IL FUNERALE

498 12 0
                                    

Pensavo che quando sarei tornata a casa sarebbe stato bellissimo, sarei stata felice, mai avrei immaginato che quel viaggio in treno mi avrebbe portata al funerale della mia migliore amica, all'incubo peggiore di tutti, al mio inferno personale.

Il cellulare non me l'hanno ridato e nessuno doveva riconoscermi durante il viaggio per cui mi ero messa nell'unico vagone nuovo del treno.

Guardo fuori dal gigante finestrino, immersa nei miei pensieri, ad un tratto non vedo più nulla, o meglio, più nulla di anche lontanamente distinguibile.

La vista mi si è appannata e le lacrime minacciano di scendere.

Ero convinta di non averne più in corpo da quante ne ho versate i giorni scorsi.

Il viaggio è durato in eterno e, quando finalmente scendo dal treno, chiamo un taxi e torno a casa.

-Tesoro mio!- esclama mia mamma mentre mi lancio tra le sue braccia -Mami- singhiozzo, lei mi accarezza la schiena dolcemente -Sei bellissima- aggiungo guardandola.

I corti capelli marroni sono ordinati, indossa un completo nero elegante.-C'è qualcuno che vuole salutarti- dice lei indicando qualcuno dietro di me, mi giro e vedo un ragazzo alto e con dei corti capelli neri, riconosco i suoi occhi verdi e il ciuffo sempre disordinato, mi getto tra le sue braccia mentre gli cade una lacrima sulla guancia -Paolo- sussurro -Sel- sussurra lui sforzandosi di non piangere -Ti trattava bene quello?- chiede alludendo a Filippo -Benissimo- rispondo e mi lascio scappare un sorriso, Paolo versione geloso non l'ho mai visto.

-Dov'è papá?- chiedo guardandomi intorno -È già al funerale- risponde mamma piano, Paolo mi afferra la mano e la stringe, usciamo tutti e tre insieme dalla casa e ci dirigiamo in Chiesa.

-Stai piangendo?- chiedo a Paolo mentre passiamo tra le persone e prendiamo posto in un banco -L'incenso- risponde lui pensando che io me la beva.

La bara nera sta entrando, al contrario delle mie lacrime che fuoriescono dai miei occhi arrossati dai continui pianti.

Non seguo il discorso ne le preghiere del prete, tengo gli occhi fissi sulla foto di Michela.

Quella è la mia foto preferita, i suoi capelli arancioni le ricadono in eleganti boccoli sul vestito blu e i suoi occhi verdi sprizzano gioia da tutti i pori -L'ho scelta io- mi sussurra Paolo indicando la foto, mi appoggio al suo petto e chiudo gli occhi ripensando al trio che eravamo.

-Era...fantastica- riesco solo a dire mentre le lacrime continuano a rigarmi il volto ininterrottamente.

-È finito piccola mia, è tutto finito- sussurra mia mamma stringendomi la mano.

Faccio un bel respiro e vado verso la bara, la sfioro con le dita prima che la portino via.

Usciamo tutti e ci dirigiamo al cimitero.

Passo le successive due ore a piangere sulla tomba di Michela.

Quella scritta deve cancellarsi, quella che dice 2000-2018, via!

Quel 2018 deve andarsene.

Non è possibile.

-No!- urlo mentre Paolo mi abbraccia -Dobbiamo essere forti, per lei e per noi stessi- mi rassicura lasciandomi un bacio tra i capelli -Ora devi tornare a Roma, il tuo treno parte tra mezz'ora, ti accompagno in stazione- si offre e, dopo aver salutato i miei famigliari e i genitori di Michela, ci dirigiamo fianco a fianco verso la sua macchina.

-Un'Audi?- chiedo rimanendo basita difronte alla lucente auto nera che Paolo sta aprendo -Già- dice lui, come se niente fosse.

Dopo un lungo silenzio, non imbarazzante, è lui a prendere parola -Sei stata formidabile ad Amici, e ancora lo sarai Sabato, ti guardo sempre e sono orgoglioso di te- confessa, non è mai stato unei da tante parole, non è quel tipo che ti riempe di "ti voglio bene", ha sempre preferito dimostrare la sua amicizia, è la cosa che preferisco di lui.

Arrivo alla stazione e, dopo un lungo abbraccio, salgo sul treno diretta verso Roma...mi mancano già tutti, cazzo se mi mancano.

NON VEDI QUANTO TI VORREI? _Irama.Plume_Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu