Capitolo 22

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Camila's pov

Dopo le parole di Lauren, ottenemmo la risposta di una voce maschile. A differenza della mora, che oltre a trovarsi dalla altra parte della stanza, portava una benda sugli occhi, io non lo ero. Quindi, appena sentii quella voce, mi voltai verso il suo punto di origine. Fu allora che vidi una figura che si divertiva a nascondersi nell'ombra, ma venne fuori poco dopo le sue stesse parole oscure e minacciose.
L'avevo già visto prima. Era basso e biondo, con due occhi azzurri simili al ghiaccio. Sembravano brillare con furia e rabbia, mentre un ghigno sul suo volto mostrava solo che tutta questa situazione gli piaceva. Si avvicinò a me, quindi mi poggiò una mano sulla spalla, guardandomi direttamente negli occhi.

<<Mi dispiace...Non volevo che ci rincontrassimo così>>, disse, suonando veramente dispiaciuto.

<<Camila?>>, chiese Lauren, mentre muoveva leggermente la testa. Stava cercando di capire dove mi trovavo.

<<Siete abbastanza lontane Lauren. Ma a differenza tua, lei può vedere>>, disse lui, rispondendo alla sua domanda silenziosa.

<<Niall...giusto?>>, chiese lei. Allora ricordai chi era. Quando spararono a Lauren, il giorno successivo conobbi Lewis ed i suoi amici. Lui era il biondino che mi fissava con attenzione e...un qualcos'altro che purtroppo non riuscivo a capire.

<<Sì, sono proprio io>>, disse lui. Alzai lo sguardo sul biondino, che non si era mosso dal mio fianco. La sua mano era ferma sulla mia spalla quasi in maniera protettiva, e la stringeva come se volesse assicurarsi che fossi reale. Dio, c'era qualcosa in lui...Sembrava quasi che l'avessi già visto prima, che ci conoscessimo già. E inoltre, perché avevo la strana sensazione che tutta questa situazione non avesse a che fare con Lauren, ma con me?

<<Calma, mo leanbh(piccola mia)>>, disse, mostrando un forte accento irlandese. Strinsi le sopracciglia, cercando di ricordare dove avessi già sentito quelle parole prima d'ora. <<Presto avrà tutto un senso, te lo assicuro>>.

<<Niall...lei cosa centra in tutto questo?>>, domandò Lauren. Potevo notare che il suo corpo si era irrigidito, e sapevo che se avessi potuto vedere i suoi occhi, avrei visto il senso di protezione che nutriva nei miei confronti. Sapevo che incolpava sé stessa, anche se davvero non aveva alcun tipo di colpa. Insomma, era evidente che questo ragazzo avesse un piano ben preciso in mente e qualcosa dentro di me era sempre più sicura che questa situazione non riguardasse Lauren.

<<Lei è il motivo per cui siamo qui, oggi>>, disse lui. Fu allora che si allontanò da me, avvicinandosi a Lauren. Fu il mio senso di protezione a svegliarsi quella volta, feci per balzare in avanti, ma le corde strette intorno ai miei polsi me lo impedirono. Tuttavia, il mio movimento repentino causò alla sedia di strisciare lungo il pavimento, e Niall si girò per comprendere cosa stava succedendo. Ridacchiò, notando la mia espressione frustrata.

<<Non le farò niente...per ora>>, disse, mormorando l'ultima parte. Lo vidi mettersi dietro di Lauren, quindi snodò il nodo che teneva la benda sui suoi occhi. Sbatté velocemente le palpebre, poi portò tutta la sua attenzione su di me. Un sospiro di sollievo si formò sul suo volto quando mi vide, o meglio, quando si rese conto che non ero ferita.

<<Sono stato più gentile con lei. Non l'ho tramortita. Diciamo solo che un mio amico le ha mostrato la strada per giungere fino a qui>>, disse lui. Notai il corpo di Lauren irrigidirsi al suono di quelle parole, quindi spalancò gli occhi e alzò lo sguardo verso Niall. Sembrava quasi che lui avesse appena dichiarato la mia morte...Oh...avevo visto la strada per giungere fino a qui...doveva uccidermi, adesso...
Anche se, ad essere onesta, non è che ricordassi precisamente tutta la strada che avevo fatto. Insomma, un uomo si ere messo alle mie spalle mentre stavo per arrivare al bar, quindi mi aveva puntato contro una pistola e mi aveva detto di camminare, senza provare a girarmi o a chiedere aiuto, altrimenti mi avrebbe fatto un bel buco alla schiena. Inutile dire che ero stata in silenzio, avevo cercato di non mostrare alcun tipo di emozione mentre lui mi guidava verso questo capannone vuoto.

Stockholm SyndromeOnde as histórias ganham vida. Descobre agora