Patto con il diavolo

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La mostra macchina sfrecciava veloce per le vie di Torino, incurante di tutto ciò che la circondava. Eravamo in forte ritardo, ma tanto quella giornata era stata sconvolta nel profondo. Già due paia di volte avevamo ricevuto telefonate da parte di amici e familiari che, come giustamente era stato previsto, sarebbero dovuti essere già a casa. Avevamo appreso che sia i miei sia i genitori e amici di Ney erano giunti a destinazione, ma che girava un certo silenzio imbarazzante tra di loro, non avendo nessuno che facesse loro da interprete. Dovevamo, insomma, tornare a casa al più presto. Arrivati alla sede della Juventus, ci precipitammo verso lo studio del presidente Agnelli, irrompendo nella stanza e interrompendo quella che doveva essere un'importante riunione.
Agnelli:"Siete arrivati, finalmente! Si può sapere dove vi eravate cacciati? È tutto il giorno che continuano ad arrivare telefonate da giornali che vogliono avere conferma di quando scritto nell'articolo"
Io:"Abbiamo qui qualcosa che può rispondere a tutte le domande dei giornalisti e, spero, risolvere il problema. Presidente, le presento Roberto. Lui lavora nel locale in questione e quella sera era presente ed ha assistito a tutta la scena. Inoltre, abbiamo anche i filmati delle telecamere che dimostrano che ciò che è stato scritto è il falso"
Agnelli:"Capisco....portatemi una televisione!"
Guardammo il filmato sin dall'inizio, soffermandoci, in particolare, sulle scene cruciali.
Agnelli:"Credo che il filmato possa bastare a tirarti fuori dai guai. Quanto a lei, Roberto, la società le è molto grata per il suo aiuto. Come potremmo ringraziarla?"
Roberto:"Oh, niente. L'ho fatto volentieri. Magari solo una foto, mi piacerebbe"
Agnelli :"Le regaleremo una maglia firmata da tutti i giocatori"
Roberto:"Oh, grazie mille! Arrivederci a tutti! Non esitate a chiamarmi di nuovo se avete bisogno di aiuto"
Io:"Grazie di tutto, Roberto".
Agnelli:"Bene, adesso andrò a chiamare un mio amico giornalista e farò trasmettere questo filmato durante il prossimo telegiornale. Per ora è tutto, potete tornare a casa"
Ney:"Grazie, presidente. A domani"
Agnelli:"A domani, se tutto va bene".
Tornammo in macchina e partimmo a razzo verso casa. Sfinita dal continuo andirivieni, mi accasciai sul sedile.
Ney:"Tutto ok?"
Io:"Sì, voglio solo tornare a casa. Anzi no! Con tutta la confusione che ci sarà adesso, ho cambiato idea"
Ney:"Ahahahah. Sei in ansia?"
Io:"Li abbiamo lasciati da soli per tutto questo tempo, senza presentarli, e non oso immaginare quel che possono aver fatto"
Ney:"Presto lo scopriremo. Ci siamo!"
Ci precipitammo in casa e la scena a cui assistetti mi tolse il fiato: in cucina, c'erano tutti, riuniti attorno al tavolo ed intenti a giocare a qualche gioco con le carte. Quando si accorsero della nostra presenza, ci corsero incontro, abbracciandoci forte.
Mamma:"Tesoro, ma cosa vi è successo?"
Spiegai velocemente la nostra avventura, rassicurandoli che sarebbe andato tutto bene e mi scusai con tutti per averli lasciati in quella situazione, inizialmente imbarazzante.
Nadine:"Non preoccupatevi, ci siamo fatti capire in qualche modo. Finalmente, abbiamo avuto l'occasione di conoscerci"
Io:"Scusateci ancora, avevamo altri piani per voi, oggi, ma, purtroppo, si è messo di mezzo questo giornalista ficcanaso"
Neymar Senior:"Bene, adesso che siamo tutti ed è quasi ora di cena, volete unirvi a noi?"
Sorrisi e mi sedetti accanto a mio padre, distribuendo le carte. Forse, quella giornata non era stata del tutto rovinata.

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~  Il telegiornale mandava in onda la notizia a ripetizione. La mia condanna. Non avrei mai creduto che quella ragazzina, in una situazione del genere, avesse il sangue freddo di trovare una soluzione. Dovevo ammettere a me stesso di averla sottovalutata. Dovevo assolutamente ribaltare nuovamente a mio favore le cose, o quello a finire nei guai sarei stato io. Era già un miracolo che ancora nessuno mi aveva denunciato, ma rischiavo questo ed altro. E tutto per colpa di una ragazzina! Il cellulare continuava a squillare e, ad ogni squillo, io sobbalzavo dalla sedia. All'inizio, incurante di tutto, avevo risposto ad un paio di chiamate, ma erano tutte persone che mi caricavano di insulti. Solo un numero si ripeteva diverse volte. Continuava a provare a chiamarmi e, alla fine, all'ennesima telefonata, decisi di rispondere.
Giornalista:"Pronto?"
Sconosciuto:"Pronto? Parlo con l'autore dell'articolo su Neymar?"
Giornalista:"Se lei mi ha chiamato per insultrarmi, lasci perdere"
Sconosciuto:"Oh, no! L'ho chiamata per stringere un accordo con lei"
Giornalista:"Che genere di accordo? Chi è lei?"
Sconosciuto:"Ancora non posso dirle chi sono. Almeno fino a quando non saprò di potermi fidare di lei. Sappi solo che vogliamo la stessa cosa, o almeno cose simili"
Giornalista:"Cosa intende dire?"
Sconosciuto:"Vede...lei vuole un grande scoop e, magari, mettere in ridicolo Neymar o la sua ragazzina"
Giornalista:"Voglio solo scrivere qualcosa di interessante per il mio gionale"
Sconosciuto:"Allora, perché si fissa tanto con Neymar?"
Giornalista:"..."
Sconosciuto:"Lo vede? Anche se non lo vuole ammettere, è interessato alla nuova coppia. Io voglio dividerli!"
Giornalista:"E per quale motivo?"
Sconosciuto:"Presto lo capirai"
Giornalista:"E cosa dovrei fare?"
Sconosciuto:"Solo qualche lavoretto per me e ti assicuro che verrai ben pagato. Allora, ci stai?"
Giornalista:"....ci sto!".
Chiusi la chiamata e sorseggiai il mio caffè, ormai diventato freddo. Sapevo che mi stavo cacciando in un guaio più grande di me, ma la mia curiosità di giornalista aveva preso il sopravvento. Era tutto così eccitante per un sadico come me e non potevo lasciarmi sfuggire questa opportunità. Questa battaglia, l'avevano vinta loro, ma la guerra, l'avrei vinta io.

Hai cambiato la mia vita da quando ti ho incontrato🌞Where stories live. Discover now