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Arrivo al campo e tutti si stanno già preparando ad andare, almeno, tutti quelli che non resteranno qui, e domani avremo nuove persone.

Raggiungo la mia stanza passando tra i ragazzi e le valigie, man mano che passo mi fermo a salutare qualcuno che conosco e alla fine arrivo alla porta, la apro e vedo Sophie e Angela che stanno chiacchierando.
<<Ciao, dov'eri finita?>> mi chiede Sophie <<Non ne ho idea, non ricordo niente di ieri.>> dico lasciandomi cadere sul mio letto e prendendomi la testa tra le mani <<Com'è a dire che non ricordi?>> chiede Angela <<Ero ubriaca, ho bevuto tantissimo e quando mi sono svegliata non ero qui...>> dico <<Dov'eri?>> chiede calma Sophie sedendosi affianco a me sul mio letto <<Ero... ero con Tommy.>> dico piangendo per il panico <<Okay, tranquilla, eri solo lì, non è successo niente.>> mi tranquillizza Sophie <<Non so cosa sia successo ieri sera, ma questa situazione non mi piace.>> dico <<Troveremo una soluzione, e Tommy finirà nei casini, stai tranquilla.>> mi sorride <<Grazie.>> rispondo sorridendo.

Mi cambio in fretta mettendo un paio pulito di pantaloni e una maglietta dei Catfish and the Bottlemen, poi prendo la chitarra nella sua custodia e visto che la domenica è giorno di riposo e possiamo fare quello che vogliamo, vado nel giardino del Campo a suonare.
Cammino nel corridoio verso l'uscita, quando una bambina arriva accompagnata da Leo:<<Mi ha detto di andargli a chiamare una certa Jade.>> sta dicendo la bambina <<Tranquilla Emily, adesso te la presento così puoi parlarle tu.>> le risponde Leo, poi alza lo sguardo sul corridoio e mi vede:<<Ah, eccola, ciao Jade.>> dice alzando una mano verso di me <<Ciao Leo, di cosa hai bisogno?>> chiedo stranita, dato che nessuno mi cerca mai <<Questa bambina, Emily, ti cercava.>> mi dice sorridendo <<Okay, grazie Leo.>> ringrazio mentre lui procede verso le camerate.
<<Ciao, io sono Jade.>> dico alla bambina <<Io sono Emily.>> risponde facendo muovere le codine bionde <<Piacere mio, dimmi Emily, di cosa hai bisogno.>> dico mentre ci incamminiamo verso il giardino <<Van mi ha mandata a chiamarti, dice che ti aspetta al vostro posto, e che tu sai qual'è.>> mi riferisce sorridendo contenta di aver svolto per bene il suo compito <<Okay, grazie Emily, ricorderò a Van che è ti deve un favore per essere stata così gentile da venirmi a chiamare.>> le dico sorridendo, sorride a sua volta e poi sparisce dalle sue amichette.

Entro nel piccolo teatro, l'unico posto che potrei chiamare "nostro", stando attenta che nessuno mi veda.
Il nostro primo bacio è stato su quel palco, era buio e sono caduta inciampando su una sedia solo perché non volevo dargli ascolto, eravamo saliti su quel palcoscenico e lui era apparso con la sua chitarra e mi aveva suonato Oxygen, la mia canzone preferita.
Lo vedo lì seduto su un amplificatore che suona piano la sua chitarra <<Devi un favore ad Emily.>> gli dico dalla porta, alza lo sguardo e sorride nella mia direzione <<Sei arrivata! Ho aspettato secoli. Bella maglietta comunque.>> si lamenta <<Io anni per poterti incontrare, ma grazie, so che è la tua preferita.>> gli faccio notare <<Vieni qui.>> mi dice e così raggiungo il palco, appoggio la chitarra nella custodia sulla superficie di legno poi faccio leva sulle braccia per salire anch'io sul palco <<Siamo in forma vedo.>> <<Non l'avresti mai detto, eh?>> dico piegando il braccio come per fargli vedere i miei muscoli praticamente inesistenti.

<<E quindi non ti devi distrarre...>> dice a un certo punto dopo il silenzio <<Già.>> confermo <<Per cosa? Se posso chiedere.>> <<E va bene... Tra una settimana circa ho un esame per entrare al conservatorio di Cardiff e quindi devo restare concentrata per passarlo, e... e vorrei che tu venissi a vedermi.>> dico <<Settimana prossima dici?>> chiede come se cercasse il modo migliore per dirmi di "no" <<Si, perché? C'è qualche problema?>> chiedo quasi in panico, lui si alza e viene subito ad abbracciarmi stringendomi forte:<<No, cercherò di fare il possibile per esserci, promesso.>> dice e così, rassicurata, lo abbraccio.

<<All'esame devi suonare?>> mi chiede <<Si.>> rispondo <<Sai già cosa porti?>> mi chiede <<Si.>> <<Ti va di farmelo sentire?>> <<No, è tutta una sorpresa, ma se vuoi ti faccio sentire qualcosa come hai fatto tu qui due settimane fa.>> dico sorridendo mentre lui si limita a sedersi su una sedia rossa della tribuna, tiro fuori la mia chitarra elettrica e la collego all'amplificatore:<<Se ti pieghi così tutte le volte che devi amplificare la chitarra vorrei che lo facessi tutti i giorni.>> dice, mi giro a guardarlo male:<<Adesso ti arriva la chitarra in testa.>> dico e lo vedo ridere <<Sei un coglione.>> gli dico <<E tu sei innamorata di un coglione.>> mi fa notare con il suo solito sorriso sbilenco.

<<Maybe I don't act the way I use to 'cause I don't feel the same about you, in fact that's a lie, I want you.>> lo indico sorridendogli e lui fischia; a fine performance si alza in piedi ad applaudire gridando:"Brava! Brava!" e mi sento arrossire, e con la solita abitudine mi nascondo dietro ai capelli, lui salta sul palco con un balzo e me li scosta subito dal viso mettendomeli dietro a un orecchio:<<Ti ho già detto che non devi nasconderti dietro ai capelli, perché sei bellissima quando diventi rossa. Non te l'avevo detto anche la prima volta che siamo venuti qui?>> chiede <<Veramente eravamo nell'altra aula.>> gli ricordo sorridendo e ripensando a quel giorno:<<And I raced through soundcheck just to meet, on your fag break and you convince me, to put life aside and I want you.>> dice lui sulle mie labbra e mi sembra di essere uno dei suoi microfoni per come mi gira attorno e mentre mi bacia schiudendomi le labbra e facendo congiungere le nostre lingue mi sento il centro dell'universo, forse non dell'Universo, ma del suo universo si.

Oxygen || Ryan Evan McCannWhere stories live. Discover now