Capitolo 28

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Salii le scale, udendo il dolce trillo emesso dalla bocca di mia madre mentre parlava con i due nuovi ragazzi. Stava già preparando la cena, qualcosa di italiano che Luke amava letteralmente. Carter si era chiuso in camera sua da un po' e io, non essendo riuscita a farlo prima, avevo l'intenzione di chiamare Ethan.

Una morsa ferrea allo stomaco mi faceva sentire male e stavo iniziando a sudare freddo. Quelle cose non si potevano discutere per telefono e rimproverai mentalmente il mio ragazzo per non essere venuto. A quell'ora era ormai rimasto solo nel nostro comodo appartamento di New York. Appartamento che adesso non era più nostro ma loro. Arrivai in cima alle scale e sentii la voce di Carter dietro la porta della sua camera. Evidentemente stava parlando con qualcuno tramite il cellulare.

Entrai nella mia camera, senza perdere altro tempo. Presi il cellulare dalla tasca dei miei pantaloni, avviando la chiamata verso Ethan.

Mi morsi il labbro, sentendo quella brutta sensazione allo stomaco farsi sempre più forte e violenta.

- Annie... - sussurrò - Amore, perché non mi hai chiamato prima? -.

- Ero ancora un po' arrabbiata per quello che mi hai detto - dissi con sincerità, ravvivandomi i capelli in una scarica nervosa. - Scusami, non volevo offendere il tuo amico - rimediò con nonchalance, in un modo futile e superficiale che non mi fece molto piacere. Scossi la testa, sorvolando sul suo tono. - Per rimediare saresti potuto venire qui. Non ho capito il motivo per cui tuo fratello è venuto e tu no - sbuffai, sedendomi sul letto. Avevo paura di passare all'argomento dolente della serata. Come potevo dirgli di aver baciato un altro ragazzo per telefono?

- Dai, tesoro... - mugolò con voce suadente - Devo studiare e poi non faccio molta simpatia a tua madre -.

Ruotai gli occhi al cielo. Sempre le stesse scuse...

- Ma almeno qui ti saresti divertito un po'. E poi ci sono io... -. Una lacrima scivolò lentamente dal mio occhio destro. Mi mancava così tanto! Era un sostegno e stargli lontana era impossibile. Non vedevo l'ora di svolgere l'esame per poter fuggire da quella stressante realtà e rifugiarmi tra le sue braccia. Rimpiangevo i miei mesi passati nella Grande Mela.

- Così mi fai sentire in colpa - piagnucolò. - Voglio tornare lì. Qui va tutto uno schifo, rivoglio la mia vecchia vita a New York - mormorai, gettandomi di schiena sul letto. Le molle del materasso oscillarono sotto di me. - Non puoi vivere così, amore. Che è successo? -.

Mi morsi il labbro inferiore, cercando di trovare un modo per far decelerare il mio battito cardiaco. - A parte il discorso di Richard... - iniziai più nervosa che mai - Devo confessarti una cosa -.

Lo sentii schiarirsi la voce, cosa che fece aumentare la mia ansia. Inspirai profondamente, rilasciando tutta l'aria che avevo nei polmoni. - Non volevo dirtelo per telefono, però sai come sono... -.

Spostai la forza su un gomito per alzarmi e mettermi seduta sul caldo piumone. - Che è successo? - chiese preoccupato. - Io... io... - balbettai - ho involontariamente baciato un'altra persona -.

La bomba era sganciata, solo che adesso stavo precipitando anch'io. Ero sicura che mi avrebbe lasciata, come poteva stare con me? E poi non avevo baciato una persona qualsiasi, avevo baciato il mio ex ragazzo ed Ethan questo non me l'avrebbe mai perdonato. Ultimamente le cose non andavano molto bene fra di noi, ma la mia azione aveva dato il colpo di grazia.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Where stories live. Discover now