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❝I don't mind the brand, it might be a [...]❞



A parte il suono insidioso dei grilli e della leggera pioggia scrosciante, la sera era silenziosa

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A parte il suono insidioso dei grilli e della leggera pioggia scrosciante, la sera era silenziosa. Sembrava non esistere alcuna macchina o altro mezzo di trasporto. Quel silenzio era un frastuono, le orecchie quasi bruciavano.

Le mani di lei erano serrate a pugno all'interno delle tasche del cappotto mentre le dita di lui vagavano tra le maniche troppo lunghe del giacchino in pelle. Nessuno disse nulla e con il silenzio della sera che si faceva più fitto, per la prima volta, l'uno guardò bene il viso dell'altro.
"Ha gli occhi più sottili di quanto ricordassi" pensò Kangjoon osservandola meglio sotto la luce dei lampioni sparsi qua e là per quel breve vialetto.
-Perché mi hai seguita? il suono della sua voce parve zittire i grilli. Né troppo alto né troppo basso, era comunque il tono di una persona che riusciva a mantenere la calma.
-Io non ti ho seguita. È da un po' che vengo a studiare anche io in questa biblioteca, mentì il ragazzo distogliendo lo sguardo dal viso di lei. -E dovrei crederci?!, la ragazza riprese a camminare, ma fu poi bloccata dal giovane che le si parò davanti. -Aspetta! allungò le mani davanti a sé per bloccarla dalle spalle, -non volevo infastidirti e nemmeno disturbare le tue abitudini, ma io ho bisogno del tuo aiuto.
La ragazza parve pietrificarsi sotto al tatto delle mani coperte del giovane. Quelle parole le lasciarono un brivido di freddo lungo la schiena. -Che cosa?
Kangjoon si guardò intorno e vide una panchina libera sotto due lampioni e un albero ormai privo di foglie verdi. Prese per un polso la ragazza e la fece sedere accanto a lui, cercò le parole adatte da usare per spiegare la situazione e poi le parlò. Sul viso di lei un'espressione indecifrabile, mentre tra gli occhi di lui una forte paura che lasciava cambiare il colore delle iridi.
-Ho bisogno di una ragazza e vorrei che fossi tu.
A quelle parole, il viso di lei indietreggiò e la sua espressione già indecifrabile divenne del tutto incomprensibile. -Fammi spiegare... dovrai solo fingere di essere la mia ragazza. Sarà per un paio di mesi o poco più, dobbiamo solo convincere il capo di mio padre a vedermi e a considerarmi come una persona matura e soprattutto convincerlo che sarò prossimo al matrimonio. Una volta convinto e fatto il contratto potremo separarci e ognuno riprenderà la sua strada.
La ragazza ascoltò attentamente, ma qualcosa continuava a sfuggirle. -A parte me, ci sono i miei cugini, tre figli maschi e nessuno dei tre ha una ragazza o una promessa sposa. Averne una sarebbe un vantaggio per l'azienda di mio padre, prometti affidamento e soprattutto famiglia. Riuscirei a scavalcarli e a rendere felici i miei genitori una volta per tutte. Il viso di Kangjoon, al solo pensiero di quella idea, si sforzava in un grosso sorriso. Un da parte di quella ragazza avrebbe risolto i suoi problemi e forse ne avrebbe creati di altri, ma voleva iniziare quella follia e non si sarebbe presentato alla cerimonia a mani vuote.
-Cosa ci guadagno? chiese poco dopo la ragazza mettendo le mani conserte. Kangjoon rispose senza rifletterci su,
-Potrai chiedermi qualsiasi cosa tu voglia e ogni tuo capriccio sarà accontentato, anche il più stravagante o il più sfarzoso. Se tu aiuterai me io aiuterò te, in qualsiasi modo. Potrei anche creare un nuovo pettegolezzo per mettere a tacere il tuo.
Non c'era una sola menzogna in quelle parole, era pronto a tutto pur di avere una ragazza con sé.
-Ma perché proprio io?
-Perché non hai un viso conosciuto, non sei la figlia del titolare di un'azienda e né tanto meno la figlia del capo di mio padre. Sarai solo un'ereditiera con i genitori all'estero. Ti darò una mano a sembrare una tale, non ti lascerò da sola in questo piano. Dobbiamo essere bravi a rendere vero quello che non è. Sei una studentessa di recitazione, non dovrebbe essere difficile per te.
La ragazza rimase in silenzio per un po' e rifletté.
-Hai una settimana di tempo per pensarci, non rispondermi adesso, magari potrà sembrarti una follia quel....
-Sì.
-Come?
-Ho detto sì, ti darò una mano, ma non voglio niente in cambio e né tanto meno un nuovo pettegolezzo per fa dimenticare il mio
-Non pensi sia arrivato il momento di far sapere la verità?
-Quale verità?
-Non mi sembri il tipo che abbia pestato qualcuno.
Quelle parole le arrivarono dritte al cuore come frecce ben mirate al petto. Nessuno mai le aveva parlato in quel modo ed era da tempo che non parlava con qualcun'altro, sentiva le labbra secche nel pronunciare certe frasi.
-Non preoccuparti, non occorre. Ti darò una mano, non ho una vita così piena e non perderei nulla se ti aiutassi.
Kangjoon le sorrise e ripeté più volte grazie. -Non esitare a chiedere nulla! Per qualsiasi cosa, rivolgiti a me e ti sarà dato. La sua gioia si leggeva dal rossore delle guance, si sentiva sollevato e i polpastrelli pulsavano perdendo il ritmo dei battiti del cuore.
-Ecco a te, si alzò dalla panchina e si chinò verso di lei porgendole un bigliettino da visita. -Questo è l'indirizzo di casa mia. Domani alle quattro del pomeriggio, puntuale. Dovrò spiegarti un po' di cose prima della cerimonia.
La ragazza prese il bigliettino da visita e lesse velocemente l'indirizzo di casa, una via che non aveva mai sentito nominare. Annuì semplicemente e poco prima che si alzasse Kangjoon le porse una mano, -non ci siamo ancora presentati, Seo Kangjoon.
La ragazza prese la mano e l'afferrò con tatto come se non volesse far toccare i palmi, -Kim Hiolyn.

Dopo quella sera, Hiolyn si ripromise di non svegliarsi mai più dieci minuti prima del solito e di correre seguendo il solito percorso. Non doveva cambiare nulla, tutto doveva rimanere invariato. Anche se dopo la stretta di mano con Kangjoon, aveva avvertito un fastidio, la tipica sensazione che rimane sulla pelle dopo un pizzicotto.

 Anche se dopo la stretta di mano con Kangjoon, aveva avvertito un fastidio, la tipica sensazione che rimane sulla pelle dopo un pizzicotto

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Dopo quella stretta di mano, non aveva idea di che cosa sarebbe successo

«Corvino»Where stories live. Discover now