Bombardamento

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11.

Non era un'amante dei giornali, solitamente quelli che trovava abitualmente difronte casa finivano di rito nel cestino vicino la fermata del tram; ma una volta le capitò di leggere di un uomo definito dalla stampa "lo spettatore". Un signore sulla cinquantina che ogni mattina si fermava per delle ore ad osservare l'ex moglie e che continuò imperterrito anche una volta uscito dal carcere.

Ecco: "Sapphire Aiirò, la nuova spettatrice", così immaginava la testata del giornale disteso ai piedi della sua porta.

Quell'uomo aveva trasformato l'amore per una donna,che l'aveva abbandonato, in pura ossessione, ma in fondo era amore, complicato, malato, perverso ma pur sempre amore; lei perché era li?

<<Dai Phire, ora ci alziamo da questo seggiolino e andiamo a bussare a quel campanello>>

Iniziò a parlasi con dolcezza con la mano dietro lo specchietto per regolarlo verso i suoi occhi, per vedersi in faccia e motivarsi. La sua attenzione ricadde su un punto nero sul naso, su di un pelo del sopracciglio destro più lungo degli altri, su tutto ciò che le facesse perdere tempo e la distraesse dalla missione del agente 00S.

La porta di casa Lesons si aprì all'improvviso, una donna con in mano una confezione di uova uscì di casa. Phire si abbassò nascondendosi come una contorsionista nei pochi centimetri sotto al volante, si sentiva in imbarazzo e perplessa per la sua reazione. Si era nascosta come una ladra, come se stesse commettendo una qualsiasi forma di reato.

Mary Lesons era difronte a quella vetture che Sapphire osava definire "macchina", Octavia, come l'aveva rinominata; impugnava con aria minaccioso delle uova. Crash.

Una macchia arancione sul parabrezza, poi la seconda. Bombardamento di uova.

<<Via! Andate via stupidi giornalisti!>>

Le tempie rosse, gli occhi lucidi, la voce rauca e sofferente; Mary urlava a squarciagola, urla dal profondo, dal cuore. Posseduta da una rabbia interiore ben maggiore del fastidio per un auto davanti casa.

Phire uscì dall'auto con le mani in alto e ben in vista come se fermata dalla polizia, moriva dalla voglia di abbracciarla, di dirle che la capiva, che non voleva farle ulteriore male, magari offrirle una tazza di te' rilassante; ma non fece nulla di tutto ciò, si limitò a chiederle scusa.

<<Cosa c'è ? Che vuoi?>>

Il tono era la cosa più lontana possibile dall'aggettivo "gentile", era rancoroso e rude ma non biasimabile.

<<Scusa>>

Di nuovo quell'unica parola.

<<Non sono una giornalista o una che vuole ferirti>>

<<Cosa vuoi? Via da casa mia>>

Con l'indice puntato verso la linea dell'orizzonte, i suoi occhi erano fissi sull'auto di Phire come se in fondo pentiti della reazione avuta.

<<Ti prego ascoltami, ti chiedo solo cinque minuti e poi sparirò per sempre. Ma ti prego concedimi cinque minuti>>

<<Te ne do quattro, non di più>>

La risposta più strana del mondo ma anche la più comprensibile e diffidente, quella che Mr Sobs avrebbe definito da donna "alpha".

<<Devo dirti una cosa, il perché so che accadranno queste cose è assurdo ma vero. Promettimi che non reagirai tirandomi le uova o altro, ti prego>>

Mary accentuò un sorriso.

<<Allora, non è facile e ripeto è assurdo ma so che il volo aereo che prenderai per la capitale cadrà>>

<<O meglio, che prenderemo>>

Si corresse dopo una frazione di secondo, sapeva bene di essere in un campo minato.

<<Che ne sai del volo? State ancora facendo ricerche sulla mia famiglia?>>

Il volto rigato dalle lacrime.

<<Ma non avete un briciolo di cuore? Mio figlio è morto, è morto capito? E voi veniti qui in cerca di uno scoop, di una notizia per infangare me e mio marito, o meglio ex marito>>

<<Non siamo mostri o cattive persone, non credete che soffriamo già per la sua morte? Credete sia bello trovare il proprio figlio disteso senza vita in bagno?>>

Strinse i pugni.

Alzò la voce.

<<Credi sia bello tinteggiare le mura sporca di sangue? Non chiudere occhio la notte dandosi diecimila colpe e piangendo?>>

Esplose definitivamente come quell'uovo nella sua mano.

Si appoggiò al parabrezza arancione a chiazze di gusci e pianse come una bambina. Phire le era di lato e osservava il suo volto distrutto dalla tristezza e dalla rabbia; le rughe e gli occhi rossi, la pelle ruvida e secca, l'aria cupa intorno a lei.

Si inginocchio per guardarla negli occhi.

<<Ascoltami, capisco quanto tu stia soffrendo e non sono qui per lucrarci o per girare un dito nella piaga, sono qui per questo maledettissimo volo. Ti va di andare a prendere un the? Mi sembra di aver visto una caffetteria mentre venivo>>

Era Alex o Phire a parlare? In tanti anni, la sua voce non aveva mai assunto un tono tanto dolce.

<<Perché dovrei fidarmi di te?>>

<<Ti prego ascolta, se non fosse stato importante, non sarei qui in ginocchio>>

Si allontanò dall'auto pulendosi le mani sulla tuta grigia.

<<Ti chiedo cinque minuti, mia madre dice sempre che una tazza di the non si rifiuta mai>>

Si incamminarono in silenzio, entrambe con il capo basso, Mary sembrava alleggerirsi secondo dopo secondo. L'insegna "Coffe, te' & muffin" era sempre più vicina.

<<So che il mese prossimo prenderai un volo aereo per la capitale, ci sarò anche io, ma so che quell'aereo cadrà">>

<<Non è divertente, farmi venire fin qui per parlarmi di morte>>

<<Ascolta, sogno tutte le notti lo schianto dell'aereo. Per questo sogno sono stata da una veggente, sono stata sbattuta fuori dall'aeroporto, mi sono ritrovata nuda sul divano di casa si uno chef>>

<<Quindi ti prego ascoltami, non ti sto dicendo che sicuramente cadrà e moriremo, solo che dovrai esserci, che qualsiasi cosa accasa ci sarai, perché solo se ci saranno tutti i nomi su questa lista, allora ci salveremo>>

Con la mano, appoggiò sul tavolo la lista dei passeggeri, Reo ed Erni erano segnati con una v vicino, altri nomi avevano delle frasi abbozzate.

<<Qui non c'è Berl>>

<<Chi è Berl?>>

<<Mio marito, quasi ex>>

Si era sempre fidata ciecamente della lista, ma ora le cose stavano cambiando, mancava il nome del signor Lesons, e se non fosse l'unico?   

AIIRÓPLANE [Sospesa]Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt