Aprile 1654

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Nel cuore del palazzo, una bambina dagli occhi grigi giocava disegnando figure nella sabbia. Mentre camminava tra i cespugli del giardino barocco, sua madre quasi la perdeva di vista; ma Maria Maddalena era allenata a quell'esercizio ed era abituata a non distrarsi. Passeggiava come suo solito a quell'ora della mattina che inclina verso il mezzogiorno. Le mura del giardino non le nascondevano la vista della torre della cattedrale: il luccichio delle campane di bronzo sembrava lanciarle segnali benevoli e allora sfiorava delicatamente il grembo con la mano, sognando un'altra gravidanza. Poi guardava ancora la sua bambina, la sua terza figlia, passare da una mano all'altra il bastoncino secco con cui aveva appena inciso un ghirigoro nel terreno.

La bambina dagli occhi grigi sollevò lo sguardo e rise: la sua mamma la salutò con un cenno e fece finta di volgersi altrove. La bambina la chiamò con un dolce gridolino e allungò le mani verso di lei. Si sbilanciò e cadde in avanti, ma si rialzò subito, perché era una bambina forte. La mamma le sorrise e con espressione corrucciata le fece capire di avvicinarsi. La piccola sgambettò lungo il sentiero di ghiaia e le venne incontro; la madre, allargando le braccia, si inginocchiò a terra e la sorresse.

«Tea, ti sei fatta male?» domandò accarezzandole le manine.

«No, mamma!» rise la bambina, sottraendosi alle sue cure. Si stropicciò gli occhi e si guardò attorno. Sembrò che avesse visto qualcosa di interessante proprio là, al pozzo che sorgeva al centro del giardino.

«Mamma, mamma!» esclamò, indicando.

La madre si volse, ma non vide nulla. Prese la figlia in braccio e si allontanò dalla parte opposta, cullandola affettuosamente, stringendola al petto. I loro sguardi si specchiarono, per un attimo divennero serie e mute. La bimba tese la manina e accarezzò la guancia della mamma; la madre baciò quel piccolo palmo sporco di sabbia e sorrise.

Un uomo improvvisamente irruppe nel chiostro del pozzo. Gli occhi strabuzzati, biascicò parole che nessuno comprese.

«Cos'avete detto, Giuseppe?» domandò la prima dama di compagnia che con altre, in un angolo, chiacchierava tranquillamente aspettando la chiamata della signora.

«Il signore è morto!» ripeté più chiaro questa volta, perché tutti capissero. Il gelo si diffuse in un attimo tra i presenti. La bambina dagli occhi grigi lesse lo sgomento sulla faccia di sua madre e così, in quel modo, scoprì la morte.

Nessuno si preoccupò di allontanarla dal cadavere del nonno, di nasconderle la vista di un uomo che non viveva più. I bambini, allora, nascevano adulti.

L'uomo aveva ancora gli occhi aperti e la bocca era tutta storta nell'ultimo, muto grido di dolore. La bambina dagli occhi grigi soffermò la sua attenzione su quel viso che le era familiare. Ricordava nitidamente le carezze, i complimenti e i sorrisi del padre di suo padre; e gli occhi vuoti, lentamente chiusi dal figlio primogenito di fronte a tutta la famiglia, non avevano quasi nulla della persona che quell'uomo era stato in vita.

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Angolo Autrice

Ciao a tutti!

Sento subito l'esigenza di fare una distinzione, trattandosi di romanzo storico:

- i riferimenti alla storia moderna italiana ed europea, con indicazioni di luogo, date e protagonisti realmente esistiti, sono derivati dallo studio del periodo storico e perciò "autentici";

- la trama, i luoghi dove si svolgono tutte le vicende narrate, i personaggi descritti sono frutto di invenzione. Ho cercato di ricostruire nel miglior modo possibile la società, i costumi, le idee di quel tempo, per dare un senso di realtà alla mia pura fantasia. Non mi sono ispirata a nessun fatto storico preciso, né a una persona realmente esistita.

Detto questo, buona lettura! Aspetto i vostri commenti, anche e soprattutto per migliorare lo stile e la trama :)

Lucille

Figlia di mercanteWhere stories live. Discover now