Bella passione suicidio parte 2

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P.O.V. Clare
Qualcuno insegni alla ragazza i concetti di pericolo e di responsabilità. MA COME SI FA A BUTTARSI DA UNA SCOGLIERA DI 20m QUANDO SEI UN'UMANA? MA CHE PROBLEMI HAI?
Io uno di questi giorni la faccio fuori.
Ci si mette pure il fatto che si sono trasformati Leah e Seth e inizio a pensare di avere un urgentemente bisogno di xanax.
Ma forse è meglio raccontare la giornata di oggi, forse, giusto per lamentarmi, si adoro lamentarmi. Non lo trovate fantastico anche voi?
Stavamo come al solito cercando Victoria, insomma quella vampira era più ricercata della felicità nella vita.
Tutto successe in poco meno di un minuto.
Jacob avvertì l'odore di Bella e partì subito alla sua ricerca, nel frattempo e nel baccano generale sentimmo due nuovi pensieri, erano confusi e spaventati. Tipico dei licantropi novizi.
Oh mio Dio si è buttata.
Jacob sembrava disperato, io in realtà ero solo felice.
Evviva! Una buona notizia finalmente.
Al mio pensiero ricevetti solo una minaccia come risposta, poco mi importava.
Vai pure Jacob.
Lo congedò Sam
Il ragazzo tornò umano così da potersi tuffare a sua volta per seguire Bella, tolti i pensieri preoccupati di Jake riuscì a concentrarmi meglio su quelli dei novizi.
No, no, no. Papà? Alzati dai.
Prima una voce maschile, si sentiva che era un ragazzo giovane.
Non può essere così, non posso aver fatto questo.
Infine una femminile. Dai loro pensieri visualizzai il ricordo, la trasformazione della ragazza e del fratello minore, l'infarto del padre e la loro tristezza unita ad un grande senso di colpa.
Non riuscivo a reggere un altro evento del genere, i sentimenti erano gli stessi che avevo provato alla morte dei miei genitori. Il dolore riaffiorò subito, forte come la prima volta, non riuscivo a reggerlo sommato a quello dei due fratelli.
Penso che...meglio che me ne vada.
Corsi via e tornai umana, non diedi a nessuno il tempo di reagire o di rispondere ai miei pensieri. Mi rimisi a correre, più veloce che potevo, mentre le lacrime mi arrossavano gli occhi e mi bagnavano le guance.
Per un attimo sono tornata indietro nel tempo, mi sembrava di rivedere mio padre morto.
Quando reputai di essere abbastanza distante mi fermai, cercai il fiume di confine e mi sedetti sulla riva sinistra dalla parte del nostro territorio, portai le ginocchia al petto e continuai a piangere. Era da parecchio tempo che non mi sfogavo in quel modo, tipico mio. Mi tengo tutto dentro fino a che non esplodo e se lo faccio, lo faccio da sola, non auguro a nessuno di vedere una persona a cui vuoi bene piangere in quel modo. Avrei tanto voluto urlare, ma non potevo, mi avrebbero sentita tutti e li sarebbero partire le solite domande:"Stai bene? Che succede? Come mai?" Quando odiavo quelle domande, ovvio che sto male, non ti deve interessare come mai piango, lasciami sola e basta.
Singhiozzavo da qualche minuto quando calde braccia mi cinsero la vita, sussultai e tentai di ricompormi. Era Paul. Forse l'unica persona che desideravo avere al mio fianco in quel momento, mi mise dolcemente due dita sotto il mento facendomi voltare verso di lui e baciandomi dolcemente.
Riuscì a sorridere nel bacio, Dio quanto mi faceva stare bene.
"Se vuoi ci sono, sfogati quanto ti pare."
Mi sorrise dolcemente.
Sapevo che era triste per me, ma era abbastanza intelligente da capire che due persone tristi si sarebbero solo trascinare nel baratro l'un l'altra.
Lo abbracciai piangendo in silenzio, le lacrime continuavano a scendergli sul petto. Dopo diversi minuti riuscì a calmarmi, mi strofinai gli occhi con il dorso delle mani e sorrisi al mio ragazzo.
"Grazie, grazie di cuore."
Poggiai la fronte sulla sua, mentre Paul percorreva dolcemente il profilo della mia guancia con due dita.
"È il minimo che potessi fare."
"Ed era il massimo potessi desiderare."
Lo baciai ancora mettendogli le braccia al collo, mentre lui mi cingeva la vita con le proprie.
Rimanemmo lì a lungo, e chi aveva voglia di tornare a tutto quel casino, quando avevi il paradiso a tua disposizione.
P.O.V. Eley
Dopo l'allontanamento di Jacob dal branco, non saprei, mi sentivo nervosa ed irritata, odiavo il rapporto che aveva con Bella. Non so esattamente perché, forse i pensieri e i sentimenti di Clare mi avevano influenzata.
Maledetto quel lupo rossiccio.
Quando i due novizi, che attraverso i pensieri degli altri membri del branco capii si chiamassero Seth e Leah, ripensarono all'infarto del loro padre seppi subito che Clare non avrebbe retto. Il suo passato era ancora una ferita aperta, i suoi genitori in particolar modo.
Si, quella ragazza era davvero forte, la ammiravo per questo, era sopravvissuta ad una sequenza di eventi dolorosi che penso nessun altro avrebbe retto, ma tendeva a tenersi troppo dentro alcuni sentimenti. Accumulava, accumulava, fino ad esplodere. Normalmente quell'evento lo avrebbe potuto reggere, ma sta volta i dolori per la perdita erano tre. Inoltre ne aveva raccolto molto nel corso degli ultimi anni, non la avevo più vista piangere da quando trovò me e Farsy, ovvero circa quindici anni fa.
Penso che...meglio che me ne vada.
Come avevo previsto, scappò via sull'orlo del pianto, nessuno ebbe il tempo neanche di dirle:"Clare." Che era già tornata umana.
Sospirai abbassando il capo, non provai a seguirla, sapevo quanto odiasse farsi vedere debole, doveva essere forte per gli altri.
La sua filosofia era:"Soffro io per te." Se c'era una cosa che la distruggeva psicologicamente era vedere soffrire chi amava, riusciva a sopportare il proprio dolore fisico, ma non quello degli altri.
Magari a primo impatto ti poteva sembrare una persona fredda, subdola, sarcastica, aggressiva, assassina e una che voleva tutto sotto il proprio controllo, in parte lo era, a causa del suo passato era diventata in quel modo. Se qualcuno avesse fatto male ad un suo amico o peggio, a Paul, non avrebbe provato un briciolo di pietà o di compassione verso quella persona, l'avrebbe torturata fino alla morte, godendo della sua sofferenza.
Quando però si affeziona a te, è disposta a tutto pur di farti felice, diventa la tua spalla su cui piangere, una fonte di quell'umorismo che non ti fa mai smettere di sorridere, diventa il tuo scudo protettivo e la persona di cui ti puoi fidare di più al mondo. Si, ha tanti difetti e un passato che va in cima alle classifiche del:"Mai una gioia." Ma sa essere quello di cui tu hai più bisogno, ci sarà sempre nel tuo momento del tuo bisogno e non ti chiederà che un sorriso.
Tornando a noi però, tutti a parte me, Farsy e stranamente anche Sam, erano confusi per la sua reazione. Paul era il più preoccupato di tutti.
Ma? Dove è andata?

Questo non lo so, probabilmente però non vuole nessuno.
Gli risposi calma, ma con un velo di tristezza nella voce.
Non mi importa devo andare.
Sospirai mentre il lupo grigio rintracciava la scia d'odore dell'amata, per poi interrompere il collegamento mentale tornando umano.
Leah sembrava abbastanza felice che se ne fosse andato, forse non voleva avere a che fare con problemi di cuore.
Leah rimani dove sei, sono quasi arrivato.

Io ti cono...Sam.
Non finì neanche la parola che riconobbe subito il ragazzo, nella sua voce c'era un grande disprezzo nei confronti del lupo Alpha.
Giusto è la sua ex!
Penso ingenuamente Farsy, guadagnandosi una serie di pensieri molto poco buoni.
Scoppiai a ridere nel vedere la scena, riuscivo a stento a tenermi in piedi da quanto ridevo.
Gli altri mi guardavano interrogativi, mentre Seth sembrava solo confuso e triste, mi faceva un po' pena, era il più giovane, aveva appena quindici anni, un anno meno di Seris -abbastanza intelligente da non presentarsi-.
Affrontare tutto questo per lui doveva essere un bel carico di informazioni e di emozioni.
Riuscì a riprendermi, così che Sam potesse spiegare tutta la faccenda dei licantropi, ogni tanto gli altri membri del branco aggiungevano dettagli.
Il primo a tornare umano fu Seth, che chiamò l'ospedale.
Jared venne mandato ad avvertire Jacob di ciò che era successo, tutti gli altri si diressero anch'essi all'ospedale, Harry era una persona abbastanza conosciuta nella tribù.
Rimasero sono i due ex fidanzati, sentivo che volevano parlare della questione:"Emily e Imprinting." Dirigendosi in seguito e il più presto possibile all'ospedale.
Per educazione io e Farsy tornammo umane, dirigendosi verso casa, i problemi dei Clearwater non erano affari nostri.
P.O.V. Clare
Non so quanto tempo passammo a baciarci, con lui perdevo cognizione di ogni cosa, era come se tutto quello fuori diventasse uno sfondo distante, ciò che rimaneva era soltanto me e Paul.
Alla fine però riuscì a riscuotermi da quella sorta di ipnosi amorosa e guardai il cielo, tentando di capire l'ora dalla posizione del sole.
Cosa ottenni? Solo la vista offuscata per il minuto seguente.
"Forse dovremmo tornare a casa."
"Forse." Mi accarezzò la guancia dolcemente.
Rischiai di nuovo di ricadere nello smarrimento dei sensi a quel tocco.
Ridacchiai appena e scossi il capo per riscuotermi, nessuno prima di lui era riuscito ad avere quell'effetto su di me.
"Penso che si staranno preoccupando."
Paul annuì appena e ci alzammo, mi strinse a se in un abbraccio e lo bacia ancora mettendogli le braccia al collo. Dio mio quanto era difficile resistere a quelle labbra.
Ci staccammo dopo qualche minuto...o almeno credo fosse qualche minuto. Ci trasformammo e subito pensieri irritati ci invasero la mente.
Quindi? Mi avresti mollata così, su due piedi, perché hai avuto questa sorta di Imprinting?

Leah io non avevo il controllo su questa cosa, mi odio per quello che ti ho fatto, ma Emily...
Fece una pausa, il solo ripensare a lei lo riempiva di amore, cosa che fece irritare ancora di più la lupa.
Emily semplicemente era il mio Imprinting, non ho potuto farci nulla, io volevo davvero realizzare i nostri progetti, ma dopo la trasformazione...
Sam stava rischiando grosso, doveva soppesare bene le parole da usare, ma era difficile non fare gli smielati quando si parla di Imprinting. Le parole per rendere bene quel concetto non avrebbero fatto altro che ferire Leah.
Ero triste per lei, sapevo davvero poco del suo carattere e sul suo conto, ma sapevo che la rottura del fidanzamento con Sam le aveva fatto erigere una barriera solida attorno a se stessa e questa barriera non era delle migliori.
La capivo benissimo, anche io mi ero innalzata una barriera tutta intorno, ma nel mio caso era dovuta ad un passato lugubre ed era stata recentemente abbattuta-almeno in parte-.
Guardai Paul, capimmo subito di doverli lasciare soli e tornammo umani.
"Quindi abbiamo un altro triangolo amoroso." Sospirò Paul.
"In realtà noi avevamo un quadrato amoroso, adesso abbiamo il triangolo, il prossimo passo è il pentagono."
Ridemmo quasi fino a piangere.
"E il cerchio? Ce lo mettiamo?" Disse tra le risate Paul.
"No una tresca di branco io non la voglio." Continuammo a ridere per diversi minuti, appena riuscimmo a riprenderci Paul cambiò argomento.
"Che dici? Andiamo a casa mia?"
"Se non disturbo per me va bene, almeno non avremmo Farsy ed Eley che entrano per fare foto."
Intrecciammo le nostre dita ridendo.
"No, non disturbi e si, decisamente meglio casa mia, poi mia madre ti adora, è sempre:"Ma quando torna Clare? Quando ti decidi a riportarla a cena? Le devo far assaggiare il mio strudel." Tutto il tempo così."
Scossi il capo ridendo.
"Felice di piacerle così tanto."
Gli baciai la guancia, poi il ragazzo mi prese in braccio, avevo le gambe incrociate dietro la sua schiena e le braccia intorno al suo collo. Paul teneva le mani sotto i miei glutei per sostenermi. Non sembrava fare fatica a reggermi, camminava tranquillo guardandolo davanti a se.
"Blop."
Esordì improvvisamente strizzandomi il fondoschiena, scoppiai a ridere nascondendo la testa nell'incavo del suo collo.
"Ti piacciono?"
"No, li adoro." Rise e mi baciò il capo.
"Non ti approfittare troppo di questa posizione."
"Ma no, non sono una persona del genere." Fece una faccia innocente palpandomi nuovamente i glutei.
"Paul sei un pervertito!" Scoppiammo a ridere e ci baciamo dolcemente.

Clare, Farsy ed Eley [in revisione]Where stories live. Discover now