Capitolo 30

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QUESTA STORIA È DISPONIBILE IN VERSIONE MIGLIORATA E REVISIONATA SULL'APP DREAME GRATUITAMENTE, se volete supportarmi anche lì ne sarei davvero felicissima. Mi trovate sempre sotto il nome AYUMILLU.

Levi
Mi alzo dal soffice prato, guardo per un attimo il viso di Eren, rosso sulle gote.
I capelli castani sono sparsi sul terreno ed i suoi occhi spalancati mi seguono in ogni mio più piccolo movimento.

Una volta in piedi mi passo velocemente le mani sui pantaloni neri, parte del completo da maggiordomo, e, con tono seccato, impreco leggermente.
<<Tsk, mi hai fatto sporcare tutto di terra (meglio specificare) moccioso>> faccio, schioccando la lingua sul palato e pulendomi anche i residui di terra dalla camicia bianca che, ormai, è da buttare.
Sento una delicata risata da parte sua che si trasforma, dopo qualche secondo, in una risata di gusto.

Gli lancio uno sguardo assassino ma, dentro di me, sento un peso in meno. La sua risata mi fa sentire più leggero, e ormai ho capito che è inutile cercare di non provare niente per non provare qualcosa, quella cosa che mi ha fatto tanto soffrire e pentire. Quella cosa, il mio passato, tutta la tristezza va chiusa in uno scrigno. È un'esperienza di vita, ora vado avanti.
È inutile rifugiarsi nel passato dimenticandosi di vivere il presente. E quindi mi godo anche io il suono della sua risata e la vista della sua felicità.

Porgo una mano ad Eren, che si regge la pancia con le braccia, continuando a ridere.
Si ferma, o almeno tenta di fermarsi, quando vede la mia mano e, subito dopo, la afferra con una stretta e la usa per aiutare ad alzarsi.
Si passa anche lui le mani sui pantaloni e sulla maglietta per scacciare via la terra, che copre i suoi abiti anche più dei miei.
Che palle... non vedo l'ora di andare a casa e pulire questo schifo.

Saliamo in silenzio in macchina, io tentando di non appoggiarmi troppo al sedile per non sporcare, Eren, invece, lasciandosi scivolare totalmente sul sedile, non preoccupandosi della terra che lo ricopre.
Sospiro rassegnandomi ormai all'idea che dovrò pulire per bene anche la macchina.
La terra particolarmente bagnata si è attaccata facilmente ai vestiti, e così anche alla macchina.
Ci sarà molto lavoro da fare...
Penso prima di accendere il motore.

Con un rombo la macchina parte, visto l'orario le strade sono quasi deserte.
Eren, in silenzio, guarda con occhi attenti il finestrino, ed un sorriso sul volto.

La mattina seguente, appena alzatomi dal letto, sento una brezza gelida pungermi la pelle provenire dalla finestra della mia camera spalancata.
Con un mugolio mi alzo lentamente dal materasso e, con calma, mi avvio alla finestra per chiuderla.
Appena vedo, però, il giardino immenso da soffice polvere bianca, mi fermo a guardare il paesaggio per qualche secondo.

A quanto pare stasera ha nevicato.
Non faccio in tempo nemmeno a chiudere definitivamente la finestra che il rumore della porta della camera che si spalanca mi fa voltare immediatamente verso l'ingresso della stanza.
<<LEVI! NEVICA!>> Eren entra capolino nella stanza, urlando, con il sorriso sul viso.

<<Moccioso che diamine->> non faccio in tempo a finire la frase che mi sento tirare per il braccio dal castano.
<<Andiamo fuori Levi! Andiamo, andiamo!>> esclama, cercando di trascinarmi fuori dalla camera.
Lancio uno sguardo all'orologio, sono solo le 7 e Eren non si è mai svegliato così presto, nemmeno per andare a scuola.
<<Moccioso sono solo le 7, sta calmo la neve non scappa mica>> faccio calmo, rimanendo fisso sul posto mentre lui cerca ancora di trascinarmi dal braccio.
<<Mmh>> inizia a fare dei versi dovuti allo sforzo e, dopo poco, lascia andare improvvisamente il mio braccio e si accascia a terra.
<<Ma Levi!>> esclama, ma, prima che possa dire qualsiasi altra cosa, gli chiudo la porta in faccia.
<<Levi!>> l'ultima cosa che riesco a sentire sono le sue urla ed i suoi passi che si allontanano.

My butler | ERERI/RIRENWhere stories live. Discover now