Peccato capitale

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6.


Più facile ottenere la lista passeggeri di un volo nazionale che trovare Alex, di cui non aveva notizie nonostante fossero passate ben quattro ore da quando era stata delicatamente accompagnata all'uscita da due armadi a quattro ante.

Decise di entrare, frugò nella borsa ed indossò gli occhiali da sole, la sciarpa e tirò su il cappuccio. Se prima non l'avevano arrestata, questa sarebbe stata sicuramente la volta buona, ma dall'altro canto la polizia aeroportuale era stata chiara:"via di qui".

Cercò di camminare come un ninja, in modo silenzioso, il suo tentativo di non dare nell'occhio fallì miseramente . Abbandonò il travestimento dopo l'ennesimo sguardo spaventato di una signora sulla settantina.

Perlustrò tutte le file, passeggiando avanti e indietro, decise addirittura di fischiettare con fare teatrale, si sentiva un vero agente segreto in missione. La prima zona era stata esaminata ma ancora nulla, nessuna traccia del bersaglio.

<<Obbiettivo non individuato, l'agente segreto 00S si dirige in zona 2. Passo e chiudo>>.

Teneva premuta la mano contro l'orecchio immaginando di parlare con il suo aiutante seduto dietro ad un computer ed infiltrato nella rete di sorveglianza.

Passò al bagno.

Bang, con un calciò aprì la porta e diede il via libera per entrare. Aveva superato i venti anni da un po' ma in quel momento si sentiva una dodicenne felice.

Si chinò e a quattro zampe osservò le scarpe delle donne sedute sui gabinetti; il pavimento era sporchissimo e appiccicoso, non che l'odore fosse migliore; il perché fosse li a terra non lo sapeva, si era così lasciata trasportare dal gioco che aveva analizzato solo dopo diversi minuti cosa stesse facendo e soprattutto dove. Abbandonò la missione e corse a lavare le mani, neanche l'acido sarebbe servito dopo quello che aveva toccato; cercò di dimenticare immediatamente l'accaduto mettendo le mani in tasca quasi per tenerle in quarantena.

Nell'aeroporto riecheggiò una risata a lei familiare, anche se le ricordava il verso di un'oca torturata, non riuscì ad associarla ad un volto ma era sicura che l'avesse sentita almeno una volta nella sua vita.. sarà stata di qualche collega?

Proveniva da un bar poco distante, nel settore est, dove era stata portata inizialmente dalla sicurezza; non poteva assolutamente passare per quella zona, l'agente 00S sarebbe finito in una trappola e la sua copertura sarebbe caduta. La curiosità era troppa: si incamminò.

<<Non sono stati avvistati potenziali nemici nei paraggi, procedere con la missione "riconosci risata". Passo>>.

Era tornata bambina, un formidabile agente segreto dallo spiccato intelletto e campionessa di arti marziali. Arrivò a destinazione senza nessun problema, tra le sue doti si convinse di avere il passo felpato di un ninja.

C'erano molte persone a quel bar, doveva avvicinarsi e osservare i volti altrui per identificare la fonte.

L'attenzione di 00S fu catturata da qualcosa. Appoggiati al bancone c'era una coppia che rideva animatamente, sembravano divertirsi molto e a giudicare dai bicchieri vuoti al loro fianco, parte del merito era dell'alcool. Erano Alex e un bell'uomo sulla trentina tirato a lucido e con una ventiquattrore che dall'aspetto sembrava essere molto costosa.

Possibile che mentre lei veniva arrestata Alex si era lasciata sedurre da un belloccio qualsiasi?.

Anche se la voglia di andare al bancone del bar e trascinarsi via la minuta traditrice prendendola per un orecchio era forte, decise di comportarsi da brava amica e di aspettarla in macchina. Ritornò al parcheggio preparandosi il discorso, dopo anni e anni di rimproveri da parte di sua madre aveva imparato molto e da una parte era contenta che toccasse finalmente a lei farne uno, l'abbandono di un compagno sul campo di battaglia è considerato come alto grado di tradimento; 00S era in parte ancora in lei.

<<Hey Phire, com'è andata?>>.

Con voce felice, innocente, Alex si avvicinò alla macchina con un'espressione molto simile a quella che ha uno studente dopo aver risolto un problema di matematica; dagli angoli della bocca partivano delle rughe d'espressione che come le creste d'onda in seguito ad un tuffo di un sasso in un lago si propagavano fino alle guance, era una faccia inquietante, felicemente inquietante, troppo tenera per poterle portare rancore.

Parlarono del misterioso uomo con la ventiquattrore per tutto il tragitto.

"La vita a volte sa essere davvero crudele.. lei incontra un ricco uomo d'affari di ventisette anni, bellissimo, sportivo e super simpatico, o almeno da come racconta Alex; mentre io vengo trasportata da due omoni avanti e dietro come una valigia, interrogata e cacciata; il tutto per una semplice lista passeggeri."

Un pensiero non puro, che rischiava di scapparle da bocca, di sminuire il colpo di fulmine di Alex. Come fanno i bambini, chiuse la bocca e gettò la chiave.

Se l'invidia e' davvero uno dei sette peccati capitali, in quel preciso istante la mente di Phire era la più grande peccatrice del pianeta, meritava di diritto di entrare nella seconda cornice del purgatorio Dantesco. Era felice per la sua amica ma quel pensiero definito dalla chiesa come vizio capitale era sicuramente più forte di qualsiasi altra emozione felice o triste che fosse; neanche il vento che passava tra il rivestimento in gomma ed il finestrino abbassato che le scombinava i capelli, riusciva a spazzare quei pensieri. Cosa voleva effettivamente la vita da lei?

AIIRÓPLANE [Sospesa]Where stories live. Discover now