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Dire che non avevo voglia di fare le attività proposte dal campus è poco, dire che mi sono ribellata per non farle è quello che è veramente successo: non avevo la minima intenzione di uscire da sotto le coperte calde e così ho protestato contro uno degli educatori, che ovviamente adesso mi odierà, che bella la vita, proprio una vera merda!
Ma almeno sono rimasta sotto le coperte, al caldo.

Al mattino però non potevo starmene lì, anche perché hanno minacciato di chiamare la dirigente, e questo è grave, non mi ero resa conto di essere a questi livello.
Fatto sta che sono scesa a fare colazione e già non sopporto il chiacchiericcio che parla di cosa è successo la notte scorsa... non ho mai capito perché le notizie si spandano così in fretta... bah.

Dopo colazione mi dirigo alla attività che, ovviamente, non ho voglia di fare, così cerco quella con "meno lavoro possibile"; la trovo: Art and Craft, disegnare, colorare e tutta quella roba dove solitamente non si fa niente.
Seguo la piccola massa di bambine, principalmente, che va verso l'interno del campus.
Una volta arrivati in una stanza con tanti tavoli ci fermiamo e tutti prendono posto; mi siedo in un tavolo appartato in modo da non essere disturbata mentre mi faccio gli affari miei, ma purtroppo non è così.

Mentre sto ascoltando tranquillamente la musica mi si avvicina l'educatore: un ragazzo più alto di me, sulla ventina, biondo con i capelli leggermente lunghi che gli si arricciano dietro le orecchie e gli occhi azzurri più belli che abbia mai visto; mi sembra famigliare, ma esattamente non ricordo dove l'ho visto.
<<Come mai qui tutta sola? Il mondo è dall'altra parte!>> esclama con un grande e bellissimo sorriso <<Appunto, -dico- sto cercando di stare il più lontano possibile dal mondo.>> lo vedo guardarmi con un'espressione confusa e i suoi occhi si fanno un po' più scuri <<E come mai?>> chiede <<Perché il mondo è brutto e crudele, molto fastidioso e pieno di rumori orribili. Magari tutti ascoltassero la vera musica invece che tutta quella roba che parla a 3500 chilometri orari... bah, io non lo capisco il mondo.>> <<Il mondo non va capito, devi solo farlo girare a tuo favore.>> dice l'educatore, lo guardo chiedendomi se non sia una reincarnazione di un qualche vecchio saggio o che so io <<Giusto per curiosità, i tuoi capelli sono così al naturale o te li tingi?>> chiede prendendo alcune ciocche in mano e ispezionandole, rimango senza parole, ma poi riesco a dire:<<Naturale.>> <<Oh, è un bellissimo colore, mi piace moltissimo, e ti sta molto bene. La ragazza dai capelli ramati.>> dice guardandomi nel complesso <<Grazie.>> dico per poi rimettermi le cuffie e nascondermi tra i capelli per non dare a vedere il mio rossore <<Non fare così, tanto sembri solo più carina, non ti nascondere mica.>> divento ancora più rossa e cerco così di non guardare l'educatore, a quanto pare questo ci sa fare con i ragazzi <<Comunque io sono Ryan.>> si presenta <<Jade...>> balbetto piano <<Non ho sentito scusa.>> dice mettendo una mano dietro all'orecchio come per far segno di non sentire, la mia maestra delle elementari faceva così, e io la odiavo a morte.

<<Ho detto che mi chiamo Jade.>> rispondo alzando la testa scocciata <<Uh, un nome unico... è la prima volta che sento una ragazza chiamarsi così, ma aspetta, ne ho sentita una ieri sera...>> dice e così mi alzo e faccio per andarmene, anche questo no eh!
Ma vengo bloccata da Ryan che mi tiene ferma <<Non ti lascerò andare finché non sarà finita l'attività.>> dice <<E io invece dico che me ne andrò prima.>> dico tirando via il polso dalla sua mano e uscendo dalla stanza a grandi passi pesanti.

Sono a metà corridoio quando sento dei passi e una voce, spero solo che non sia la dirigente.
Ma con mia sorpresa Ryan non l'ha chiamata, anzi, è proprio lui!
<<Aspetta!>> dice raggiungendomi di corsa <<Cosa vuoi adesso Ryan?>> dico continuando a camminare <<Aspetta, voglio solo parlare.>> dice mettendomi una mano sulla spalla <<Puoi fermarti per favore, Jade?>> chiede, nessuno avrebbe mai detto "per favore" in questo mondo, ma questo ragazzo viene sicuramente da un altro pianeta; con mia sorpresa mi fermo <<Brava.>> dice mettendomisi davanti e abbassandosi in modo da potermi guardare negli occhi <<Smettila di andartene, okay? Resta con me, non ti farò fare niente che possa annoiarti, o che so io, okay?>> dice, faccio segno di "si" con la testa <<Brava ragazza.>> dice sorridendo, poi con l'altra mano prende la mia e inizia a camminare.

Oxygen || Ryan Evan McCannWhere stories live. Discover now