Predizioni

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3.

Un aereo in volo tra le nuvole, i colori del tramonto negli oblò, un grosso schianto. Urla nella notte.

Come se risucchiata, Sapphire si alzò di scatto con il busto. Aveva l'affanno.

La frequenza dei respiri iniziò a diminuire, il petto si alleggerì piano piano. Osservò quello che la circondava: le sue lunghe gambe intrappolate tra le lenzuola, le coperte in disordine, Alex immersa nei suoi sogni, il cuscino a terra. Sembrava ci fosse stata una lotta tra lei e il letto, l'unica spettatrice non si accorse di nulla, dormiva come un angioletto. Fu quasi invidiosa di lei.

Scivolò fuori dalle lenzuola senza fare rumore e si sedette con le gambe incrociate difronte la finestra.

Al di là del balcone regnava la pace, il silenzio, l'unico rumore era quello del vento, un soffio leggero contro il vetro. Si spensero i lampioni delle strade, secondo dopo secondo il cielo diventava sempre più rosa, il sole stava sorgendo. Chiuse gli occhi e immaginò di attraversare il palazzo che aveva difronte, di cancellarlo con una gomma, era l'unico ostacolo tra lei e l'alba. La immaginò di un rosa intenso, una palla infuocata che spuntava dal mare e proiettò quella immagine sulle palpebre abbassate come una pellicola in un cinema.

Prese il suo telefono e rispose ad un messaggio della madre, non la vedeva da tanto tempo, ma non aveva mai smesso di sentirla, a differenza del padre il cui rapporto anno dopo anno sembrava sempre più freddo. Scrisse al signor Sobs, quella mattina si sarebbe assentata, avrebbe usufruito delle ferie che le spettavano e che da quando aveva iniziato a lavorare non aveva mai usato. Era molto presto e sperò che il rumore del nuovo messaggio ricevuto non lo svegliasse. Nessuna risposta immediata, dormiva ancora.

L'acqua calda della doccia scivolava sul suo corpo nudo, era lì immobile mentre si godeva quel massaggio. Chiuse gli occhi. Non pensò a nulla, staccò la spina e si rilassò godendosi quei minuti di relax. Il calore le sciolse le spalle e il collo, si massaggiò con il bagnoschiuma. Rivisse le scene della sera precedente, le risa, la telefonata, la sua domanda, la rubrica rossa. Passò l'asciugamano sul suo corpo bagnato. Le note del piano si contrapposero al russare di Alex. Rise.

Faceva molto caldo quella mattina, il sole era forte nonostante fossero appena le otto, non c'erano nuvole in cielo che assomigliava ad un'immensa volta celeste, come se il vento nella notte avesse spazzato via i resti del giorno precedente.

La signora Ocanom abitava poco distante da New Stadt City. A Gicamville. Presero un taxi.

Si sentì strana, come se stesse andando dal dottore, Alex le prese la mano e la strinse forte, a momenti quasi la stritolò, era ansiosa ed euforica.

La veggente abitava in un piccola casetta alle spalle di una chiesa sconsacrata. Le strade di quella zona le ricordavano la periferia, buche, dossi e pezzi di auto. Le mura della casa erano giallastre, macchiate, vittime delle intemperie così come la cancellata che separava Sapphire e Alex dal suolo privato.

Avanzarono lentamente mentre la loro attenzione fu catturata dalla cassetta della posta. Era piena di lettere come se la casa fosse abbandonata da anni. Camminarono sull'erba incolta, ormai il prato aveva inghiottito il lastricato in pietra che portava alla porta.

Bussarono. Sentirono uno strano rumore, sembrava una sedia strusciata sul pavimento. Dei passi si avvicinarono al loro. La tenda della finestra accanto si sollevò velocemente. Attimi di silenzio e poi un "clack"e la porta si aprì.

Claudia era completamente diversa da come Phire se l'era immaginata. Doveva avere massimo due o tre anni in più rispetto a lei, capelli lunghi e neri. Aveva un solco sul mento che le ricordò un piccolo cratere e uno strano tatuaggio sulla fronte, sembravano tanti puntini neri in fila verticale poco sopra al naso. Indossava una vestaglia celeste che le arrivava fino alle ginocchia tenuta chiusa da una sottile cintura, un pantalone grigio che sembrava a tutti gli effetti quello di un pigiama e delle pantofole blu elettrico con un fiocchetto. Le fece accomodare.

Doveva essersi svegliata da poco, si passò spesso le mani sugli occhi. Sbadigliò.

Prese delle carte e dei pezzettini di legno e li sparpagliò con cura sul tavolo che aveva difronte. Zittì Sapphire con un gesto mentre chiuse gli occhi. Le sue mani si muovevano in modo confusionario sfiorando ciò che era sul tavolo, scelse alcuni pezzi. L'espressione che aveva sul volto non era rassicurante, strizzò gli occhi e ritirò le sottili labbra, sembrava quella di una persona preoccupata, una persona non serena.

Aprì gli occhi e fissò intensamente quelli rossastri di Sapphire. Si allungò e le prese la mano sinistra. La tenne stretta tra le sue mentre con un dito percorse le linee del suo palmo, calcò con l'unghia la linea centrale.

<<C'è un qualcosa che ti turba, un sogno che ti perseguita>>.

Phire e Alex si guardarono stupite, le loro facce erano sconcertate come se avessero assistito a un miracolo.

<<Cosa vedi nelle tue visioni?>>.

<<Non saprei come descriverle>>.

La risposta di Sapphire fu breve, guardò l'amica negli occhi. Alex era fiduciosa, sorridente, annuì quasi per infonderle sicurezza.

<<Ricordo tanti frammenti di questo sogno. Vedo un aereo, alcuni passeggeri ed uno schianto>>.

Un "Mh" di riflessione e poi il silenzio.

Claudia consultò le carte e poi girò alcuni pezzi di legno, preso un foglio di carta e una penna e a ogni carta pescata trascrisse qualcosa. Poi di nuovo silenzio.

<<Hai idea di cosa significhi questo sogno?>>.

Riguardò una carta e aggiunse:

<<Le entità si sono espresse>>.

Sapphire scosse il capo da sinistra verso destra, non riuscì a guardala negli occhi, il suo sguardo rimase fisso sul disegno di cranio su due ossa incrociate presente su una carta. Di certo non era una veggente come Claudia ma non le ci volle tanto per capire cosa indicasse:La morte.

<<Prenderai un aereo il mese prossimo>>.

<<Un aereo? Impossibile non ho nessun viaggio in programma>>.

Phire la guardò con aria perplessa, prendere un aereo e non saperlo un mese prima le sembrò un'assurdità.

<<Prenderai un aereo il mese prossimo>>.

Ripeté la frase con un tono arrabbiato, strinse forte nella mano alcuni pezzetti di legno, concentrò li la sua frustrazione di essere costantemente interrotta.

<<Il tuo aereo cadrà>>

<<Però Sapphire, il destino sarà clemente con te!  L'aereo cadrà solo se non ci saranno tutti i passeggeri. Dovrete esserci tutti al momento del decollo così arriverete a destinazione integri>> .

Girò una carta e l'avvicinò verso la mano di Phire, era quella che aveva rapito il suo sguardo, quella con il teschio.La morte.

<<Vedi? Questo sarà il tuo futuro ma hai la possibilità di rimandare la tua fine >>.

Claudia era molto convincente con i suoi occhi spalancati e la sua sua voce calma.

<<Cosa deve fare?>>.

Tra tutte le voci, quella di Alex era la meno adatta in quella situazione, era sprizzante di gioia, eccitata.

<<Solo assicurarsi che tutti, e ripeto tutti prendano quell'aereo quel giorno>>.

<<Con tutti cosa si intende?>>

<<Ragazzina, tutte le persone che in teoria dovrebbero essere sull'aereo al momento del volo! Non deve mancare nessuno, nessuno posto vuoto>>

La conversazione si concluse così, le carte non dissero altro; solo che nei giorni seguenti avrebbe saputo del volo, che avrebbe ricevuto un segno e che ne avrebbe capito di più.

"Solo assicurarsi che tutti prendano l'aereo", questa frase riecheggiò in Sapphire come un eco in una caverna. 

Tornò a casa più confusa di prima, le carte le dissero tutto e niente, di un aereo e di un compito, ma davvero sarebbe stata in grado di convincere dei passeggeri a prendere il loro aereo?

 E tra tante persone perché proprio lei?.

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