
"Frena frena frena. Mi sono già dimenticata la prima domanda!" le rispondo
"Ahahah scusa, colpa mia! Ricominciamo ahaha. Che corso hai scelto?"
"Composizione"
"Io jazz, hai fratelli o sorelle?"
"No sono figlia unica, tu invece?"
"Ho un fratello più grande, si chiama James, vive a Londra ma tra un paio di settimane dovrebbe venire qui a New York, animali?"
"Si un cane, è un setter inglese e si chiama Bacco"
"Bacco, vuol dire qualcosa?"
"Si, è il nome del Dio del vino e della vendemmia. In Italia è un culto. Cosa dicevi di tuo fratello? Verrà a trovarti? Ì miei lavorano, non so quando riusciranno"
"Ecco il bar, qui hanno dei donuts da paura! Muoviti entriamo!"

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Eccoci, siamo alla fine del primo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate ed eventuali spunti o idee come potrebbe proseguire 😏😏

Aggiornerò il prima possibile.

Come al solito votate, commentate e scrivetemi! Siate clementi è la mia prima FF.

Baci, V.

Comporre Con Te - [H.S.] - #Wattys2018 Where stories live. Discover now