Nessuna alternativa

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Doveva essere mattina già da un pezzo quando mi svegliai con un fastidioso fruscio alle mie spalle. Mi voltai spaventata trovando solo un tasso che zampettava tra le foglie secche ed il sollievo fu immenso.
Attorno a me non c'era nessuna casa inquietante e nessun uomo senza volto. C'erano solo alberi.
Mi alzai leggermente intontita e cercai di fare il punto della situazione, spazzolandomi via dai jeans i resti di foglie secche attaccati.
Forse ero semplicemente svenuta e avevo fatto quell'incubo spinta dalla suggestione. Non ricordavo molto della sera precedente, se non il panico e quell'orribile testa bianca senza faccia.
Infilai subito la mano nelle tasche, trovandole tristemente vuote fatta eccezione della collanina con l'incisione "Mia".
Iniziai a cercare furiosamente tra le foglie, sperando fosse caduto lì da qualche parte, ma non c'era traccia alcuna del mio cellulare e senza di quello ero davvero nei pasticci. Probabilmente qualcuno mi stava già cercando e presto sarei potuta tornare a casa, ma senza il cellulare sarebbe stato più difficile.
<<Chi abbiamo qui?>> domandò una voce dietro di me. Era profonda e faceva venire quasi i brividi.
Alle mie spalle trovai quello che all'apparenza sembrava un comune ragazzo, fatta eccezione per la maschera blu con una strana sostanza nera sopra che colava.
Nella mia testa le parole iniziarono a vorticare senza sosta.

<<Guarda Grace! Lui è Eyeless Jack, anche se in verità dicono si chiami Jack Nichols. È stato sacrificato al demone Chernobog in un rito satanico, dove gli sono stati cavati gli occhi. Questa maschera blu la indossa praticamente quasi sempre ed ha una strana sostanza nera che gli cola giù dalle orbite vuote. Ah, dimenticavo... lui mangia i reni.>>

Il ragazzo davanti a me era schifosamente simile alle stupide fanart che Mia mi aveva mostrato fino alla nausea. Era uno dei suoi preferiti e quello che forse mi era rimasto più impresso, insieme al tizio col sorriso che amava e il ragazzo con le accette... Toby o qualcosa di simile.
Mi ritrovai ad indietreggiare terrorizzata e prima ancora di poter realizzare stavo già correndo tra gli alberi senza una direzione precisa.
Il ragazzo non diede l'impressione di seguirmi e tirai un sospiro di sollievo continuando a correre.
In lontananza potevo vedere il tetto mezzo fatiscente di una casa in legno abbandonata ed i ricordi della notte prima mi rimbalzarono dolorosamente in testa. Iniziai a realizzare di non averlo solo sognato, anche se mi veniva difficile spiegare il mio risveglio diversi metri più dietro e la scomparsa del mio cellulare.
Cambiai direzione, per niente desiderosa di avvicinarmi a quella catapecchia, ma mi paralizzai notando un altro ragazzo fermo davanti a me. Portava una felpa bianca macchiata orribilmente di un liquido cremisi fin troppo simile al sangue ed aveva un'aria dannatamente familiare.

<<Lui è Jeff the Killer, il mio preferito. Lo riconosci per il sorriso che si è autoinflitto asportandosi le labbra e parte delle guance e per le palpebre bruciate. Guarda poi che occhi azzurri che ha, non lo trovi bellissimo?>> domandò Mia, mostrandomi eccitata una sua foto.

Il tizio davanti a me rispondeva dannatamente alla sua descrizione, fatta eccezione per lo sfregio a mo' di sorriso. Non vedevo nulla del genere sul suo viso, se non dei segni bianchi cicatrizzati sulle guance.
<<No>> sussurrai io arretrando <<deve essere solo un brutto sogno.>>
<<Cosa ci fa una bambolina come te sola nella foresta? Potresti incontrare il lupo cattivo, non te l'hanno detto?>> domandò lui con uno strano tono di voce suadente.
<<Chi sei?>>
<<Chi sono io? Io sono il lupo cattivo, tesoro>> rispose lui, mostrandomi un sorriso che non aveva nulla di rassicurante.
Il ragazzo azzardò diversi passi verso di me, ottenendo in risposta solo un maggior allontananento da parte mia.
<<Mi piace quando cercano di scappare, rende più eccitante la cattura>> disse lui, leccandosi le labbra.
Mi rifutavo di pensare che quello fosse davvero Jeff the Killer e quello di poco prima Eyeless Jack.
Loro non esistevano, no?
Forse loro non erano reali, ma la paura che stavo provando lo era. Così come la figura bianca cadaverica che continuava ad avanzare verso di me.
Tutto di lui era dannatamente più inquietante del ragazzo in maschera incontrato poco prima e la cosa non sembrava promettere bene.
Non realizzai di essere spacciata per davvero finché il ragazzo non tirò fuori un lungo coltello dalla tasca della sua felpa.
Il ragazzo aprì la bocca per dire qualcosa, ma non restai abbastanza a lungo da scoprire cosa. Mi ritrovai a correre per l'ennesima volta in quella dannata foresta con le lacrime che sferzavano sul mio viso e il desiderio di incontrare qualcuno, chiunque, disposto a trascinarmi via da quell'incubo.
Sentivo dei passi affrettati e non mi servì voltarmi per capire che il ragazzo mi stesse seguendo, a differenza di quello incontrato poco prima. Il rumore delle sue scarpe sulle foglie sembrava sempre più vicino minuto dopo minuto e non ci mise molto a raggiungermi. Percepii il peso del suo corpo sulla mia schiena e caddi a faccia avanti, schiacciata sotto di lui.
<<Sei veloce per essere una ragazza, ma non abbastanza>> mi sussurrò lui all'orecchio, quasi col tono di un gatto che faceva le fusa.
Il mio istinto di sopravvivenza agì al posto mio, tanto che non mi sfuggì la pietra grande come un pompelmo a pochi centrimetri dalla mia mano. Prima che il ragazzo potesse anche solo realizzare l'afferrai e la feci scontrare violentemente sulla sua tempia. Sentii la sua presa diminuire e ne approfittai per scrollarmelo di dosso, ricominciando a correre.
<<Lurida puttana>> sentii urlare diversi secondi dopo.
La sua voce adesso era piena di rabbia e sembrava una promessa di morte.
Questa volta il mio vantaggio su di lui era maggiore e valutai davvero la possibilità di cavarmela da quella situazione, mi bastava solo ritrovare il viale.
Corsi a perdifiato per minuti interi, col sottofondo delle urla del ragazzo in lontananza, forse troppo lontano per recuperarmi.
La speranza bruciava vivida verso di me, talmente forte che fu terribile per me sentire una salda presa attorno al polso. Stavo correndo talmente veloce che lo strattone in risposta bastò per farmi cadere addosso alla persona che mi aveva afferrata. Alzando lo sguardo trovai per la seconda volta davanti a me una maschera blu striata di nero.
<<Ce l'avevi quasi fatta, ma non posso proprio lasciarti andare. Hai visto troppo e lo Slenderman non me la farebbe passare liscia se scoprisse che ti ho permesso di fuggire. Mi dispiace, mi dispiace davvero credimi>> mi spiegò, resistendo a tutti i miei tentativi di ribellarmi, la sua voce sembrava sincera ma non mi fu di conforto alcuno. Ero talmente guidata dalla paura e dall'istinto di sopravvivenza che gli mollai automaticamente un calcio sullo stinco destro nel tentativo di fargli mollare la presa, ma lui doveva essere più furbo del ragazzo di poco prima; tanto che mi ritrovai premuta contro l'albero, contro la quale era poggiato fino a poco prima, e con le braccia bloccate dietro la mia schiena.
Notai con la coda dell'occhio il ragazzo in felpa bianca arrivare e cercai di ribellarmi ancora più forte, ottenendo in risposta solo una presa ancora più salda da parte del tizio in maschera.
<<E bravo Jack, mi hai riacchiappato la puttana. Adesso lasciala pure a me>> disse lui. Sgranai gli occhi al suono di quel nome, realizzando davvero di trovarmi intrappolata contro un albero dallo stesso Eyeless Jack di cui avevo tanto screditato l'esistenza per lunghi anni.
<<Potrei non averne l'intenzione>> rispose il fantomatico Jack, ammorbidendo leggermente la presa.
<<L'ho vista prima io>> ringhiò il ragazzo in felpa, probabilmente Jeff the Killer visto quanto stavo vedendo. Ero talmente stordita da sentire le forze venirmi meno e le lacrime scendere sempre più copiose sul mio viso.
In che razza di situazione ero finita?
Perché proprio a me?
<<Io non credo proprio>> rispose Jack.
<<Razza di puttanella, parla o ti sbudello... chi hai visto prima tra noi due?>> mi urlò contro lo psicopatico col coltello in mano.
Il terrore era troppo e nessun suono lasciò la mia bocca, desideravo solo che sparissero permettendomi di tornare a casa.
<<Parla!>> mi urlò di nuovo contro il ragazzo.
<<Ti conviene rispondere, Jeff non è un tipo molto paziente>> mi suggerì all'orecchio Jack, ammorbidendo ancora di più la presa.
<L-lui, ho visto prima lui>> sussurrai, guardando con la coda dell'occhio il ragazzo che mi teneva ancora contro l'albero.
La rabbia negli occhi di Jeff fu immensa, ma cambiò registro immediatamente. Forse ripensando a qualche dettaglio che a me sfuggiva.
<<Dalla a me, Jack. A te tanto non interessano i giocattolini umani, no? Ucciderla sarebbe uno spreco. Lasciala marchiare a me, ho in mente tante belle cosine per lei.>>
Boccheggiai alla ricerca d'aria, al suono delle parole: "ucciderla" e "marchiare".
Jack portò prima lo sguardo su di me e poi su Jeff the Killer, sollevandomi una ciocca di capelli ed annusandola. Cercai di ribellarmi a quel contatto ma lui mi schiacciò di nuovo contro il tronco con lo stesso impeto di prima.
<<Sta' ferma, non vorrei essere costretto a farti del male>> mi bisbigliò lui.
<<Allora?>> domandò spazientito Jeff, lasciando scorrere tra le dita la lama del suo coltello.
Avrei tanto voluto dire qualcosa, supplicarli di lasciarmi andare o semplicemente ribellarmi di più. Ma mi sentivo risucchiata di tutte le mie forze e soprattutto dubitavo di essere anche solo ascoltata.
Jack ammorbidì di nuovo la presa su di me e mi sollevò ancora una ciocca di capelli, soppesandomi con lo sguardo.
<<Credo che la terrò per me>> disse qualche secondo dopo.
<<Da quando? Hai sempre reputato i comuni umani troppo noiosi e da quando sei qui non ne hai mai preso uno con te. Adesso perché tutto d'un tratto vuoi lei?>> domandò Jeff, con un'evidente feroce rabbia nella voce.
<<Vorrei provare, che male c'è? O forse semplicemente non voglio darti la soddisfazione di prenderla per te>> rispose lui, lasciandomi intuire un certo odio tra i due.
<<Maledetto...>> rispose l'altro <<un giorno io ti strapperò quella lurida lingua e ti obbligherò ad ingoiarla. Non finisce qui.>>
Jeff si allontanò ed io mi afflosciai contro il tronco, se non fosse stato per Jack che mi teneva salda sarei sicuramente crollata a terra.
<<Se io allento la presa giuri che non proverai a scappare? Non vorrei essere costretto a correrti dietro e fidati se ti dico che non riusciresti nemmeno a fare due metri nelle condizioni in cui ti trovi>> mi disse lui, con un tono di voce abbastanza calmo da farmi annuire in risposta.
Jack come promesso allentò la presa, portandomi via dall'albero e tenendomi a sé giusto per un braccio, non abbastanza forte da farmi del male ma comunque abbastanza da impedirmi di fuggire da lui.
<<Hai fegato, per essere una ragazzina. Come ti chiami?>> mi domandò lui.
<<A te però non interessa il mio fegato, non è così?>> domandai, spinta da chissà quale moto di coraggio.
Il ragazzo allentò leggermente la presa, ma non potei dire se rimase sorpreso o meno dalla mia frase, vista la maschera che celava tutto il suo viso.
<<Senti, ti spiegherò come stanno le cose. Non tutte le storie che raccontano ai bambini per farli stare buoni sono delle bugie e a giudicare dalla tua risposta immagino tu abbia una vaga idea di chi sia io o il ragazzo da cui ti ho salvata. Questo posto non può essere trovato da chiunque, generalmente gli umani vengono respinti da una forza misteriosa e se sei qui c'è un motivo. Per un umano che finisce qui le opzioni sono due: morire subito o essere preso da uno degli abitanti della casa, non so dirti quale destino sia il peggiore. Tu non hai idea di cosa sia la crudeltà e fidati di me se ti dico che in quella casa ne vedrai di terribili>> mi spiegò lui.
<<Cosa vuoi farne di me? Ti prego, io volevo solo ritrovare la mia amica>> gli spiegai, sperando in un qualche moto di clemenza.
<<Io? Io vorrei solo qualcuno che tenesse in ordine la mia stanza e si prendesse cura delle mie cose, non mi interessano le torture>> rispose lui. Non sapevo se fidarmi o meno delle sue parole, ma un altro ricordo mi invase la mente.

<<Tra tutte le creepypasta quello che mi fa più pena è Eyeless Jack. Sai, più o meno tutti gli altri sono quel che sono per scelta e lui è uno dei pochi che fa quel che fa per il demone che ha dentro e non perché lo desideri davvero. Jack era solo uno studente del college, vittima della pazzia altrui. Penso sia quello di cui mi fiderei di più, sempre che non sia del tutto controllato dal demone, o forse anche di Jane the Killer e Sally, non credo che nemmeno a loro piaccia uccidere e infatti non lo fanno. Anche Masky, ma di lui ti parlerò un'altra volta...>>

Guardai il ragazzo davanti a me, senza smettere di ripensare a quelle parole. La ragazza mi aveva detto che, secondo la storia originale, poteva essere del tutto controllato dal demone, ma per come lo vedevo io adesso non mi sembrava proprio.
Non sembrava avere cattive intenzioni verso di me e forse in quella casa avrei trovato anche Mia. Dovevo almeno verificare e poi avrei pensato ad una fuga.
Non doveva essere poi così difficile, no?
<<Mi chiamo Grace>> dissi, rispondendo alla sua domandai di prima, come dimostrazione del mio leggero moto di fiducia nei suoi confronti.
<<Io sono Eyeless Jack, ma puoi chiamarmi Jack.>>

TADAN
Buona domenica a tutti!
Premetto che amo Jack e ho voluto dargli una veste un po' più diplomatica e non quella di un guscio vuoto posseduto dal demone.
Jeff invece si mostra come lo psicopatico che è, ma su questo punto ci lavorerò in seguito
Non aspettatevi la solita Creepyhouse delle storie tutta pucci pucci e con i ragazzi che sono amici e giocano alla play o fanno colazione insieme. E nemmeno lo Slenderman che cucina in grembiulino rosa.
Assolutamente no.
Il posto sarà orribile e pieno di sofferenza come si dovrebbe evincere da un posto pieno di killer e questi ultimi saranno sempre pronti a balzare sulla gola dell'altro. L'amicizia sarà quasi un eufemismo qui.
Yolo!

Possession || Eyeless Jack & Jeff the KillerWhere stories live. Discover now