Passeggiata

782 71 0
                                    


Emma e Regina camminavano fianco a fianco, mentre il gruppo di ragazze le precedeva qualche metro più avanti. 
La bionda teneva le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni, mentre l'altra aveva lo sguardo perso al suolo, notando come le sue scarpe non fossero mai state così interessanti.
Godevano una del silenzio dell'altra, fino a che Regina non decise di parlare, vincendo la lotta contro l'imbarazzo.

Si voltò verso di lei.

"Grazie" le disse dolcemente, mentre le sue gote si coloravano si un leggero rosso.
Subito dopo, notando l'espressione confusa della ragazza al suo fianco, si affrettò a continuare.
"Si...insomma, per il film... se non fosse stato per te, probabilmente non sarei riuscita ad addormentarmi a vita." Confessò con un'espressione di completo imbarazzo.

Emma rise, "è stato un piacere, principessa."
La mora non potè fare a meno di sorridere, notando come l'avesse nuovamente chiamata. "Ti sarò sembrata una stupida."

La bionda rise, “No, non pensarlo. Sembravi più una principessa da salvare."

Le labbra sul volto di Regina si distesero, "E tu mi hai salvata."
Emma aprì la porta del locale, permettendo alla mora accanto a lei di passare.
"Sembra proprio di si." concluse prima di seguirla.
 
Regina sorrise ed oltrepassò la soglia catapultandosi nella realtà che era il 'the rabbit hole', conosciuto come il miglior locale notturno di tutta la città. 
Lei non ci era mai stata, perché semplicemente no ne aveva mai sentito il bisogno. Al contrario di Maleficent che spesso le raccontava delle bellissime serate trascorse in quel luogo. La sua amica l'aveva sempre invitata, aveva sempre proposto di andarci, ma lei non aveva mai accettato. Non era una cosa fatta per lei. Regina era più il tipo da casa, divano e serie tv.
 
Unitesi nuovamente con il resto del gruppo, si avvicinarono al bancone dove quattro abilissimi baristi si stavano occupando delle ordinazioni dei loro clienti facendo volteggiare di qua e di là bottiglie di vetro cariche di liquido colorato.
 
Regina fece qualche passo avanti quando Emma la fermò, "posso offrirti qualcosa da bere?"
La mora sorrise ma scosse la testa.
"Grazie, ma non bevo."
Emma sorrise a sua volta: altro punto a favore. 
"Beh, neanche io."
Regina la guardò interrogativa, mettendosi a ridere quando, subito dopo, Emma aveva sorriso impacciatamente e alzando le spalle si era grattata la testa imbarazzata.
 
Avevano deciso di sedersi in un tavolo leggermente più appartato rispetto agli altri: in modo da riuscire a vedere gli artisti suonare sul palco e poter parlare senza dover urlare a causa della musica troppo alta.
 
Le ragazze parlavano tra loro del più e del meno, cercando di conoscersi il più possibile. Regina, seduta difronte la bionda, riservava occhiate di sottecchi nella sua direzione, cercando di non farsi notare; mentre Emma… beh, Emma la fissava ogni volta che non veniva chiamata a rispondere a domande riguardo la sua vita. E si perdeva guardandola arrossire sotto il suo sguardo.
 
Fu un momento poi. 
Un momento in cui le prime note di quella canzone si fecero strada nell'aria di quell'enorme sala. 
Regina aveva rivolto lo sguardo verso la band che stava suonando una delle sue canzoni preferite e, quasi inconsciamente aveva iniziato a muovere le labbra seguendone le parole.
 
#this is my love song to you, let every women know I'm yours, so you can fall asleep each night Babe... #
 
Emma la guardava cantare a bassa voce quella canzone che sembrava la più bella mai ascoltata. E forse lo era. Gli occhi della ragazza, attirati dalla musica, erano di un colore così bello che non seppe neanche catalogarlo nella sua testa.
Quando poi Regina si voltò, ed incontrò il suo sguardo, arrossì di colpo e sorrise. Illuminando il proprio viso e quello di Emma.
Ed Emma seppe, in quel preciso momento, che avrebbe fatto di tutto per mantenere quel sorriso sul volto della mora.
Perché, semplicemente, era la cosa più bella che avesse mai visto.
 
# I will never stop trying, I will never stop watching as you leave, I will never stop losing my breath everytime I see you looking back at me… #
Continuò Emma.
 
E l'altra la fissò come se, anche lei, non avesse visto niente di più bello al mondo, sorridendo come mai aveva fatto.
Emma l'aveva colpita, come lei stessa l'aveva colpita.
E il tempo e lo spazio sembrarono fermarsi. Nulla in quella stanza se non loro, gli occhi legati e i cuori veloci.
A sorridersi come due bambine alla prima cotta: non avrebbero voluto far altro che non fosse essere avvolte dallo sguardo dell'altra.
 
 
****
 
Le ragazze si salutarono, mettendosi d'accordo sul fatto che si sarebbero riviste il prima possibile.
"Emma, vieni con noi?" Chiese Ruby prendendo la giacca.
"No, accompagno Regina a casa" rispose la bionda, sorridendo alla ragazza di fronte a lei. 
La mora ricambiò il suo sorriso e, sentendo le sue gote colorarsi di rosa, cercò di non farlo notare voltandosi verso Maleficent.
"Bene, sembra che il fatto che io vada a dormire da Graham non sia poi un così grande problema. Hai casa libera e una bella bionda che ti ci riaccompagna." Le aveva detto avvicinandosi al suo orecchio. 
"Smettila Mal!" Disse Regina arrossendo maggiormente. Poi l'amica guardò Emma dietro di lei e le fece l'occhiolino, che ovviamente fu ricambiato con una sonora risata.
 
Uscirono dal locale, ognuna diretta verso la propria abitazione. Emma e Regina camminavano fianco a fianco, di nuovo. I primi 5 minuti erano passati nei silenzio più assoluto, poi la mora decise di parlare. "Simpatiche le tue amiche."
Emma sorrise, "già, suppongo siano delle matte."
Regina rise, ed Emma giurò che quella fu la melodia più bella che avesse mai sentito.
Si voltò a guardarla e ne rimase incantata.
"Sei bellissima," disse senza pensarci, velocemente, senza neanche preavviso.
 
"I-io" tentò Regina, "Gr - grazie Emma" riuscì a dire prima di abbandonare il contatto visivo con la bionda.
La ragazza sorrise, a quanto pare riusciva a farla arrossire spesso. "Allora ti va un gelato? O vuoi tornare sub-"
"Si, ho voglia di gelato!" Disse subito Regina non volendo minimamente pensare a tornare a casa.
 
***
"Grazie, per avermelo offerto."
La mora guardò la verso la sua mano, dove un enorme cono al cioccolato stava per  essere divorato.
"È il minimo, principessa."
Rispose Emma alzando le spalle.
Regina la guardò confusa, "per cosa?"
La bionda non rispose immediatamente, le fece segno di sedersi alle panchine e si perse a guardare verso il molo.
"Speravo accettassi di prendere questo gelato, speravo accettassi di rimanere con me." Le rispose poi sincera, guardandola negli occhi.
Regina si sentì avvampare sotto quello sguardo e immediatamente ruppe il contatto.
Emma rise, "scusa, non volevo metterti in imbarazzo."
Regina si scostò una ciocca dal viso, portandola dietro l'orecchio. Movimento che non passò inosservato alla bionda, tanto che avrebbe voluto farlo lei stessa.
Poi Emma sorrise, "prometto di non metterti più in imbarazzo.. solo se mi permetti di dirti un'ultima cosa."
Regina la guardò ed annuì, avrebbe permesso di dire qualsiasi cosa a quella straniera così dolce e gentile.
Anche Emma la guardò e si incatenarono ancora, com'era successo al locale qualche ora prima.
Poi parlò.
 
"Sei davvero molto bella."
E Regina si sentì mancare il fiato. Perché glielo aveva detto con le labbra, con gli occhi, con il cuore. Nessuno mai l'aveva trattata in questo modo, nessuno mai l'aveva riempita di così tante attenzioni, nessuno mai l'aveva guardata come se ci fosse solo lei su questa terra.
Ma Emma l'aveva fatto.
Emma era speciale.
 
****
 
Arrivate davanti il grande portone di ferro del dormitorio, Regina si perse a cercare le chiavi nella sua borsa. Quando le trovò, si voltò verso Emma per ringraziarla della splendida serata, ma questa la fermò.
"Vorrei invitarti alla partita di domenica, sarà una delle partite più difficili del campionato. Ma magari qualcuno, decidendo di venire, potrebbe portarci fortuna." E le fece un occhiolino.
Sorrise.
"Ci sarò," le rispose Regina, contenta di poterla rivedere così presto.
"Fantastico!" Esclamò poi la bionda, veramente, veramente felice.
 
Poi si guardarono, Emma si avvicinò lentamente e il cuore di Regina iniziò battere così forte che per poco non usciva dalla gabbia toracica.
Trattenne il fiato, mentre la ragazza le poggiava un dolce bacio sulla guancia.
"Buonanotte, principessa," le sussurrò.
E Regina non fu in grado di parlare, annuendo solamente e provocando una sonora risata nella bionda.
"A domenica, allora" le disse poi, sperando fosse una promessa.
"A domenica" riuscì a rispondere l'altra, prima di entrare nel grande cortile.
 
Fisicamente si separarono, ma i loro occhi rimasero legati per il resto del tempo. Come se niente da quel momento avesse più potuto separarle.

•𝕴𝖔 𝖘𝖔𝖓𝖔 𝕰𝖒𝖒𝖆•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora