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"Guarda qui!" La risata di Claudio, fragorosa e sincera, irruppe nella stanza. "Ma quanto eri buffo?"

L'atmosfera in casa è calda; sa di famiglia, candele profumate e biscotti.

Si respirano affetto e spontaneità.

E' pomeriggio, ma fuori il cielo è già buio. L'inverno ormai è arrivato. Sta piovendo a dirotto, e il rumore della pioggia ovatta il vocio dei passanti e il rombo delle automobili.

Sembra di essere in una di quelle baite in montagna, dispersi chissà dove, dove i cellulari non prendono e neanche i pensieri. O almeno, quelli spiacevoli.

La luce nella stanza è soffusa, e l'aria è profumata dall'odore dei frutti di bosco del tè che Mario ha preparato.

Loro sono sul divano, uno accanto all'altro.

Sono semi sdraiati, con le gambe distese e il busto appoggiato allo schienale dietro di loro. Condividono una coperta beige decorata con piccoli cuoricini bianchi. E' morbida e profumata; Mario l'ha scelta apposta.

Gli sta mostrando un album fotografico, adesso. Ci sono tutte le foto più significative della sua infanzia: il primo giorno di scuola, la prima comunione, qualche Natale a casa dei nonni, i viaggi.

Era stato Claudio a chiederglielo; si era ripromesso che, dopo quel weekend, avrebbe conosciuto Mario meglio delle sue tasche. D'altronde conosceva la sua personalità, la sua mente, il suo corpo. Ma era ignaro del suo passato, e questo, per lui, era un grande limite che doveva assolutamente abbattere.

E Mario glielo aveva concesso.

"Oddio, e guarda questa!" Rise di nuovo Claudio, indicando un'altra fotografia con il mignolo. "Ma avevi sempre il broncio tu eh".

Mario sbuffò, portandosi una mano alla fronte.

Gna posso fa'. Ma chi me l'ha fatto fare?

Claudio, invece, si stava divertendo tantissimo. Girava le pagine in fretta, curioso ma allo stesso tempo attentissimo. Non gli sfuggiva nulla.

Si imbatté nelle foto di classe della scuola materna e tentò di riconoscere il viso di Mario tra i volti dei bambini raffigurati.

Lo riconosce immediatamente.

Il più bello.

"Si vede che eri un cagacazzo già dai tempi dell'asilo", disse, prendendolo in giro.

Voleva fare il serio, ma la sua espressione lo tradiva. Sul suo viso c'era stampato un sorriso da ebete che proprio non riusciva a togliersi. Ma d'altronde, quando si trattava di Mario, era sempre così.

"Dai Clà" sbuffò Mario in imbarazzo. "Smettila o giuro che le metto via".

Claudio scoppiò a ridere. Adorava prenderlo in giro, semplicemente perché adorava le reazioni di Mario ai suoi scherzi.

Quanto è permaloso l'amore mio.

"Mamma che pesante che sei", disse fingendosi infastidito, anche se in realtà non lo era affatto.

Mario invece sì.

Dio solo sa quanto è permaloso e quanto avrebbe avuto voglia di strappargli quell'album dalle mani.

Solo Claudio riesce a farlo innervosire così.

D'altro canto, solo Claudio riesce a farlo provare emozioni con questa intensità. Sia che esse fossero amore, rabbia o paura.

"Sì so' pesante" rispose scontroso.

E' adorabile.

Claudio girò pagina e continuò.

Sposti tutti i miei confiniWhere stories live. Discover now