Capitolo 23

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Non avevo capito ancora come fosse l'andamento della serata. Però, sapevo che le serate tra amici andavano in due modi. O bene, o male. E ciò lo si capiva già dall'inizio.

Non che avessi partecipato a chissà quante feste, ma semplicemente riuscivo a capire come sarebbe andata una determinata cosa già dal primo momento. E quella sera, quando arrivammo davanti al locale appena aperto, non lo avevo ancora capito.

In compenso, ero certa di due cose. Una: mi trovavo con un gruppo di ragazzi davvero misto. Alcuni li conoscevo dal liceo, altri da qualche settimana e altri ancora non li avevo mai visti. E due: quel locale -da fuori- non sembrava affatto un pub in procinto di fare il suo debutto.

Infatti, il pub era situato nella periferia della città. La distanza dal college era parecchia, cosa che mi infastidiva maggiormente. Aveva una struttura decadente e dei colori che andavano sul bordeaux. Dalle finestre arrivavano schizzi di luce rosa e blu e si sentiva una lieve musica di sottofondo, attutita dalla distanza. La porta era chiusa e lungo tutta la strada non c'era anima viva. A parte un piccolo gruppo di dodici ragazzi, di cui ne facevo parte anch'io. Che poi così piccolo non era.
Quella sera avevo rinunciato ai striminziti vestiti di Lind ed avevo indossato un semplice paio di jeans strappati e una maglia blu e bianca a righe con lo scollo a barca, che lasciava le spalle leggermente scoperte. L'avevo infilata dentro i jeans e poi avevo messo delle scarpe da ginnastica. Sembravo più una quindicenne che stava andando a scuola, ma non me ne curai più di tanto.

Essere lì era il massimo che potessi fare.

Restammo per qualche minuto a fissare il locale. Per essere la sua prima sera, non era molto popolato. Non si udiva nemmeno più la musica a basso volume.
Fuori era completamente deserto e l'unica cosa a produrre dei rumori era il fastidioso ronzio dell'insegna. Quest'ultima era illuminata da dei led colorati che formavano dei disegni che si muovevano.

In quel momento ci trovavamo in un unico gruppo, noi sei, Richard, Shawn e altri due ragazzi accompagnati dalle rispettive fidanzate. Non li avevo mai visti, ma dovevano essere amici di Richard e Shawn, perché li seguivano ovunque, anche se sembravano di poche parole.

- Che posto è mai questo?! - sbottò una di esse. Quel posto faceva cadere le braccia a terra, aveva assolutamente ragione. Vicky aveva fatto un buco nell'acqua quella volta. Finalmente, tutta questa sua voglia di uscire le si era riversata contro.

- Sto per tornarmene al campus - bisbigliò Jodie al mio fianco, mantenendo i denti serrati. - Ti seguo - bofonchiai, senza spostare gli occhi da quello scenario decadente.

- Io direi di entrare. Magari dentro è carino - propose Vicky. L'idea era sua, il fallimento era suo. - E se ce ne andiamo? - sbuffò la bionda - Non è che hai capito male e magari l'apertura era prevista per un altro giorno? -. L'ipotesi di Lindsey era solo un modo carino per dire "Ci hai trascinato fin qui per vedere questo posto di merda? Ora riportaci indietro".

Io mi limitai a guardare i ragazzi mentre esprimevano la propria opinione. Jodie disse chiaramente di voler tornare al campus, ma fu maleducatamente ignorata da un gesto della mano di Victoria, cosa che infastidii anche me. Erano coetanee, ma ciò non dava alla mia compagna di stanza il diritto di trattarla in quel modo. - Io sono d'accordo con l'indiana, questo posto fa schifo - sbottò uno dei due estranei. Perché etichettavano Jodie in quel modo? - Ha un nome, ed è Jodie. E comunque, è nata in America - presi le sue difese. Il ragazzo ghignò divertito dalla mia reazione, portando le mani in avanti in segno di arresa.

La ragazza che gli era più vicina scoppiò a ridere, senza un evidente motivo.
Tornai con lo sguardo sugli altri, incrociando le braccia al petto.

Avevo finalmente capito l'andamento della serata. Pessimo.

Alla fine scendemmo ad un compromesso. Saremmo entrati, se poi il locale si fosse rivelato qualcosa di orripilante saremmo andati da qualche altra parte. Oppure direttamente al campus. Quella folle idea di Vicky non era piaciuta a nessuno, forse nemmeno al suo ragazzo.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Where stories live. Discover now