COCA COLA

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Oasis - Wonderwall ▶

Ray si spostò una ciocca di capelli da davanti agli occhi con un delicato gesto della mano, prima di passare il plettro sulle corde della chitarra per assicurarsi che fosse ben accordata. Si voltò poi a guardare Harris che si stava sistemando la tracolla del basso sulla spalla sinistra e, successivamente, Scott che faceva rigirare le bacchette tra le dita in attesa che i suoi compagni fossero pronti.

Era teso, Evan riusciva a vederlo anche se stava dietro al bancone a metri e metri di distanza; nei tavolini in prima fila stava seduta Jessica con due sue amiche e Ray aveva il timore di combinare un casino, come tutte le volte che quella ragazza andava a vederlo al Blue Rose. Evan spostò un attimo lo sguardo su di lei, prima di tornare a concentrarsi sul ragazzo che ancora si stava accordando con i suoi compagni.

Ray aveva uno stile tutto suo. Teneva i capelli lunghi fino alle spalle e divisi al centro. I due ciuffi più corti davanti spesso gli cadevano davanti agli occhi e aveva il vizio di spostarli dietro alle orecchie, ma non rimanevano mai bloccati per molto. Aveva bucato solo il lobo destro e ci aveva infilato un orecchino a cerchio, mentre il suo compagno stava appeso a quello di sinistro di Evan. 

Aveva il viso pulito, dolce e innocente tanto da sembrare più piccolo dell'età che aveva. Era alto un metro e ottanta, poco più di Evan e avevano lo stesso fisico asciutto e poco muscoloso, robusto quanto bastava per non sembrare solo pelle e ossa.

Come lui, aveva un debole per le All Star e ne aveva un paio bianco e uno rosso. Adorava le magliette con le stampe delle band e metteva solo quelle, abbinate ai jeans che erano solo neri o blu scuro. 

Era un ragazzo semplice e non esagerava mai con niente, non si faceva notare e odiava stare al centro dell'attenzione. Non fumava, beveva solo in determinate circostanze ed era sempre andato bene a scuola, tanto che aveva scelto di frequentare l'università.

Il suo unico sogno nella vita era quello di cantare e di poterlo fare su un palco difronte a un pubblico di migliaia di persone che avrebbero intonato con lui le parole delle sue canzoni, nelle quali metteva tutto il cuore.

Aveva un solo grande difetto: non credeva abbastanza in se stesso e nelle sue capacità. Sperava con tutto il cuore di arrivare da qualche parte, ma era convintissimo che non ce l'avrebbe mai fatta.

A tenere viva la sua speranza di riuscirci c'erano i suoi amici e le persone che seguivano i suoi concerti o i loro profili sui social; dall'altra invece, il numero minimo di queste ultime in confronto a quelle delle altre band emergenti, primi fra tutti i Nekhbaet che, come loro, si esibivano al Blue Rose. 

Strimpellò ancora un po' la chitarra prima di partire con le prime note, seguito subito dai due ragazzi dietro di lui, dando inizio al concerto.

Evan rimase a guardare incantato quel ragazzo di cui non si sarebbe mai perso neanche il minimo dettaglio, fino a quando un tipo non gli chiese di preparargli una birra e fu quindi costretto a distogliere lo sguardo.

Ci fu un applauso generale quando finì la prima canzone, poi Evan dovette mettersi seriamente a lavorare, perché il locale si riempì piano piano. Gli Aisthetike suonarono fino a mezzanotte, come facevano ogni sabato sera che si esibivano, poi Evan si mobilitò subito per andare a portare da bere ai ragazzi e passò in mezzo ai tavolini reggendo il vassoio di legno, fino a quando non raggiunse il palco.

«Siete grandi ragazzi» disse con un sorriso smagliante.

«Grazie» affermò Harris prendendo la sua Coca Cola dal vassoio di Evan, sorseggiandola assetato.

Ray rispose con un sorriso dolce, ma non aggiunse niente perché Jessica gli fu addosso in un attimo, buttandogli le braccia al collo. «Sei stato fantastico!» esclamò, facendo arrossire il ragazzo che sorrise impacciato.

Blue Rose [boyxboy]Where stories live. Discover now