CAPITOLO XXV

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Suo padre era con Maya... eppure era convinto che stesse uscendo dal teatro

I movimenti della sua "scorta" gli erano sembrati lampanti... e invece si era sbagliato, doveva pensare, di più doveva agire e soprattutto doveva farlo in fretta.

"Vicepresidente? E' ancora in linea?"

La voce di Mizuki lo riportò alla realtà "Signorina Mizuki, mi scusi... sì ci sono ancora e... sto arrivando."

Non attese la risposta della sua segretaria, riagganciare e svoltare al primo incrocio che gli permettesse di tornare agli studi furono un tutt'uno, doveva fare in fretta, non poteva certo lasciare la sua Maya tra le grinfie di suo padre!

La sua Maya, sì perché Maya era sua, Dio era sua... si sorprese a sorridere di quei sorrisi stupidi che regala l'amore... quasi si sentì in colpa per quel riflesso incondizionato, ma quel calore nel petto che sentiva in quel preciso momento era cosí remoto nella sua memoria da sembrargli sconosciuto.

Tanto tempo era passato dalla morte di sua madre, tanto tempo dal suo rapimento, quando aveva giurato di non amare più, di non lasciarsi amare, ma il destino gli aveva regalato Maya e improvvisamente il filo rosso tra le sue dita non sembrava piú inerme

Aveva preso vita perché lei teneva saldamente l'altro capo, raccolto chissà quando, chissà dove, tra le rovine della vita di un giovane senza speranza... in realtà sapeva perfettamente dove e quando: quel giorno a teatro quando aveva aiutato una ragazzina spaesata a trovare il suo posto per assistere alla 'Signora delle Camelie'...

E lei lo aveva aiutato a trovare il suo posto nel mondo, quello vero, lo aveva aiutato a gettare la maschera, a capire che anche lui poteva amare ed essere amato e mai la avrebbe lasciata sola! Mai...

Hijiri, rendendosi conto della presenza del Presidente si era mimetizzato nell'ombra del corridoio poi quando Hayami era entrato nel camerino si era avvicinato a Mizuki.

"Cosa succede?" le aveva chiesto a bassa voce

"È quello che sto cercando di capire!" Era stata  la risposta piuttosto secca " Scusa" si affrettó a correggere il tiro Saeko

Karato sorrise "Non importa... riformulo la domanda, cosa sei riuscita a capire?"

"Niente per ora, salvo che il vecchio Hayami era preoccupato per Maya e che le vuole parlare..."

"Preoccupato?... Sono preoccupato anch'io, la situazione è quantomeno anomala"

"Già, comunque ho chiamato il vicepresidente, sta tornando indietro"

"Perfetto, io vado a controllare l'entrata principale, direi che per oggi abbiamo avuto abbastanza coup de theatre" disse sorridendo ancora

"Non posso che essere d'accordo" aggiunse Saeko mentre Karato già si allontanava

Mizuki sapeva che stava per scatenarsi l'inferno, i due Hayami si sarebbero affrontati senza esclusione di colpi, poteva essere la fine della Daito...

Ma forse... quello che aveva visto poteva far ben sperare, il vecchio Hayami non sembrava avere cattive intenzioni, certo era difficile scegliere di fidarsi di lui, sapeva bene di cosa poteva essere capace, anche se l'uomo seduto accanto alla giovane attrice nulla aveva in comune con lo spietato presidente della Daito.

"Come sta la nostra Dea Scarlatta?" Stava chiedendo alla ragazza ancora confusa dagli eventi

"Io... io...." rispose lei incerta "io non avevo idea di chi fosse fino a pochi minuti fa"

Eisuke sorrise "Lo avevo intuito, ma non mi hai risposto, come ti senti?"

Maya cercò con lo sguardo Natsuo, il medico stava armeggiando con la sua borsa e sembrava in procinto di lasciare la stanza.

Il filo del destinoWaar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu