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Everything's going to be alright if you go to univeristy and do as we tell you



Si svegliò prima che le domestiche lo disturbassero. Si alzò dal letto e senza nemmeno volgere lo sguardo alla sveglia poggiata sul comodino, andò in bagno e si immerse in un bagno caldo.
"Cosa dirò a mia madre?" pensò toccandosi le tempie come se avesse un forte mal di testa. "La verità" e tagliò corto immergendosi del tutto nell'acqua calda.
-Signorino, cosa gradisce per la colazione? E apparecchiarono di fretta la tavola, -non ci aspettavamo che si svegliasse così presto.
-Mia madre è già sveglia?
-Ancora no Signorino Seo. Guardò le domestiche e le congedò con un gesto con la mano.
Poco dopo aver finito di fare colazione tavola, arrivò sua madre e con lei uno sbadiglio rumoroso. -Buongiorno figliolo, e gli diede un bacio in fronte. Appena si sedette di fronte a lui fu la madre a iniziare il discorso, -com'è andata ieri sera? Ti è piaciuta? stava sorridendo come se quella volta avesse fatto centro.
-Mamma, ti prego di non organizzare più questi appuntamenti. Saranno anche delle belle, ma non sono il tipo di ragazze che vorrei avere al mio fianco.
La madre rimase in silenzio e osservando le increspature createsi sul tè aggiunse solo -mi arrendo. Hai tempo due settimane per trovare una ragazza, se alla cerimonia sarai da solo, considerati escluso dal contratto.
Non c'era alcuna cattiveria nelle parole di sua madre, solo una leggera rassegnazione. -Non vi deluderò, disse Kangjoon alzandosi da tavola e uscendo di casa sperando di non incontrare il padre. -Kangjoon!!, sentì il suo nome urlato nel vialetto dell'università e senza nemmeno voltarsi capì che era E'Dawn e facendo finta di non conoscerlo andò dritto per la sua strada. -Ehi, perché non ti sei fermato? e l'amico mise il broncio e fece ridere Kangjoon, -ma chi sei?
-Ma smettila! Comunque, ieri ti sei perso una partita fantastica, eravamo proprio tutti, è venuto persino Chanyeol, sembrava di essere tornati ai vecchi tempi. Fece un lungo sospiro e guardò l'amico, -mancavi solo tu.
-Credimi, vi avrei raggiunto ma ho avuto un appuntamento.
-Un appuntamento? Con una ragazza? ed E'Dawn sorrise malizioso, -era carina? Kangjoon scosse la testa -solo ricca, niente di più.
-È assurdo, sei circondato da ragazze e potresti averne quante ne vuoi, ma non sei mai stato fidanzato, che problemi hai tu?!
-E'Dawn, se solo potessi ti farei vivere la mia vita per un po' di tempo. Sembra di vivere all'interno di un copione scritto male.
L'amico si limitò a rispondere in silenzio, avrebbe preferito non proliferare parola sul quell'argomento. -Ehi, alla prossima partita ci sarai?
-Assolutamente sì.
-Adesso che lezione hai le prime ore?
-Piano e poi sceneggiatura.
-Mi sa che dobbiamo salutarci adesso, alla terza ora abbiamo teatro e ci spostiamo a Seul.
Si salutarono e ognuno andò per la sua strada. Con la carta orientativa delle aule, Kangjoon si immerse nuovamente in facoltà, disperdendo lo sguardo e distraendosi nell'osservare. Non era suonata ancora nessuna campanella e gli studenti vagavano ancora per i corridoi e l'odore del caffè che usciva dalla macchinetta scaldava l'aria di quel freddo autunno. Le foglie dorate che cadevano dai rami degli alberi si poggiavano sulle finestre dell'università o finivano direttamente sul pavimento.

L'aula che cercava era in fondo al terzo piano e per raggiungerla dovette immergersi del tutto tra i corridoi intricati di quel piano

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L'aula che cercava era in fondo al terzo piano e per raggiungerla dovette immergersi del tutto tra i corridoi intricati di quel piano. Quando sentì tante mani suonare dei pianoforti capì che era nel posto giusto. "Aula 2.1" e la trovò, ma prima di aprire la porta vide il capo di una ragazza chino sulla tastiera del pianoforte e le mani che, invece di pigiare i tasti, sembrava li stessero accarezzando. Stava suonando Il Clavicembalo Ben Temperato di Bach e la delicatezza che metteva in quella melodia la stava rendendo una ninna nanna. Kangjoon stette immobile a guardare dalla piccola finestrella trasparente che c'era sulla porta in legno scuro. Non c'era nessuno sforzo tra quelle note e il capo chino della ragazza era immobile, immaginò che fossero gli occhi a seguire le dita e le note. Poi, come se in tutta quella calma fosse cambiato qualcosa, fermò all'istante la melodia e si sentì un forte frastuono inondare il corridoio. La ragazza si alzò e si voltò di scatto cosicché da incrociare lo sguardo di lei con quello di lui. 
-Tu? bisbigliò a sé stesso Kangjoon. La ragazza uscì dall'aula e andò via, senza considerare il ragazzo. -Ehi! alzò la voce riluttante, ma lei non si voltò nemmeno e continuò a camminare. Quella ragazza lo infastidiva, -non sono mica invisibile, aggiunse entrando nell'aula.
Il pianoforte che prima era stato suonato pareva essere innocuo e silenzioso. In quella piccola aula c'era un leggero profumo di shampoo ai frutti rossi, non dispiaceva. Si sedette per suonare, ma poco dopo entrò il professore. -Seo Kangjoon? si voltò e vide il suo vecchio professore Yiruma. -Professore! e si avvicinò per abbracciare il suo vecchio insegnate di pianoforte. -Non puoi immaginare la gioia che ho provato quando mi hanno detto che ti saresti iscritto in questa università.
Yiruma era stato il suo primo insegnate di pianoforte e allora aveva solo otto anni, rivedersi dopo quasi dodici anni lo inondò di ricordi. -Sei cresciuto davvero bene, lo squadrò dalla testa ai piedi, -ma ho la sensazione che sia rimasto un Seo bambino dentro di te, e li posò una mano sul petto.
-Forza, fammi vedere che cosa hai portato, Yiruma si mise affianco al ragazzo e aspettò che suonasse qualcosa.
-Ho portato qualcosa di Mozart, ma ho preparato anche dei brani di Chopin e Beethoven, Yiruma sorrise, -suona, semplicemente suona.
Non erano nemmeno le quattro del pomeriggio, ma era già esausto. La lezione di pianoforte si era rivelata pesante e quella di sceneggiatura altrettanto. Si distese sull'erbetta fresca del parco e chiuse gli occhi, poco dopo una leggera luce lo invitò a riaprirli e vide la figura al contrario di lei che leggeva. Aveva le gambe incrociate e una lunga coda di cavallo. "Ma cosa fa questa esattamente?" pensò assottigliando gli occhi quando la luce del sole divenne più forte. Dopo un po' la vide alzarsi e andare via di fretta. Kangjoon si alzò dall'erbetta e in silenzio prese a inseguirla.
Uscì dal cancello anteriore dell'università e corse verso la fermata dell'autobus.
"Che faccio? La seguo o non la seguo?", si chiese, ma era già nello stesso autobus dov'era lei, cercando di nascondersi tra la gente, sperando di non essere visto.    

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