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Everyone's running but why am I still here


❝Everyone's running but why am I still here❞

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-Mia zia ha due figli, un bambino piccolo che non ha ereditato il nome della mia famiglia, Kim Namjoon e una bambina più grande di un anno, Seo Yura. Non so esattamente come siano questi bambini, non ho mai avuto modo di conoscerli data la lontananza e la proibizione di poterli vedere. Sarà difficile poterti fare incontrare mia zia, ma è giusto parlartene. Alla cerimonia, a parte la mia famiglia, incontrerai i datori di lavoro dei miei genitori e altre persone di comparsa: ricchi imprenditori, capi di aziende, commercianti famosi di tutto il mondo... insomma, persone di prestigio. Tutto chiaro?
Kangjoon concluse e bevendo un sorso di tè rifece ricadere l'attenzione sulla ragazza che aveva scritto con parsimonia l'albero genealogico della famiglia Seo. -Domande? Hyolin annuì, -Come si chiamano i tuoi genitori?
-Oh, vero, rise brevemente -ho saltato la parte più ovvia. Mia madre si chiama Lee Neun e mio padre Seo Jonghyun. Mia madre ha 48 anni e mio padre 52, il loro è stato un matrimonio combinato e secondo loro io non ne sono mai stato a conoscenza e spesso mi raccontano stronzate sul loro passato, più che altro è mia madre che me ne parla perché desidera vivamente che io mi sposi il più presto possibile per far felice mio padre. A proposito di mio padre, è un uomo attento e severo e ha una vista acuta, se ti fiuta male non cambierà facilmente la sua opinione su di te, devi essere brava con lui e soprattutto più astuta di lui. Se vuoi prenderlo in giro devi agire come agirebbe lui.
Hyolin non si lasciò intimidire, aveva capito che cosa intendeva Kangjoon con quelle parole. Avrebbe messo tutta sé stessa per essere un'altra persona, alla fine, era una delle cose che riusciva a fare meglio.
-Prendi questo, e Kangjoon le porse un foglio con i volti dei suoi famigliari e ad ogni viso era trascritto un nome e un'età.
-Memorizzali al più presto e cerca di ricordare i loro volti senza confondere i nomi. La ragazza prese il foglietto e lo analizzò per un po', Kangjoon aveva dei tratti identici al viso della madre. -Sei figlio unico?
-Sì, rispose in fretta il ragazzo, -dopo di me, mia madre non è più stata in grado di rimanere incinta e con grande delusione di mio padre, io sono rimasto figlio unico. La ragazza non seppe cosa dire, si limitò a scarabocchiare qualcosa sul foglio poi Kangjoon si avvicinò a lei e poggiò una mano sul banchetto -e naturalmente tu non sarai Lee Hyolin ma Choi Nara, figlia di due finanzieri che per lavoro sono costretti a viaggiare continuamente e in questo periodo hanno un importante lavoro da portare a termine in Francia, a Parigi. Tu studi economia e nel tempo libero ti dedichi ad aiutare i tuoi genitori con il loro lavoro e anche tu vorresti seguire le loro orme. Non ci sarebbe fidanzata più perfetta di questa nella mia famiglia. Sei la figlia di due pezzi grossi che i miei genitori non conoscono ed è perfetto, nel momento in cui ci lasceremo non metteremo in mezzo alcun capo o datore di lavoro di mio padre.
Hyolin si appuntò sul palmo della mano l'altro nome assegnatole da Kangjoon e con una scrittura pulita, scrisse Nara. Chissà perché quel nome, si chiese timidamente.
-Okay, non c'è altro da sapere. Se ho dimenticato qualcosa o qualcuno, rimedierò. Adesso segui le domestiche, prenderanno le tue misure per poter cucire il vestito della cerimonia. Dovrai indossare un abito che nessun altro dovrà indossare. Hyolin, alla cerimonia dovrai essere unica. Incalcò così tanto le ultime parole che parve diventare serio per un solo istante. La ragazza si voltò e vide due giovani donne porgerle le mani per seguirla. La portarono dentro una stanza bianca e luminosa. A parte un manichino spoglio, alle pareti c'erano degli specchi e una piccola scrivania piena di aghi e fili, vicino alla porta era ben posizionata una macchina da cucire coperta da una stoffa chiara. Quella camera trasudava pazienza e attesa.
-Prego, sali qui. E Hyolin salì su di una specie di rialzo in marmo, -stai dritta, disse gentilmente l'altra donna mentre le passavano un metro sulle spalle. Kangjoon era rimasto nell'altra stanza e la sua assenza la stava agitando. Era tra le pareti di casa sua e non vederlo la stava facendo sentire inquieta. Mentre vagava con lo sguardo, le due donne le presero ogni centimetro del suo corpo, dal capo alla caviglia, poi la lasciarono scendere e tornate nella camera del ragazzo, lui era lì. Aveva la schiena poggiata sulla finestra e in mano teneva un mazzo di chiavi. Sembrava avere lo sguardo altrove e passò un po' prima che si accorgesse di Hyolin e delle domestiche. -Abbiamo finito, disse una delle due donne alle spalle della ragazza e Kangjoon alzò lo sguardo sorridendo alle due domestiche, -perfetto! Grazie mille. Hyolin, per oggi è tutto, e batté le mani palmo su palmo, facendo tintinnare il mazzo di chiavi. Uscì dalla stanza e la ragazza lo seguì, -domani, cerca di venire alla stessa ora. Purtroppo non abbiamo ancora finito, c'è ancora qualcosa da perfezionare, la guardò dalla testa ai piedi squadrandola con occhio critico. -Ci vediamo domani, aggiunse e la ragazza fece un segno di saluto poco dopo essere uscita da quell'immensa villa. Quando alle sue spalle si chiuse l'immenso cancello dorato fece un lungo respiro, come se fosse stata in apnea fino ad allora. Tornando a casa aveva ripetuto i nomi dei famigliari e cercava di sbirciare i volti sul foglio che Kangjoon le aveva dato. E mentre bisbigliava quei nomi che sembravano essere dei codici, ricordava la grande casa. L'atrio, le pareti, il soffitto decorato come se fosse una vecchia casata... Ogni dettaglio stava venendo fuori, magari alcuni li aveva davvero visti mentre altri si stavano solo creando nella sua mente. Kangjoon si adattava perfettamente a quelle mura, sembrava essere una delle statue preziose dell'atrio di quella casa. La sua eleganza era nata per essere circondata da quelle ricchezze, una come Hyolin stonava come una macchia bianca in un nero mare.



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«Corvino»Where stories live. Discover now