Capitolo 22

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Sentii vagamente la terra mancarmi da sotto i piedi e qualcosa di freddo e ruvido fare subito impatto con la mia guancia.

Sentii una voce urlare qualcosa, ma ero troppo occupata a venire scossa dai miei stessi singhiozzi disperati.

- Signorina, si sente bene? - una voce frenetica mi aveva raggiunto e cercava di tirarmi su.

- Mi lasci - strillai io, senza comprendere veramente la situazione.

- No, lei si sente male, devo portala in ospedale? Vuole dell'acqua, qualcosa da bere o da mangiare? Posso fargliela portare subito... - sentii solo una piccola parte del suo discorso, ma scossi comunque la testa con vigore.

- Devo... devo... partire per Tokyo - riuscii a dire con difficoltà all'uomo che cercava di tirarmi almeno a sedere.

- Quando deve partire? - mi chiese quando finalmente lo accontentai e mi sedetti, le gambe avvolte tra le mie braccia. Guardò distrattamente il suo orologio a dir poco costoso nascosto sotto la manica del suo completo elegante. Uomo d'affari a quanto pare... uomo d'affari anche piuttosto giovane! mi aveva sorpreso il fatto che era venuto a "soccorrermi".

- Adesso - dissi decisa alzandomi in piedi e vedendo che lui faceva lentamente lo stesso, guardandomi probabilmente come se mi fossi bevuta il cervello.

- Non mi sembra che ci siano voli per il Giappone adesso - aggrottò la fronte e non riuscii fare a meno di trovarlo adorabile. Malgrado il suo aspetto serio e troppo adulto per l'età che dimostrava, aveva ancora dei visibili tracci infantili nei lineamenti del viso e potevo dire che avesse più o meno vent'anni o poco più. - Mi sembra che ne parte uno proprio alle cinque diretto a Tokyo, però. Dov'è il tuo biglietto? Potrei far anticipare il volo per una manciata di minuti - disse lui con mia sorpresa. Più che per il gesto, tra l'altro molto gentile da parte sua, era per come lo aveva detto. Come se tutto al mondo potesse dipendere da lui, ed era ormai evidente che un certo potere aveva.

E la cosa non mi piaceva neanche un po', però era stato gentile con me, quindi avrei cercato di ricambiare con altrettanta cortesia.

E dovrebbe ringraziarmi in ginocchio, dal momento che il mio carattere non era proprio uno tra i più facili al mondo da gestire.

- Uhm... ecco, ci potrebbe essere un piccolo dettaglio - iniziai io, decidendo di andarci cauta. Chissà come avrebbe reagito, dal momento che credo che ormai lo avevano capito tutti che non facevo parte degli addetti all'aeroporto. E, diciamocelo, chi cavolo mi avrebbe assunta? - Potrei non aver comprato nessun biglietto e non avere nessun passaporto. Ho deciso tutto questo all'ultimo, come penso che abbia già capito -

Lui mi guardò in un modo strano che non riuscii a decifrare, ma poi si aprì in un sorriso. - Okay, allora a quanto pare oggi farò una tappa a Tokyo! Bene, ti accompagno io, non preoccuparti - mi fece quello che doveva essere un occhiolino.

Eeww... NO.

Lui ha vent'anni. Io ne ho diciassette.

Qualcosa mi dice che non avrebbe mai funzionato, se mai stesse pensando a quello che io pensavo stesse pensando, quindi fai marcia in dietro, ragazzo, perché per adesso sono disposta a stare solo con Bieber, se non ha già incominciato ad odiarmi, ovvio.

E poi quando aveva incominciato a darmi del "tu"??? Immaginavo che però potessi passarci sopra dal momento che mi avrebbe accompagnato a Tokyo da Justin senza chiedere nulla in cambio.

O meglio, era quello che pensavo e speravo fortemente che fosse così.

***
Capitolo corto, scusate. Solo che volevo aggiornare assolutamente questa sera, quindi eccovi un capitolo penoso. Però vi voglio bene!!! E spero di riuscire ad aggiornare sempre domani sera e scusate per l'ora, ma riesco a scrivere solo a quest'ora, praticamente.

Stay With Me ❀ jdb & agbWhere stories live. Discover now