Capitolo 36

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Aprii la porta anti-panico del dormitorio femminile, desideriosa di sfuggire da quella bassa temperatura che si percepiva all'esterno. Non riuscivo a smettere di pensare al bacio di non molti minuti prima. Era stato qualcosa di profondo e non riuscivo ancora a spiegarmi come diavolo fosse uscito quel "Baciami" dalla mia bocca.

Ormai era sera inoltrata e avevamo anche saltato la cena, ma poco importava, dato che la maggior parte degli studenti non era presente il sabato sera. Quella sera al Paranormal si sarebbe esibita un'altra crew. Io preferivo restare al campus, anche se da quello che avevo capito Harry e Vicky sarebbero andati per valutare le capacità del gruppo avversario, con cui ci saremmo sfidati il sabato seguente.

I classici lampadari a parete davano un tocco ancor più antico ed elegante alla struttura dell'università, dando al posto un'atmosfera calda. Sorpassata la B48, mi venne in mente di andare da Jodie. Quel giorno aveva saltato il pranzo e non eravamo state insieme neanche a cena. Alzai il pugno chiuso per bussare, ma delle voci parecchio agitate mi bloccarono. A causa delle pareti spesse, non riuscivo a comprendere se fossero machili o femminili, o entrambi. Venivano dalla B48, dalla camera di Lind e Jodie o dalla mia?

Qualsiasi discussione fosse in circolo in una delle tre stanze, era meglio allontanarsi. Quindi, mi allontanai cautamente, procedendo in modo lento e rilassato lungo l'infinito corridoio.
- Vattene! - sbraitò qualcuno e a quel punto ebbi la conferma che la discussione in atto fosse situata nella B49. Quella era chiaramente la voce di Jodie e mi venne spontaneo pensare alla lite avuta la sera precedente con Shawn. Quello che era successo all'interno della mia stanza si era sentito così chiaramente da fuori?

Mi fermai, pensando che fosse una semplice lite tra compagne di stanza. Lindsey e Jodie avevano due caratteri completamente differenti, ma non le avevo mai viste litigare in quei mesi. Proprio mentre stavo formulando quei pensieri, la porta della loro stanza si spalancò di botto e un secondo dopo vidi uscire il lato oscuro di Harry che ancora non conoscevo. Il suo ciuffo non era laccato e in ordine come al solito e non riuscii nemmeno a vedere il suo viso, ma ero sicura che non stesse ridendo come la maggior parte delle volte. Non mi notò neppure, accecato dalla rabbia, ma si limitò a raggiungere l'uscita del dormitorio con la rabbia nelle vene.

Aveva lasciato la porta della B49 aperta e a quel punto pensai che doveva essere stata una brutta lite tra fratelli e che la voce che avevo sentito non fosse quella di Jodie, ma di Lindsey.

Facendoci caso, la bionda era piuttosto inacidita dal fatto che non avesse visto il fratello, durante il pranzo. Sospirai, scuotendo la testa e mi incamminai verso la stanza.

Feci un passo all'interno, pronta a bussare alla porta già aperta, ma la chioma rigorosa di Jodie mi destabilizzò. Era seduta su uno dei due letti, con le mani in grembo e sembrava persa nei suoi pensieri. Era stata lei a litigare con Harry? Non potevo credere ai miei occhi. Chiusi la porta ancora confusa.

- Ciao - dissi, andando dritta verso il letto, poi mi accomodai accanto a lei. - Non giudicarmi - ribattè, come se le avessi appena rivolto un grave insulto. - Non lo sto facendo. Ho solo sentito quelle urla da fuori. Credevo che ci fosse Lind qui - spiegai, mettendo una mano sul suo braccio.

Stavo provando a consolarla, ma non avevo capito quale fosse il problema. - Harry ha fatto a botte per colpa mia - confessò con gli occhi rivolti verso il basso. Spalancai gli occhi sconvolta. - Per colpa tua? Con chi? -.

- Ti ricordi quando l'altro giorno ho incontrato Travis, prima della mensa, e mi ha detto che voleva parlarmi? - cominciò. Annuii attenta alla sua narrazione. - In realtà, ecco, lui non è andato via da solo dopo. Harry ci ha raggiunto quando ha visto che ero piuttosto infastidita e gli ha detto di andare via e di lasciarmi in pace. - si fermò un attimo per riprendere fiato e sistemarsi meglio sul materasso, in modo da potermi guardare negli occhi - Poi ieri sera, stavo tornando dalla biblioteca e ho incontrato Travis. Mi ha chiesto di poter entrare nella mia stanza per parlare. Io l'ho fatto entrare e mi ha detto che non dubita più di me e che mi ama ancora. Sono rimasta scioccata, giuro -.

Quel ragazzo con la chitarra in mano 2Where stories live. Discover now