My butler | ERERI/RIREN

Capitolo 29

Le strade sono quasi isolate, buie. Il quartiere è parecchio piccolo, occupato da ville, grandi e piccole, una accanto all'altra, e da immensi prati verdi, ora dominati dalla notte, ma solitamente da un bellissimo cielo azzurro e dal sole che filtra fra le foglie degli alberi, dalla leggera brezza estiva e dai sorrisi dei bambini che giocano, rincorrendosi fra di loro.

Mi fermo immediatamente quando noto, sdraiato sul morbido prato a guardare il cielo, Eren.
Freno e scendo dalla macchina silenziosamente.
Prima di avvicinarmi mi guardo intorno, riconoscendo il parco in cui mi trovo.
È qui che Eren per la prima volta ha rivelato di essere innamorato di me, anche se non a me, ma a Jude, che a quel tempo non conoscevamo.

Il fantasma di un sorriso appare sul mio viso, per poi scomparire quasi immediatamente.
A passo lento raggiungo la figura di Eren sul prato e, nonostante sappia che ormai mi ha notato, mi siedo accanto a lui sempre in silenzio.
Poggio le mani sull'erba sottile, leggermente bagnata, sentendo l'aria fredda di Gennaio attraversarmi il corpo come se mille aghi mi stessero pungendo la pelle.
Poggio la testa a terra poco distante da quella del castano e rilasso il corpo, chiudendo gli occhi.

Quando li riapro sopra il nero infinito del cielo dinnanzi a noi, si nota l'ombra di qualche stella quasi invisibile a causa della luce della città. Rimango a fissare i punti luminosi, sentendo solamente l'aria attraversarmi completamente i polmoni, lasciandomi avvolgere dalla fredda brezza e dal lontano rumore di auto e voci delle altre persone del vicinato.

<<Levi, chi è Hanji?>> mi irrigidisco, perdendo tutta la tranquillità e la rilassatezza che avevo acquisito osservando il cielo e lasciandomi abbandonare alle sensazioni.
<<Nessuno Eren, Hanji è solo un'amica di vecchia data...>> sussurro, continuando a guardare il cielo.
<<E Isabel?>> domanda ancora.
Sussulto, ma non lo dò a vedere.
Il suo nome sembra risuonare nella mia testa come un fulmine in piena tempesta.
Rimango in silenzio.

<<Non mi dici mai niente, vedi? Non so niente di te, è sempre così...
Sai... io ci credevo davvero in quella promessa... una cosa così stupida... eppure ero così emozionato. Mi sono illuso, mi sono fatto film mentali e ho pensato che forse finalmente ti avrei visto fare un sorriso... sono proprio un idiota...>> sussurra.
<<Eren...>> inizio.
<<E poi>> mi interrompe <<La mattina della vigilia tu non c'eri. L'unica cosa a cui riuscivo a pensare era "ha rotto la promessa" ma poi mi rincuoravo convincendomi che certamente avevi avuto cose più importanti da fare.
La tua vita per me è un mistero, mentre sembra che tu, invece, sappia tutto di me, riesci a leggere ogni mio comportamento con un solo sguardo, senza bisogno nemmeno di sforzarti>>
No Eren, la verità è che sei tu ad essere un mistero per me.
Come fai a farmi sentire così? Un solo sguardo mi fa restare incollato ai tuoi occhi per un'intera giornata. Un tuo solo sorriso fa sentire meglio anche me, nell'abisso del mio cuore.
Quanta rabbia mi fa accorgermi di pensare sempre e solamente a te, anche quando sono lontano.
Sei tu il mistero, non io.

<<Eren, giuro... davvero... con tutto me stesso che non romperò un'altra promessa.
Tu non sei un idiota, non sei il solo che voleva solamente vedere l'altro sorridere. Non sei il solo che ci sperava realmente. Sai, era il primo Natale che passavo realmente con qualcuno a me caro dopo tanti anni...
Ma ho avuto dei problemi... tanti problemi che mi perseguitano da troppo tempo. Finché non risolverò questi problemi non potrò mai lasciarli e passarci avanti.
Prima o poi ti dirò tutto, ma per ora, ti prego, aspetta>> dico, continuando a guardare il cielo, o almeno fino a che non sento il suo sguardo su di me.

A quel punto afferro i suoi polsi e mi metto a cavalcioni su di lui, riuscendo finalmente a guardarlo di nuovo negli occhi.
<<Quand'è che ti abbandonerai completamente Levi?>> domanda, con sguardo serio, mordendosi un labbro.
<<Presto>> dico solamente, fiondandomi sulle sue labbra in un bacio disperato.