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Le e 6:45. Le note iniziali di "Don't stop me now" risuonano nella stanza di Claudio, rompendo il silenzio della mattina.

Claudio avrebbe giurato di voler spaccare in mille pezzi quell'aggeggio se solo questo non fosse costato tre mesi di paghetta.

Rimandò la sveglia, non ce la faceva proprio ad alzarsi. Si girò dall'altro lato portandosi un braccio sul viso per coprirsi entrambi gli occhi, come per voler ritrovare la tranquillità di qualche minuto prima.

"Amore alzati, non vorrai mica fare tardi il primo giorno di scuola!"

Fece il suo ingresso nella stanza la signora Sona, fiondandosi verso le finestre per scostare le tende e spalancare le persiane. Non appena lo fece, un raggio di sole andò a colpire il cuscino di Claudio, costringendolo ad aprire gli occhi.

"Mamma, imparerai mai a svegliarmi un po' più dolcemente?" disse, con la bocca ancora impastata dal sonno.

"Tesoro mi dispiace, ma se non faccio così col cavolo che ti alzi!" ribatté, sorridendo. "Dai vieni di là che è pronta la colazione".

A malincuore, quindi, Claudio abbandonò il suo letto caldo, e iniziò a prepararsi.

Non era mai stato un problema per lui alzarsi presto la mattina, anzi. E' sempre stato mattiniero, iperattivo ed esuberante, ma da quando aveva cominciato il liceo quel Claudio aveva lasciato spazio al suo alter ego svogliato, apatico e anche un po' fannullone.

Il problema, sosteneva Claudio, erano i suoi compagni.

Non si trovava a suo agio in mezzo a loro, si sentiva profondamente diverso, e pertanto profondamente incompreso. Loro erano davvero dei ragazzini.

Insomma, Claudio non si riteneva arrivato nella vita, assolutamente, ma pensava di aver capito comunque molte più cose di loro a riguardo.

Era dotato di una sensibilità particolare, Claudio.

Forse era lui in realtà ad essere strano, e non i suoi compagni. A volte ci rifletteva su, ma era comunque felice di non fare parte di quel branco di cerebrolesi, come diceva lui, e di essere più maturo.

Claudio stava sempre da solo a scuola. L'unica persona che gli rivolgeva la parola e a cui la rivolgeva lui, era Daniele, il suo storico compagno di banco.

Anche Daniele come lui era un emarginato, e probabilmente si erano trovati proprio per quello.

Erano entrambi soli ed entrambi avevano bisogno di non esserlo. Non tanto per la compagnia, quella ce l'avevano entrambi al di fuori della scuola. Ma si sa, c'è sempre bisogno di un complice nella tua stessa classe per sopravvivere. Qualcuno da cui copiare i compiti quando non hai voglia di farli, qualcuno che ti passi gli appunti quando sei assente, e qualcuno con cui farti vedere quando esci da scuola per non sembrare completamente solo e non essere considerato uno sfigato.

Insomma, Daniele non era male, ma Claudio non lo considerava un amico.

Paolo, il suo compagno di nuoto, era suo amico. E anche Rosita, la sua vicina di casa, lo era.

Solo con loro Claudio sentiva di poter essere se stesso, senza filtri e senza maschere.

Quella mattina però non aveva voglia di andare a scuola anche per un altro motivo, oltre che per la sua classe.

Daniele, da quell'anno, si sarebbe trasferito; glielo fece sapere per messaggio due settimane prima.

"Ci trasferiamo a Milano per il lavoro dei miei, quindi da settembre non ci sono a scuola. Mi avrebbe fatto piacere salutarti, ma siamo dovuti partire in fretta e furia."

Un messaggio freddo, senza cuore e sentimenti. Claudio ci rimase male, più per il contenuto che per il modo in cui fu scritto; di Daniele gli importava poco o nulla, ma senza di lui la scuola sarebbe stata un incubo, ancora di più del solito.

Claudio si ridestò dai suoi pensieri, e finalmente andò in cucina per la colazione.

"Mamma ma è finito lo yogurt!" sbottò, non appena aprì il frigorifero.

"Lo so tesoro, ieri mi sono dimenticata di comprarlo. Oggi papà va a fare la spesa, lo comprerà lui".

Claudio sbuffò, quella giornata era già cominciata malissimo, e sarebbe finita ancora peggio, ne era convinto. Il destino però lo avrebbe stupito, ma lui ancora non lo sapeva.


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Ciao ragazze!

Per presentarmi, basta che vi dica solamenteche sono una ragazza di 20 anni, che vivo a Milano, che mi piace scrivere e chesono innamorata dei Clario. Ho iniziato questa storia del tutto a caso, sentendomi tanto ispirata dal loro amore.

E' la mia prima volta su Wattpad (e sicuramente ve ne accorgerete), ma spero comunque che questa storia possa appassionarvi almeno la metà di quanto ha appassionato me.

Detto ciò non mi dilungo più molto, volevo solo dirvi che i commenti, positivi o negativi che siano, sono assolutamente ben accetti!

Vi ringrazio tantissimo di essere passate di qui e di aver letto questa storia, spero di non deludervi.

Un abbraccio,

N.

Sposti tutti i miei confiniWhere stories live. Discover now