Capitolo 54

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Eren
Afferro la mano di Levi senza esitazione e, con lui, mi dirigo nuovamente al tavolo.
Non riesco a non lanciare occhiatacce a Petra ogni tanto, ma, quando sento la mano di Levi stringere la mia sotto il tavolo, faccio un profondo respiro e mi rassicuro.

La cena finisce poco dopo e, una volta finito di mangiare l'ultimo pasto, dopo qualche chiacchierata e dopo un'occhiata alla tarda ora, i colleghi di mia madre si alzano e ringraziano dell'invito.
<<Grazie Carla, è stata una serata piacevole. Spero ci sia l'occasione di organizzarne un'altra>> dice con un inchino Berthold, sorridendo.

Il resto degli invitati sembra approvare, e anche mia madre sembra felice.
Li liquida tutti con un grande sorriso, ed io, quando vedo uscire di casa Petra, non posso fare a meno di fare un sorriso beffardo.
Levi sembra notarlo, infatti mi dà un leggero colpetto sulla spalla, eppure, quando alzo lo sguardo per osservarlo, noto che tenta di frenare un sorriso e, questo, fa sorridere anche me.

<<Ragazzi li accompagno al vialetto qui fuori, rientro fra dieci minuti>> fa mia madre, uscendo anche lei di casa e seguendo gli ospiti.
Probabilmente si fermeranno a parlare anche qui fuori, e così, nel frattempo, decido di salire al piano superiore per prepararmi per andare a dormire.

Armin è uscito con gli ospiti ed entrambi ci siamo ripromessi che ci saremmo rivisti domani, per passare del tempo insieme.
Ha affermato, inoltre, che "ho molto da raccontargli".

Ripenso alle sue parole quando ormai sono di fronte alla porta della mia stanza, eppure, quando faccio per aprirla, sento le braccia di Levi avvolgermi il bacino e spingermi all'interno della mia stanza, direttamente sdraiato sul materasso, sotto di lui, che si ritrova inspiegabilmente a cavalcioni su di me, dopo aver chiuso la porta con un tonfo.
<<Cosa?>> domando confuso, ma appena apro bocca Levi poggia le sue labbra sulle mie.

Rimango immobile per qualche secondo, ma poi ricambio il bacio senza esitare, creando quel magico momento che viviamo solo quando i nostri corpi sono a contatto l'uno con l'altro, e i nostri sguardi incatenati fra loro.
<<Mi sono trattenuto per tutta la serata...>> sussurra leggero sulle mie labbra, lasciandomi interdetto, per poi rifiondarcisi subito dopo.

Il suono dei nostri respiri e dei nostri baci è l'unico che riempie la stanza.
Porto le mani fra i suoi capelli corvini e continuo ad assaporare le sue labbra, a sentire il suo profumo.
Gemo leggermente quando mi morde il labbro inferiore, e, in questo momento, inizio a pensare a quanto il mio comportamento cambi in situazioni del genere.
Mentre ci baciamo, l'unica cosa che voglio è assaporare ancora e ancora le sue labbra, senza curarmi dell'imbarazzo, perché ormai lui ha visto tutto di me e, questo, sommato al fatto che il bisogno di sentirlo è più forte della vergogna, mi rende più libero e sicuro delle mie azioni.

Allaccio le gambe attorno al suo busto, in un gesto sicuro, muovendo il bacino in avanti per far scontrare le nostre intimità.
Ormai cos'ho da perdere?
Mi domando, mentre sento un gemito strozzato a questo contatto da parte del corvino.

I baci continuano imperterriti, impossibili da fermare.
Un gioco di lingue e di sospiri.
Ci siamo solo noi due, nella nostra piccola bolla di passione, ed io non ho intenzione di romperla.

Levi si stacca dalle mie labbra e con un gesto veloce mi sfila la giacca impaziente.
<<Questa non ci serve più>> sussurra, per poi buttarla sul pavimento e rifiondarsi bisognoso sulle mie labbra.
Nel frattempo sbottona anche la camicia, facendola scivolare sul terreno con nonchalance.
I movimenti del mio bacino non si fermano, e causano una notevole erezione ad entrambi.
Così Levi non perde tempo a farmi slacciare le gambe dal suo busto e a far scivolare i miei pantaloni sulle mie gambe, buttandoli a terra.

My butler | ERERI/RIRENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora