non cosí

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Il mattino dopo chiamai Dom,3 volte. Alle 9 del mattino. Alle 3 del pomeriggio. Alle 8 di sera ma non rispose,il telefono suonó a vuoto.
Decisi comunque di andare al bar ma Lui non venne e non mi richiamó.
"Marco" salutai il barista sedendomi al bancone "cosa ti porto? Hai l'aria di un uccellino smarrito" "ti ringrazio" assunsi un'espressione schifata "tranquilla,volevo solo dire che hai l'aria di un piccione che si é appena schiantato contro questa porta" scoppiai a ridere.
"oh,Marco,perché le mie relazioni non possono essere cosí?" "Cosí come?" Chiese dandosi da fare con gli alcolici "cosí,semplice e spensierata" "perché le relazioni non sono superficiali come la nostra conversazione" mi porse un bicchiere pieno,quasi fino all'orlo,di color bordó "che cos'é?" Chiesi osservandone il colore "l'ho chiamato <<the blody soul>>" "oh,l'anima insaguinata eh?" "Studi inglese?" "Scherzi? Chi non studia l'inglese al giorno d'oggi?" Abbassó il labbro inferiore corrucciandolo "comunque lo studio anche al di fuori della scuola perché mi piace,anzi ne sono ossessionata." Aggiunsi con entusiasmo.

"Non c'é piú nessuno" osservai "non che prima ci fosse molta gente" "potresti approfittarne per chiudere ed uscire oppure andare a casa,quello che ti piace fare quando non sei qui" mi alzai e feci per prendere il telefonino sul bancone,Marco posó un bicchiere sul bancone e lo riempí "chiudo il negozio e stiamo un po' insieme,dai." "Uhm,va bene."
"Deduco che con Dom non vada molto bene" "il problema sono per lo piú io" ammisi buttando giú un sorso di Vodka "non dire cosí" "oh no,no,non lo dico cosí per dire,sono io per davvero." "O forse il problema é Lui" "che vuoi dire?" "Voglio dire che magari non ti senti a tuo agio con Lui" "e continuo ad essere io il problema" sospirai "tu non é che per caso hai il suo indirizzo di casa?" "No" sembrava infastudito e pensai fosse la mia presenza,divenuta scomoda,ad infastidirlo.
"Io vado.." lo informai con la mano già sulla maniglia "allora..a domani" conclusi.
Uscí dal bar e mi diressi a casa.
"Chi si vede" esclamai tirando fuori dalla borsa le chiavi "dov'eri? Ho provato a chiamarti almeno una decina di volte" "in giro Dom,in giro." "Hai bevuto?" Il suo tono non mi piacque affatto "ma chi sei? Mio padre?" Sbottai rigirandomi le chiavi tra le dita "dimmi un po' Lucrezia,quanto hai bevuto? Sentiamo" "Dio,la smetterai mai di essere cosí rigido?" Sbottai nuovamente "io sarei rigido? Questa é bella" "beh?" "Cosa?" "Cosa ci facevi qui?" "Ti stavo aspettando" "wow,dopo che non rispondevi nemmeno alle mie chiamate?" "Volevo portarti a fare un picnic" indicó il cestino in vimini "dopo che non rispondevi alle mie chiamate? Non funziona cosí." Aprí la porta di casa,entrai,chiusi a chiave,mi stesi sul divano per guardare la tele e li mi addormentai.

A letto con FreudWhere stories live. Discover now