9. La Seconda prova - triathlon casalingo

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Mattino invernale, l'alba. Immaginate voi una casa vuota e buia ed i raggi del sole che penetrano dalle finestre aperte ed enormi, inondando rossicci il mobilio pesante ed antico.

Immaginate di aprire gli occhi lentamente, il corpo ancora caldo di sonno sotto le coperte pesanti. La giornata è tutta davanti a voi, potete fare tutto ciò che volete. Immaginate di vedere le ombre che si rimpicciolivano e il trionfo dell'oro che si lanciava sulle pareti, la luce che distruggeva le tenebre della lunga notte invernale.

Questo era quello che provava Integra quella mattina, svegliandosi. Ancora insonnolita guardò l'alba. Poi udì l'urlo, quell'urlo che non credeva di dover più sentire ... era disperato.

Era il suo vampiro, Alucard, che in teoria non doveva avere paura di niente, e che invece si stava sgolando terrorizzato.

«Master! Master! Master!» Alucard cercò di aprire la porta, ma la stanza di Integra era chiusa a chiave.

Tremando vide la luce che serpeggiava sul pavimento, cercando di raggiungerlo, e le sue mani forzarono il pomello della porta

«Master!» gridò ancora, poco prima di buttare giù la porta.

Sapeva bene che quello che aveva appena fatto era un crimine di gravità assoluta, qualcosa che nessun'altro membro dell'associazione Hellsing avrebbe anche solo mai potuto pensare di fare. Aveva appena violato la camera sacra del master Integra! Aveva appena distrutto la calma del sonno di lei! Sarebbe stato di sicuro fatto a striscioline ... ma meglio ridursi a striscioline per mano del Master che venire sconfitto da qualcos'altro che si avvicinava insieme all'alba e alla canzone ... quella canzone orribile ...

Integra scattò a sedere sul materasso

«Alucard!» ruggì «Hai buttato la porta!»

«Master!» il vampiro si infilò nel letto di Integra e si rannicchiò «Master!».

Integra sospirò, seccata

«Che ti succede? Tu non hai paura di niente ... che diavolo ti è successo?»

«L'alba!»

«Se non erro tu non dovresti avere paura del sole, l'Hellsing ha fatto in modo che esso non ti colpisse, sei stato modificato geneticamente perché tu fossi il migliore. Non devi temere l'alba! E ora subito giù dal mio letto!»

«Ma Master!» Alucard si coprì la bocca con il lenzuolo, tirandoselo fin sotto il naso affilato «C'è di nuovo quella canzone orribile!»

«Quale canzone?»

«Quella del re leone!»

«Si, lo so» Integra si alzò dal letto «L'ho notato. La hanno trasmessa gli altoparlanti che sono presenti giù in cucina ... è un modo per darci la sveglia. Non avrai mica paura?» con queste parole sperava di stuzzicare il lato impavido e fiero del vampiro, ma Alucard si coprì completamente la testa con il lenzuolo

«Peggio, vado nel panico» mormorò, con la voce soffocata «Proteggimi!»

«Dovresti essere tu a proteggere me, ragazzo!» Integra sollevò un indice ammonitore, poi, quando si accorse che il suo vampiro non poteva vederlo, afferrò la coperta e la tirò via «Vieni fuori da lì, non ti succederà niente, è una promessa»

«Va bene, Master» Alucard si acquietò immediatamente e si alzò con calma.

Integra lo colpì con un pugno dietro la testa

«E non fare mai più una cosa del genere!» disse «Non sei un bambino ed io non sono più una bambina»

«Peccato» Alucard inclinò la testa da un lato in una maniera che avrebbe dovuto essere tenera, ma che rimaneva truce «Adoravo quando, da piccola, volevi dormire insieme a me»

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