- Cavoli miei? -.

Mi sedetti sul letto, con le mani in grembo. - Giusto. La condizione del tuo stomaco non dovrebbe essere nemmeno affar mio, ma ho portato questi - disse, mettendo il sacchetto sottosopra per svuotarlo. Una serie interminabile di merendine e schifezze varie delle macchinette si riversò sul mio letto. Si venne a sedere al mio fianco con un Twix in mano, incrociando le gambe e scartando il suo dolcetto.

Cedetti alla tentazione e mi allungai per afferrare un pacco di M&M's dal pacchetto blu. Le mie preferite, tra l'altro.

- Quindi, oggi ti sei persa il litigio tra Harry e Lindsey. È stato qualcosa di epica. Stavamo mangiando le lasagne quando sono arrivati al tavolo urlando come matti. A quanto pare Harry ha scoperto che sua sorella indossa i perizoma -.

Soffocai una risata, mettendomi in bocca un confetto dopo l'altro. - Ah, e Harry mi ha detto di dirti che pomeriggio ci saranno le prove al garage - mi informò, con la bocca piena.

Ballare era la mia valvola di sfogo, ma da una parte non ero in vena di uscire e vedere gli altri. Mi sarebbe piaciuto andare in quel vecchio laboratorio di musica e ballare lì, tra gli strumenti e con le finestre aperte. La rabbia e l'adrenalina che mi scorrevano nelle vene, la paura palpitante di essere scoperta.

- Dovresti uscire un po'. E poi qui dentro c'è aria viziata -. Si alzò per andare ad aprire la finestra sul giardino e, dopo averlo fatto, si mise le mani sui fianchi e mi guardò insistentemente. - Che c'è? - chiesi, scrollando le spalle con nonchalance e mettendomi in bocca altri confetti.

- Tu ti alzi, ti fai una doccia e vai a quelle maledette prove -.

***

Quando tornai al campus, avevo appena capito che certe abitudini non cambiano mai. Ballare, ascoltando la musica a palla, mi aveva davvero rilassato e alleggerito, proprio come ai vecchi tempi. Sentivo di avere i nervi sciolti e di aver sbollito la rabbia, per questo decisi che, dopo aver fatto una doccia, avrei chiamato Shawn per provare a spiegargli tutto con calma. Avevo ragione e non dovevo avere paura di parlargli.

Ma -c'è sempre un ma- il senso di angoscia non mi aveva ancora abbandonata. Continuavo a pensare e ripensare a Shawn, anche lungo il tragitto dal garage al campus, e al fatto che ci fosse il 50% delle possibilità che la mia storia con Shawn finisse.

Shawn era stato per anni la mia salvezza. L'unico con cui mi ero confidata e che mi aveva realmente capita e amata per quello che ero. Non si era mai fatto scoraggiare dal disastro della mia famiglia o dal mio essere introversa e anche un po' lunatica. Dopo quasi due anni, avevamo scoperto di amarci ancora, solo con uno sguardo. Avevamo affrontato insieme cose che in pochi sarebbero in grado di affrontare. Aggressioni, morti, cattiva gente e problemi. Tutto questo non poteva essere distrutto nel giro di un minuto.

Quando uscii dalla doccia, ero sfinita, ma ancora intenzionata a chiamargli. Ethan non mi aveva più scritto, fortunatamente. Cancellai quel messaggio e presi un lungo sospiro, prima di comporre a memoria il numero di Shawn.

Victoria aveva fatto la doccia per prima ed era andata subito da Jack. Avevano la camera completamente a disposizione, ora che Shawn era in tour.

Restai con il dito a mezz'aria, incapace di cliccare sul tasto verde.

Mi morsi il labbro inferiore e, vittima di una violenta scarica di adrenalina, pigiai il pollice sulla cornetta.

Segreteria.

Buttai un urlo straziato e chiamai mia madre, visto che non l'avevo più richiamata e sicuramente si stava preoccupando.

- Oh, Annie, finalmente! Che è successo? -.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Where stories live. Discover now