Parto per l'Empirio

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P.O.V. Eley
Avevo appena finito di lavorare. Mentre varcavo l'uscita del centro commerciale sentì la mia tasca vibrare, portai una mano nei jeans strappati e ne estrassi il cellulare. Jacob mi aveva mandato un messaggio, chissà cosa voleva. Sbloccai il telefono e lessi quello che mi aveva scritto.

Jake
"Ehi Eley, ti andrebbe sta sera di uscire? Mangiamo qualcosa e facciamo un giro se ti va."

Risposi poco dopo.

"Si, certamente! Rimaniamo a La Push o preferisci Port Angeles?"

Jake
"Credo sia meglio La Push, avrei una mezza idea per il dopo."

"Stupiscimi."

Jake
"Farò del mio meglio ahahah."

Sorrisi e riposi il cellulare nella tasca, legai i capelli in una coda disordinata. Molte ciocche mi ricadevano ai lati del viso solleticandomi la pelle, non vi badai e mi diressi verso casa.
Strinsi la maniglia in ferro e aprì la porta, appena varcai l'entrata Clare mi accolse sorridendo.
"Cosa ha fatto Jacob?" Chiese allegando le braccia senza smettere di guardarmi negli occhi.
Mi colse così alla sprovvista, che dovette aspettare qualche secondo prima di ricevere una risposta.
"Sono così leggibile?"
"È come se avessi una scritta in fronte, che dice:"sono felice per qualcosa che ha fatto Jacob""
"Ma come lo hai capito?"
"Stavi sorridendo come un ebete e a parte la notizia che abbiamo comprato l'uva, nulla ti da quel sorriso da ebete. Salvo ovviamente Jacob."
"È come avere una specie di Edward in casa." Sbuffai alzando gli occhi al cielo.
"Non mi paragonare a quel vampiro." Clare fece una smorfia.
"Ok ok, scusa. Comunque esco con lui stasera."
"Sono felice per te!" Farsy mi corse in contro abbracciandomi, la strinsi sorridendo.
"Ti darei le protezioni se anche tu non fossi fertile. Che bello essere in menopausa!" Pensò a voce alta Clare.
"Clare! Non sono ninfomane come te e Paul!"
"Mi ritengo offesa, ti ricordo che lo abbiamo fatto solo dopo diversi mesi. Adesso prenderò il conto dei tuoi e vediamo chi ci mette di meno! Mai sfidarmi!"
"Non avrai mica intenzione di spiarci?"
"Si, se necessario."
"Mi ritiro da questo discorso." Disse Farsy dirigendosi in cucina.
"Clare! Sei disgustosa."
"Lo so." Rise lei. "Comunque non ho bisogno di spiarvi, ti si vedrà subito in faccia...e si sentirà."
"Vai a quel paese."
Mettendosi in posa da selfie, la mano chiusa a pugno salvo che per l'indice e il medio, mi fece la linguaccia. Poi si voltò e sfrecciò via nella sua camera, il letto scricchiolò quando vi si buttò con un tonfo.
Sbuffai scuotendo il capo e cercai nell'armadio qualcosa di adeguato da indossare. Posai dei jeans strappati sul letto insieme ad una camicia rossa, slegai i capelli lasciando che mi solleticassero le braccia.
"COSA?!" La voce di Clare rimbombò nella stanza con grande fragore, allarmata corsi in camera.
"Sul serio c'è che shippa Arya e Nasuada?" Giusto, la sua ultima passione...nel giro di qualche mese aveva concluso le saghe del Ciclo dell'Eredità, di Percy Jackson dei ed eroi, di Queste Oscure Materie e tante altre, tutte rigorosamente fantasy ed erano così tante che avevo smesso di ricordarmi i nomi tempo fa. Insieme a Paul, avevamo messo nel muro due mensole dove adesso vi erano tutti i suoi libri. Quando aveva iniziato era stato il panico, condivideva tutto quello che leggeva con i poveri disgraziati con cui faceva la ronda, ma poi, Miracolo! Aveva scoperto il "fandom", un gruppo di persone perfettamente idonee al manicomio, con cui parlava per ore al cellulare -solo ed esclusivamente quando non c'era Paul- di tutte queste saghe. Lasciando in pace i poveri membri del branco.
"E io credevo chissà cosa, mi chiedo perché ancora mi preoccupo per te."
"Perché sono la tua preziosissima e insostituibile sorella maggiore, mi ami così tanto che se sparissi moriresti subito." Mi fece un largo sorriso, direi anche esageratamente largo. Si decisamente troppo largo.
"Forse."
Rise e si mise a sedere, appiattì le pieghe sulle coperte del letto e con tono più gentile cambiò argomento.
"Spero la serata si riveli per te speciale." Ecco il ritorno del suo atteggiamento materno. Mi confondeva molto il suo carattere, se non la conoscessi da tempo mi sentirei molto a disagio.
"Grazie Clare." Le sorrisi dolcemente e uscì dalla camera.
"Atra esternì ono thelduin!" Le sentì dire quando ero in fondo al corridoio. Scoppiai a ridere ed entrai in cucina, trovai Farsy intenta a preparare la cena.
Mancava ancora qualche ora alla mia uscita con Jake, così mi concessi di distrarmi.
"Ti do una mano?"
"Se non mi avveleni il cibo certo."
"Sono passati cinque anni dall'ultima intossicazione alimentare." Borbottai imbronciata, scaturendo la risata di Farsy.
"Ci ho messo una settimana per smaltire quella sbobba e non ho intenzione di ripetere la cosa."
Scossi il capo e afferrai qualche ingrediente dalla dispensa.
Quando arrivammo ad un punto morto della preparazione espressi quello che mi frullava in testa da un po'.
"Farsy, ma, con il tuo ragazzo. Cioè, Clare e Paul sono due licantropi quindi non consiste il problema del segreto, ma te e Mirko...lui sa nulla?"
Le mani della castana si fermarono mentre il suo sguardo ricadeva nel vuoto. Passarono diversi secondi prima che aprisse di nuovo bocca.
"Anche se volessi non gli posso dire nulla, il segreto deve essere mantenuto e io non ho l'imprinting con lui."
"Forse Sam potrebbe fare un'eccezione, se lui è una persona di cui ci si può fidare sono sicura che sarà bene disposto."
"Seppur così fosse, non so se glielo voglio dire, ho paura sia troppo spaventato per potermi frequentare di nuovo." Tornò a muovere il coltello facendo tagli netti nel cibo.
"Farsy." Le posai una mano sulla spalla facendola fermare ancora. "Se ti ama veramente ti accetterà e così sarai sicura che è quello giusto, se non accetterà il fatto sono certa che troverai tanti ragazzi adatti a te in futuro."
"Ma io non voglio nessun altro, voglio lui."
Ha proprio un cuore puro.
Pensai dolcemente, per poi abbracciarla.
"Vedrai che lo accetterà."
"Grazie del sostegno Eley." Mi diede qualche pacca affettuosa sul capo. "Però magari lasciami finire la cena, ok?" Rise mentre scioglievo l'abbraccio e lei riprendeva a tagliare.
"Scusa." Ridacchiai grattandomi la nuca.
***
Ero davanti al bar dove ci eravamo dati appuntamento io e Jake, in anticipo perché non sapevo calcolare i tempi ovviamente.
Guardai l'orologio sopra l'insegna del bar:"7:44", mancava un minuto al nostro ritrovo. Battei nervosa la punta del piede sul terreno guardandomi intorno in cerca di Jacob.
"Ehi!" Mi voltai scorgendo il ragazzo, indossava una maglietta nera e dei jeans blu, uno stile molto semplice ma che stava bene su di lui.
"Ehi Jake!" Gli sorrisi.
"Scusa se ti ho fatta aspettare."
"Tranquillo sono io che non so regolarmi con i tempi. Ad ogni modo, dove andiamo?"
"Ci prendiamo uno di quei panini porcheria al McDonald?"
"Per ingrassare di un chilo intero? Certo!" Ridemmo avviandoci verso il luogo. Mangiammo seduti fuori seduti su una panchina, finiti i panini buttammo la carta.
"Mmm, sento già l'alito all'aroma di cipolla."
"Sai che bontà." Ridacchiammo e poi mi porse la mano, gli rivolsi uno sguardo confusa.
"Madame, mi permette di guidarla?"
"Cretino." Scossi il capo. "Guidami e basta."
"Che scortesia Lady Eley, queste parole non si addicono ad una signora come lei."
"Smettila!" Risi sferrandogli un pugno non troppo forte sul braccio.
"Ok, ok, ok! La smetto." Rise e si massaggiò il muscolo.
"Dove mi vuoi portare allora?" Gli chiesi sistemandomi la giacca.
"Seguimi e lo vedrai." Mi sorride e si voltò iniziando a camminare, mi portai al suo fianco mantenendo il passo.
Durante il tragitto parlammo del più e del meno riuscendo sempre ad evitare i punti morti.
Raggiunta la spiaggia ci sedemmo su un tronco caduto sulla sabbia, fissando il cielo buio.
"Sarebbe interessante fare un bagno."
"Neanche morta, sarà ghiacciata con molta probabilità."
"Il freddo non dovrebbe essere un problema per noi."
"Lo so, ma non mi ispira l'idea di spogliarmi adesso."
"Comprendo, comunque guarda lì." Indicò la luna, era quasi totalmente piena, la luce argentata si rifletteva sulla superficie frastagliata del mare.
"Wow." Dissi rimanendo a bocca aperta, non mi ero mai fermata tanto a guardare la luna per questo ero particolarmente meravigliata da quella scena.
"Mi verrebbe da dire una frase romantica scontatissima." Disse Jake mentre mi rimettevo a sedere più composta.
"Aspetta fammi indovinare, io dovrei dire: Bellissima. Così che tu risponderai:Mai quanto te. Poi ci baciamo e facciamo bambini."
Scoppiammo a ridere.
Qualche secondo dopo notai un pallone sgonfio -probabilmente lasciato da dei bambini- poco distante da noi.
"Ti va un partitina?" Chiesi alzandomi per andare a prendere il pallone.
"Certo! Preparati a perdere Eley." Jake si alzò mettendosi di fronte a me.
"Non mi sottovalutare." Lasciai cadere il pallone ai miei piedi e colpendolo con i piedi gli corsi dietro. Jacob mi fu subito addosso cercando di sottrarre la palla dal mio controllo. Riuscì a schivare la sua difesa proseguendo la mia corsa, percorso qualche metro detti un calcio più forte in un finto goal.
"Uno a zero. Chi stracciava chi?" Mi voltai verso di lui con un sorriso trionfante.
"Va bene va bene." Jake si passò una mano tra i capelli. "Che ne dici di una scommessa?" Mi chiese picchiettandosi l'indice sul mento.
"Ci sto."
"Se riesco a fare due goal di fila mi devi un bacio."
"Mh, potrei starci, ma come si decreta la mia sconfitta o la mia vittoria?"
"Raggiungiamo un numero massimo di 10 goal, se in questi dieci goal non ne ho fatti 2 di fila allora hai vinto tu."
"E tu mi comprerai grappoli d'uva per un'intera settimana." Lo interruppi prima che potesse stabilire le mie condizioni.
"Come desideri, così sia."
"Iniziamo allora." Ripresi il pallone e tornammo a giocare, sta volta però ci impegnammo entrambi molto di più.
Quando segnai il quinto goal di fila lui riuscì a trovare una breccia nella mia difesa tirando nella rudimentale porta che avevamo stabilito.
"Uno!" Esultò.
"Non credere che te la dia vinta facilmente."
E riprendemmo a giocare, continuavamo a toglierci la palla dai piedi in una situazione di stallo. Con una strana mossa riuscì a sfuggire alla mia difesa, mi voltai per seguirlo senza però riuscire ad impedirgli di fare rete.
"Vittoria!" Il ragazzo fece un salto in aria levando le braccia al cielo.
"Va bene hai il diritto di baciarmi." Arrossì al pensiero e scrollai le spalle.
"Ok." Si morse il labbro avvicinandosi lentamente, mentre rimanevo ferma dove ero troppo imbarazzata per muovermi.
Mi posò lentamente due mani sul viso, le dita sembravano quasi fredde confrontate al calore delle mie guance. Chiuse gli occhi e lentamente posò le sue labbra calde sulle mie, muovendole poi dolcemente. Dopo un primo momento di blocco ricambiai il bacio, facendo scorrere lentamente le mie mani sul suo petto fino a raggiungere il collo. Jake invece mi cinse la vita con le sue braccia muscolose avvicinando i nostri corpi. Un brivido caldo mi percorse le membra, Jake se ne accorse e fece un lieve sorriso compiaciuto.
Ci staccammo lentamente solo per riprendere fiato, i visi erano talmente vicini che i respiri si scontravano.
"Quindi, noi..."
"Sai già la risposta." Lo interruppi lasciandogli un bacio sulla guancia.

Clare, Farsy ed Eley [in revisione]Where stories live. Discover now