20. La Camera Di Jenny

2.4K 115 43
                                    

Vladimir: "cosa hai fatto alla guancia?"

Ma io avevo coperto lo stampo della sua mano con i capelli. Probabilmente si sarà allargata un po' di più.

Tocco la parte arrossata sentendo del dolore. Anche se non è stata la sberla piu forte che mi ha dato mi ha colto alla sprovvista e mi fa parecchio male.

Io: "Sono-sono andata a sbat..."
Sento i capelli spostarsi e prima che abbi il tempo di coprire la macchia con la mano...

Victor: "Chi è stato?" dice con un tono tra l'arrabbiato e il dispiaciuto.
Io: "sono andata a sbattere. Tutto qui"
Victor: "NON PRENDERMI IN GIRO" alza la voce e fa sobbalzare sia me che il fratello.

Vladimir: "Victor stai calmo, lasciami parlare da solo con lei" dice facendo uscire il fratello dalla stanza sbattendo la porta furioso.

Io guardo il pavimento, mi alzo e mi allontano un po' da Vladimir.

Vladimir: "Jenny. Chi ti ha dato quella sberla?"
Io: "nessuno"
Vladimir: "ti puoi fidare di me"

Mi appare il viso di Norman che dice le stesse parole con un ghigno.
Scuoto la testa con forza e indietreggio.

Io: "Non è stato nessuno" cerco di essere convincente.
Vladimir: "Jenny avvicinati per favore"
Io eseguo la sua richiesta.

Il ragazzo mi tocca la guancia calda e rossa per il forte schiaffo ricevuto non molto prima.
Trasalisco quando apre la mano destra sulla mia guancia sinistra in modo da coprire l'evidente mano stampata sul mio viso.

Vladimir: "non è stata una ragazza vero?"
Mi limito a scuotere il capo.
Vladimir: "ascolta Jenny. So che non vuoi parlarne ma io sono qui. E non vado da nessuna parte. Quindi se hai bisogno di una persona nella quale confidare sappi che puoi contare su di me e su Victor."

Io: "non voglio che vi preoccupate  per me. Ascolta Vladimir..."
Vladimir: "ti prego, chiamami Vlad." mi sorride dolcemente.
Io: "Vlad. Io devo proprio andare. Scusa per il disturbo."
Vlad: "capisco. Però, per favore, vieni a trovarmi qualche volta"
Io: "va bene" annuisco e mi affretto a lasciare stanza.

Non faccio in tempo a girare l'angolo che sbatto contro Victor.
Io: "scusa. Ora devo proprio andare"
Victor: "ti accompagno a casa"

Immagino la faccia di mio padre se scoprisse che vado in giro con un ragazzo.

Non posso permettergli di fare male anche a lui.

Scuoto la testa.
Io: "vorrei stare da sola. Per favore. In questi giorni non cercarmi a casa. Ti chiamo io al cellulare. Veramente. Non venire a trovarmi. Nulla di nulla. Ti supplico" sento gli occhi lucidi.
Victor: "ti do l'indirizzo di casa mia. Cosi se ti va puoi venire a trovarmi."

Scrive qualcosa al cellulare e mi arriva il messaggio con l'indirizzo.
Io: "scusa per tutto"
Victor: "non scusarti" mi bacia sulla fronte e si allontana salutandomi.

Mi avvio a casa.
Apro lentamente la porta di entrata ed entro piano.
Sento delle voci basse.

Sposto lo sguardo in cucina e scorgo la porta socchiusa.
C'è uno strano odore.
Sbircio dentro.

Xx: "Norman quella è tua figlia?"

Cazzo mi hanno visto.
Indietreggio e mi giro di colpo andando a sbattere contro qualcuno.
Alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti ad un tipo alto e grasso.
Puzza d'alcool.

Norman appare dalla cucina seguito da altri due tipi grassi come lui.
Deglutisco.
Norman: "bambina mia. Bentornata. Loro sono i miei amici. Perché non fate conoscenza." ghigna.
Mi giro a razzo e mi fiondo sulle scale.
Norman mi segue sulle scale lentamente.
Tiro fuori la chiave della mia stanza dalla tasca e cerco di inserirla nella serratura. Pian piano i passi si avvicinano.
Sono troppo in ansia per centrare la fessura e mi ci vuole un po' prima di aprire la porta.

Sbatto la porta terrorizzata e la chiudo a chiave dall'interno nel momento stesso in cui la maniglia si abbassa.
Norman: "piccola puttana questa me la paghi"

Io: "cazzo cazzo cazzo" sussurro in ansia.

Sento i tipi che se la ridono.
X1: "dovresti farle vedere chi comanda"
X2: "già deve essere più docile e obbediente Norman"
Norman: "le ho tirato uno schiaffo prima. Un tempo non mi disobbediva in questo modo"
X3: "sei stato troppo assente. Dovresti rieducarla per bene. Se hai bisogno di una mano ci siamo noi fratello."

Vanno avanti a parlare per ore e io resto chiusa in stanza.
Mi guardo attorno.

Ormai si è impossessato del mio territorio.
La mia casa si è ristretta a questa camera.

Questa casa è dotata di tre bagni, uno in corridoio, uno nella camera degli ospiti e uno in questa; una cucina e il soggiorno. La mia camera non è piccola, per fortuna.

(appena entri nella stanza e guardi a sinistra vedi il comó con i ricordi della mamma di Jenny, per esempio contiene gli album di famiglia di quando lei era piccola e il fratello non era nato. Sopra di esso c'è una foto che ritrae la mamma di Jenny con il pancione e lei accanto che le tiene la mano. Accanto alla foto c'è un portagioie che contiene le collane, i braccialetti e tutte le cose preziose della madre.
Invece se guardi a destra vedi una piccola libreria ad angolo ricca di libri. Accanto alla libreria c'è un cestino dell'immondizia e sempre nella parte destra della stanza c'è l'armadio dei vestiti di Jenny con due grandi anti e uno specchio sull'interno di una di esse. Sotto le ante c'è un grande cassetto che però è vuoto.
Di fianco all'armadio dei capi d'abbigliamento si trova l'armadio ad ante trasparenti riservato alle cose del fratellino. Esso contiene il pallone dell'incidente accanto alla foto.
Nei ripiani più bassi ci sono tutti i giochi e i libri preferiti di Ethan.
Dalle macchinine ai fumetti ma anche album con foto di loro due.
Di fronte alle cose dedicate a Ethan c'è il grande letto posto vicino al comodino.
Accanto ad esso vi è la scrivania con due sedie, vicino ci sta la porta del bagno, al centro della stanza c'è un, grande tappeto.
La finestra è dall'altra parte della stanza rispetto alla porta.
Scusate la descrizione pallosa spero abbiate capito☹️)

Guardo fuori dalla finestra e osservo l'albero non troppo distante.
Vado dall'altra parte della stanza e apro il cassetto più basso del comó e tiro fuori un contenitore.
Lo apro e prendo un po' di soldi, giusto quello che serve per il mio intento.

Insegnami ad amare // Victor Blade    [completata] Where stories live. Discover now