CAPITOLO 10

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(T/N)'s pov
Anche se non mi ha entusiasmato l'idea di dover fare tutti quegli esercizi, devo ammettere che sono stati veramente utili.
Eijiro è un vero genio: è riuscito a trovare un modo per trasferire tutta l'energia che usavo nel mio pugno così da poter stancarmi di meno e poterla indirizzare verso ciò che colpisco, e anche se i miei attacchi sono ancora deboli riesco ad avere una resistenza maggiore.

Domani è il giorno del torneo e sono veramente in ansia, anche se sono sicura che sarò squalificata presto.

Decido che prima di andare a dormire sarei andata a fare una corsetta, tanto per allentare i nervi. Percorro il tratto che porta dalla scuola al parco e poi il ritorno.
Arrivata al parco mi fermo qualche minuto sulle altalene, ripensandoci per me è già sorprendente l'essere arrivata qui, avere qualcuno accanto a me che mi vuole bene mi riempie di gioia. Sono fortunata.

Sono passati almeno venti minuti quando inizia a piovere, ma non una pioggerellina graduata che bagna leggermente i capelli, ma un acquazzone che mi inzuppa dalla testa ai piedi. Corro sotto il balcone di un supermercato e rimango lì, ferma ad aspettare.
Passano altri dieci minuti e vedo uscire dalle porte scorrevoli del negozio Shouto con una busta della spesa, e subito mi paralizzo. <Ciao> dice timidamente ed io rispondo scuotendo la mano. È una situazione veramente imbarazzante perché durante queste settimane non abbiamo mai avuto del tempo da poter passare da soli così da parlare di cosa è successo. Per cui quel discorso è rimasto in sospeso.
<Vuoi fare la strada del ritorno con me? Ho l'ombrello> chiede mentre lo apre indicandomelo.
Io annuisco senza dire una parola, ma intanto il mio cervallo sta andando in tilt per persare a qualcosa da dirgli.
<Ecco... che cosa hai comprato?> dico rendendomi conto dopo di che domanda sciocca ho fatto.
<Prima delle competizioni mi viene sempre una fame di schifezze, per cui le ho comprate> dice rimanento impassibile, anche se noto del leggero rossore sulle guance.
<Comunque volevo parlarti di cosa è successo l'altra volta... sai... come dirtelo> inizia a diventare tutto rosso
<Ecco, forse è stato un po' avventato dirti quelle cose, scusami mi avrai preso per un pazzo> dice rimanendo serio.

Ah
Così mi ero illusa per niente.
Mi avevano preso ancora per il culo.
Ero io la cogliona che ci rimetteva sempre.
Ma d'altronde dovevo aspettarmelo a chi potrebbe piacere qualcuna come me? Però dai, almeno essere chiari e non illudermi.
<Oh, ok. Scusa adesso ho un impegno... devo andare, ci vediamo domani al torneo> dico senza neanche guardarlo negli occhi, perché sennò avrei pianto, anzi stavo già piangendo solo che non volevo che mi vedesse.

Todoroki's pov
Mi trattengo dal tirare una cocciata contro il muro, ma poi penso che i neuroni che ho in questo momento sono già pochi, poi non ne rimarrebbe nessuno.
COME POSSO ESSERE STATO COSÌ SCEMO?!
Avevo la possibilità di dichiarare i miei sentimenti alla ragazza che mi piace e le ho detto tutto il contrario?
L'ho illusa e non me lo perdonerò mai, mai.

Devo dirglielo, sì ma come?

Katsuki's pov
T/N sarà sicuramente in ansia, e ciò la farà sentire insicura.
Senza rendermene nemmeno conto sono davanti alla sua porta e busso, senza però ottenere una risposta.
<T/N CAZZO APRI LA PORTA O LA SFONDO A CALCI> urlo dopo aver aspettato qualche secondo.
Provo a forzare la maniglia però stranamente la trovo aperta, allora decido di entrare
<MI DICI PERCHÉ CAZZO NON MI RISPONDI?! NON MI DIRE CHE UNA BASTARDA COME TE È TALMENTE IN ANSIA DA NON POTER PARLARE> urlo dopo essere entrato.
C'è però una cosa di cui non mi sono reso subito conto: la mia amica è arrotolata in stile sushi nella coperta ed è appoggiata al muro. Spesso l'ho trovata in quella posizione, e ciò indicava che qualcosa era successo.
<T/N... qualcuno ti ha fatto del male?> dico quasi con un tono normale per non peggiorare la situazione, ricordando cosa successe nelle situazioni simili a questa, mentre invece dentro vorrei spaccare la faccia a chi l'ha resa ancora così, alimentando quelle cazzo di insicurezze.
<Kacchan... stai tranquillo non è successo niente> disse cercando di sforzare un sorriso, e mi accorsi che aveva pianto. Qualcuno aveva fatto di nuovo soffrire la mia migliore amica. QUEL QUALCUNO DEVE CREPARE
<T/N, hai tre secondi per dirmi il nome di questa persona, così io e il bastardo diviso a metà la faremo fuori> dissi portandomi una mano davanti al petto che rigonfiai, come segno di 'fidati di me', però sul suo viso non comparve un sorriso, neanche uno falso, ma notai il suo sobbalzo al nominare di Todoroki.
<È stato lui...> la mia voce era un sussurro.
Il mio pugno era chiuso così forte che mi sarei potuto rompere la mano, così come i miei denti, chiusi in un morso così stretto che iniziava a farmi male la mascella. Ma non m'importava, perché quello stronzo aveva fatto male alla mia migliore amica, e non aveva idea di cosa gli sarebbe successo.

<Io vado> dissi senza aspettare una risposta, per poi uscire dalla camera.
Correvo così forte e la mia mente era ofuscata da così tanti pensieri da non riuscire a guarare dove andassi.
Perché proprio lui? Ma non gli piaceva? CAZZO SE LO VEDO LO CREPO
AVEVA PURE OSATO BACIARLA PIÙ DI UNA VOLTA, E ORA? IO NON SO CHE COSA LE ABBIA DETTO, MA CAZZO SE STA COSÌ MALE VUOLE DIRE CHE È STATO QUALCOSA DI FOTTUTAMENTE DOLOROSO!
Senza riuscire a fermarmi vado a sbattere contro qualcuno, cadendo addosso a lui, e subito mi preparo a offendere il diretto interessato con parolacce ed insulti.

Poi vedo i suoi ciuffi rossi
Poi la sua faccia sconvolta ed imbarazzata
Solo dopo mi rendo conto di essere caduto addosso a Kirishima e che i nostri visi sono così vicini da poter percepire il battito cardiaco dell'altro. E fidatevi, quello del rosso era a mille.

•Never knew it could mean so much• TodorokixReader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora