35. A ruoli invertiti

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Fu una coincidenza oppure no? Lasciamo voi a decidere. Fatto sta, che, in entrambe le fazioni, alcuni comportamenti cambiarono radicalmente, si invertirono possiamo dire. Certo, non possiamo garantirvi che Alucard al posto di Integra si comporterebbe in maniera tanto fredda, o che Ciel al posto di Sebastian sia capace di svolgere anche solo un quarto dei lavoretti compiuti dal suo maggiordomo, ma sta proprio in questo la cosa divertente ... solo, perché tutto nello stesso giorno?

Ma partiamo dall'inizio, invece di perdere tempo a cercare cause per capricci del fato ...

Ci siamo lasciati con Integra che aveva appena riportato alla realtà Vlad

«Dove eravamo rimasti?»

«Uhm ... a Van Helsing, immagino» fu la risposta del guerriero, detta a voce bassa e calma «Dicevamo che cercava di uccidermi»

«No, dicevamo che ti ammirava. Ammirava come tu abbia saputo resistere attraverso i secoli, la tua straordinaria forza vitale, quella che ti aveva portato a diventare un mostro, si, ma a conservare te stesso. Certo, come lui stesso aveva detto, era più impellente il bisogno di distruggerti rispetto a qualunque altra priorità: sembrava che non ti ammirasse, che ti disprezzasse, solo perché sapeva che non era saggio concederti il privilegio di saperti ammirato»

«Oh» Vlad sorrise più ampiamente «Quell'uomo era tanto astuto, tanto intelligente ... mi ha fregato come un pollo»

«Oh si. Noi Hellsing siamo sempre stati molto più intelligenti della media»

«Ovvio, Master»

«E tu sei un adulatore, vecchio vampiro»

«Dio solo sa se ho mai mentito ... ingannato, forse, ma non ho mai mentito con le mie parole, non mi sono mai macchiato di questo orrendo peccato. Ed è forse proprio per questo che molti mi odiavano»

«Non c'è che dire, sei davvero interessante senza quell'aura di, di ...» Integra poggiò una mano sulla guancia di Vlad, lentamente, e lui rabbrividì « ... Sai cosa voglio dire? Alucard è così spaccone, così borioso, con te è diverso. Tu, insomma, sei un uomo vero, non un vampiro»

«No, Master, io ... io sono un vampiro»

«Sai cosa voglio dire, non fare il finto tonto» Integra sorrideva in quella maniera così provocante, così selvatica, che se Vlad avesse potuto arrossire lo avrebbe senz'altro fatto «Intendo dire che tu sei nato e morto come un uomo, mentre Alucard è nato come vampiro, sulla base del tuo carattere, radunando in se tutta la tua aggressività. Ma quello che ora ho di lato, se non erro, è un uomo vero, con i suoi gusti personali, con i suoi sentimenti ...»

«Sono un vampiro» ripetè Vlad, stringendosi nelle spalle

«E allora?»

«Non posso permettermi di provare sentimenti, se voglio continuare ad esistere. Solo sete, solo vuoto. Sono un corpo morto che continua a camminare e a cui e concesso, come unico privilegio, di inebriarsi nel peccato dell'assassinio e nel gusto del sangue puro»

«Io direi che sei un poeta»

«Quale poesia è contenuta nelle mie parole? Non c'è poesia che agli uomini possa interessare, nella mia vita ... è solo il canto del sangue, il richiamo della vendetta, un non vita che si protrae per i secoli e si protrarrà ancora a lungo, ma che è incatenata al blasone rosso e bianco della famiglia Hellsing. Cosa mi resta se non di prostrarmi di fronte a voi, lady Hellsing? Non posso più neppure cacciare gli esseri umani, l'Hellsing protegge gli uomini, non posso più neppure uccidere, punire, strisciare, sedurre la preda ... sono un mostro armato di forza bruta che esegue i vostri ordini. Cosa c'è di poetico in tutto questo?»

KuroshihellsingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora