Livello 5

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Siamo nel duemilasette e sono alle medie, alcuni ragazzi delle elementari sono di nuovo in classe mia. La cosa non mi turbava più di tanto perché ci sarebbero state nuove amicizie e in più c'era la mia migliore amica Maya che per lo più stava a pochi isolati da casa mia. Le lezioni mi stancavano tanto e non riuscivo a comprenderle, non capivo perché anche se studiavo tanto hai compiti prendevo sempre quattro o cinque e nelle interrogazioni non riuscivo a parlare, già questo mi demoralizzava molto. In casa se chiedevo un aiuto non me lo davano oppure dicevano che non potevano o non riuscivano a farlo, alcune volte babbo mi aiutava ma erano più gli scapaccioni nella testa che altro, quindi smisi di chiederlo. Le sole materie che amavo erano arte e ginnastica. In terza media la professoressa portò solo alcuni ragazzi compresa io in un paese li vicino a competere in una gara di corsa contro ragazzi di tantissime scuole: medie, superiori, universitari. Appena entrati nel campus rimasi a bocca aperta, era enorme, c'erano così tante persone che non si vedeva neanche la pista, era emozionante essere scelti per fare queste competizioni. Mancavano venti minuti prima che iniziasse la gara e la professoressa ci mise a fare i riscaldamenti e a spiegarci come dovevamo organizzarci per l'ennesima volta, non ne potevo più, volevo correre. Al fischio di inizio della gara quelli che erano in cima caddero tutti come birilli in terra,finendo per essere schiacciati dalla massa di ragazzi che c'erano dietro, il terreno era per la metà fangoso quindi ci volevano le scarpe apposta con i chiodi sotto per correrci sennò scivolavi come una pera cotta. Era bello sfrecciare via superando i ragazzi che mi stavano davanti, il vento che mi accarezzava la pelle non mi faceva sentire il caldo che c'era, mi sentivo libera da ogni cosa, senza starmi a preoccupare degli altri, in quel momento bastava solo correre, soltanto quello. Ovviamente non abbiamo vinto e io arrivai ultima, intendo proprio l'ultima persona di tutto il campus , fui assalita dal panico, mi vergognai tantissimo, ero così convinta di arrivare tra i primi che nel momento della corsa mi scordai di respirare nel modo giusto per resistere di più, per non parlare del modo di correre, insomma sbagliai completamente tutto arrivando ultima, anche se in palestra nelle ore di ginnastica mi allenavo a correre più che potevo. Durante la gara mi ero rilassata un po' troppo senza preoccuparmi di niente, però è stato divertente in un certo senso. In classe eravamo una ventina, ovviamente più femmine che maschi e pensavo di potermi fare tante amiche, ma ovviamente non fu così. Si formò un gruppo di ragazze dove io ovviamente non ne potevo farne parte perché ero brutta e neanche simpatica secondo loro, si pavoneggiavano dalla mattina alla sera, non le sopportavo quindi più delle volte le ignoravo. Rimasi con Maya che era quella che più mi capiva poi  c'era Rachael e infine Clara. Quest'ultima fu quella che rovinò la mia intera esperienza alle medie. Eravamo un bel gruppetto all'inizio si andava a passeggio di pomeriggio, ci scambiavamo la lezione e tutte quelle cose che fanno di solito le amiche insomma, Clara era bella, davvero bella. Alta,bionda, le forme nel punto giusto, ma quello che non avevo notato era che il suo carattere era davvero uno schifo, me ne resi conto troppo tardi. Un giorno iniziò a dire cose non vere a Maya, cose che avrei detto io, naturalmente non venni mai a sapere cosa gli disse. Maya iniziò a uscire solo con Clara e io venni tagliata fuori, mi sentivo uno schifo. Prendevo il motorino e andavo sempre a casa sua, ogni volta con una scusa diversa, pur di vederla e cercare di risolvere avrei fatto di tutto, d'altronde era l'unica amica a cui volevo davvero bene, avrei sacrificato qualsiasi cosa per lei, ma era inutile lei credeva solo a Clara, addirittura gli disse che volevo rubargli il ragazzo che gli piaceva. Mi sono infuriata, non riuscivo a crederci, volevo dirgliene quattro, chiedergli perché mettermi contro lamia migliore amica, perché? Ma avevo paura di lei non potevo affrontarla, come potevo farlo? Io che ho paura di tutto? Non ci riuscivo, quindi lasciai perdere e cercai di non pensarci più. Anche se ripensandoci se era veramente la mia migliore amica non si sarebbe comportata in quel modo, cercando di non ascoltarmi neanche. Ma Clara non era contenta del risultato e decise di rincarare la dose mettendomi contro tuttala classe, l'incubo dell' elementari non erano finiti. Decisi che forse fare qualche sport mi avrebbe rilassata e soprattutto non mi avrebbe fatto pensare alla scuola,decisi di fare pallavolo, m'era sempre piaciuto quindi perché non provarci ? Entrai nella squadra di Cleveland (città in cui vivevo), ci facevano fare le corse sui gradini, le flessioni e poi con i palloni ci allenavamo nella mira ea prenderla strusciandoci in terra per non farla cadere, era faticoso e ti potevi far male ma mi piaceva un sacco e soprattutto mi divertivo. Peccato che nella solita palestra si allenavano anche ragazze con più esperienza e indovinate un po' ? C'era il gruppo di ragazze che odiavo in classe, non mi mettevo mai in pantaloncini ma lì dovevo per forza e il fatto che loro mi vedevano mi dava noia perché mi avrebbero solo presa in giro. Qualche mese dopo unirono le squadre e io mi ritrovai con loro ingruppo, mi sentivo in imbarazzo ma soprattutto avevo paura di quello che avrebbero detto. Poco dopo smisi per il semplice fatto che quando il coach mi metteva in campo la paura di sbagliare e essere presa in giro era troppo forte, di conseguenza capì che stare li non mi rilassava per niente. Ogni volta che restavo a casa e potevo starmene da sola iniziavo a rattristarmi e di conseguenza piangevo, avevo paura di rimanere da sola, avevo il terrore, anche perché ha scuola mi ignoravano completamente tutti facendo finta che non esistessi ma l'unica cosa che potevo fare era andare avanti e lasciar perdere. Fino al terzo anno delle medie non cambiò niente l'unica cosa erano le offese che aumentavano, ignoravo tutto come al solito. Fino ad arrivare all'esame di terza media. Ero in ansia, avevo paura di non farcela mi ricordo che ero tra le ultime della classe nell'esame orale, e con me c'erano altre due ragazze e Clara, ovviamente neanche quel giorno mi lasciò in pace e con ostinazione continuava a dire che sarei bocciata che tanto non sarei riuscita a fare nulla, me ne andai seduta vicino alle bidelle che nel corso dell'anno me le feci amiche e mi misi a studiare con loro. Poi sono entrata nella classe, ricordo che c'erano una decina di insegnanti tutti seduti a ferro di cavallo e io nel mezzo, mi chiesero un po' di tutto anche se mi incespicavo spesso ma comunque sia andò bene e passai con 6.9.Per tutto l'anno sono stata affezionata tantissimo a tre professoresse , una era quella di musica, era stupenda, mi faceva sempre ridere a crepapelle, mi ha fatto capire che la musica è la cosa più bella che ci sia e che ti può aiutare tanto, tant'è che ora sto cercando di imparare il piano forte e questo lo devo solo a lei. Poi c'era quella di arte, io amo l'arte, fin da quella volta che vidi fare il dipinto nel mio ristorante di famiglia,volevo imparare tantissime tecniche, vedere ogni tipo di sfumatura diversa e lei me le mostrò completamente tutte la ringrazio di cuore perché se oggi so fare i manga è merito suo. In fine la professoressa che mi ha insegnato storia, italiano, geografia e tante altre materie, lei è una  professoressa che se potessi gli farei una statua d'oro solo per lei. Mi ha sempre aiutata e sostenuta in tutte le maniere, se ero giù di morale in qualche modo anche se magari lei non ne era consapevole riusciva a rallegrarmi, se tutt'ora posso scrivere un libro nonostante i problemi di scrittura che ho è solo grazie a lei.

Intanto le vacanze stavano per iniziare e io ero decisa a risolvere le cose con Maya.                       

Online : La Mia Vita In GiocoWhere stories live. Discover now