Capitolo IX

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Maya non sapeva se sospirare di sollievo alla sua reazione o scappare mille miglia da quell'uomo che, nonostante tutto, era sempre e comunque al suo fianco.

Dio, quanto ci aveva messo a capirlo, tanto, troppo... si sarebbe accontentata di scorgere la gentilezza di Masumi nei suoi gesti, nelle sue parole usuali, ora conosceva la verità e non ne era mai sazia, invece avrebbe dovuto accontentarsi delle briciole... solo di quelle... 

E così decise, non sarebbe scappata, non quella volta... ma non riusci a proferire parola

"..."

Masumi era felice e sorpreso dalla sua arrendevolezza, aveva messo in conto di doverla trattenere a forza nel parco, per fortuna non era stato necessario

"Allora cosa vuoi mangiare?" le chiese semplicemnte

Cos'era quel tono di voce? Troppo dolce per essere rivolto a lei, non doveva nemmeno sforzarsi di cogliere il significato nascosto... quella dolcezza era fin troppo lampante e lei non sapeva come interagire con quello 'strano Masumi' sapeva solo che il suo posto era accanto alla fidanzata e non con lei.
"Io... non ho più appetito" si limitò a dire mesta
"Ma se mi hai praticamente trascinato fuori dagli studi, pensavo avessi fame..." obiettò lui
"Mi è passata..." replicò
"E a cosa dobbiamo questo improvviso calo di appetito se posso chiedere, o non vuoi parlare nemmeno di questo?"
"Infatti" lo stomaco era chiuso in una morsa, non sarebbe riuscita ad inghiottire niente
"Possibile che tu non abbia voglia di niente...E' difficile immaginarti impassibile davanti al cibo, se non ricordo male ti piace mangiare..." la guardò indagatore "Eppure adesso che ti guardo meglio..." finse di essersene accorto solo allora, anche se lo aveva notato subito "...sei dimagrita..."
"Davvero? E' un po' che non mi peso" mentì lei, sapeva bene che lo stress, l'angoscia, la stanchezza, le notti insonni passate a pensarlo, la avevano duramente provata.
"Sì, davvero, hai pensato di consultare un medico? Magari ti potrebbe aiutare..." azzardò, poi vide lo sguardo minaccioso di lei "Scusa, non sono affari miei." ammise sconfitto "E poi oggi non ho voglia di litigare, sono stanco di farlo.... vado a comprare qualcosa da mangiare, aspettami qui."
"Non disturbarti ho detto che non ho fame" ma Masumi era già andato via senza ascoltare le sue seppure deboli proteste, nonostante nella sua mente fosse chiaro che non era con lei che doveva stare non era riuscita a mandarlo via, perché in fondo lo voleva al suo fianco.
Si era ritrovata da sola nel parco, ai piedi di un albero di ciliegio... nemmeno lei sapeva come ma davanti ai suoi occhi però si stagliò imponente un altro albero, uno dei susini della valle della dea, richiamato alla mente da quel vortice di emozioni che ancora non voleva fermarsi. Quanto era passato da quel giorno... quello in cui gli aveva donato un ramo di susino "Questo rappresenta i miei sentimenti...Io...non mi dimenticherò di ieri per tutta la vita" ma lui non aveva potuto risponderle nulla, lei era fuggita, ancora una volta come sempre...
Era stata l'ultima volta, non sarebbe fuggita più anzi, aveva cominciato ad inseguirlo a cercarlo, ma era troppo tardi ... Lui si era fidanzato con Shiori... la morsa allo stomaco aumentò...
Il destino, come sempre, stava giocando con lei. Ancora
Quel destino le cui fila si erano intrecciate con quelle del destino di Masumi, un giorno lontano in un teatro... galeotto fu un biglietto, un posto da trovare... e i loro occhi si erano incontrati per la prima volta.
Perché non si era fidata del suo cuore? Perché aveva lasciato che il vero Masumi fosse offuscato dalle parole degli altri? Anche della sua Sensei, nemmeno lei lo aveva capito...
Le luci della città avevano offuscato una stella, lei non era riuscita a scorgerne in tempo la vera luce...
E quanti nodi in quello strano filo, aveva perfino provato a tagliarlo quando era fuggita da casa di Masumi, Masumi che incomprensibilmente si materializzava ogni volta che lei era in difficoltà e non solo come ammiratore segreto. Certo i suoi metodi erano rudi ma era sempre riuscito a farla rialzare, non aveva permesso che lei recidesse quel filo... nemmeno adesso... nemmeno adesso che la sua vita era ad una svolta definitiva... di più, ora non nascondeva nemmeno la sua gentilezza dietro il solito cinismo... lui l'aveva sempre capita, le leggeva dentro... forse questo era ciò che la spaventava di più... anche stavolta lui aveva capito, più volte le aveva chiesto cosa la turbava, aveva notato il suo stato fisico e psicologico, e lei aveva palesemente svicolato le sue domande...
Meritava almeno una spiegazione se non come Masumi, almeno come Vice Presidente della Daito. Masumi solo nei suoi pensieri riusciva a chiamarlo per nome e ora lui dopo anni se ne usciva con un "Maya, siamo soli, lasciamo perdere le formalità, vuoi? In fondo ci conosciamo da così tanto"
Si appoggiò al tronco del ciliegio in fiore, dapprima con la schiena, poi con le mani, infine chiuse gli occhi e vi accostò l'orecchio come a volerne ascoltare il respiro e attese, attese con il vago sentore che la partita con il destino non fosse ancora chiusa, anche se, era quasi certa, che ne sarebbe uscita distrutta.
Ma a lui non poteva mostrare le sue debolezze... Aveva paura della sua reazione, temeva il suo cinismo ma più ancora la sua dolcezza recentemente scoperta, che fosse pietà... non avrebbe potuto sopportarlo.
Eppure, se lui avesse continuato a mostrarle questo suo lato sapeva di essere perduta, non sarebbe più stata in grado di fingere indifferenza. Sorrise, in questo momento quasi aveva nostalgia del vecchio terribile Hayami, una bella litigata e lei avrebbe avuto l'opportunità di scappare lontano... come sempre...
Oggi non voglio litigare, sono stanco di farlo...
Erano quelle le parole che la avevano spaventata di più.
Il profumo dei fiori di ciliegio la richiamò alla realtà, aprì gli occhi e alzò il viso verso i suoi rami contemplandone la piena fioritura... fu così che lui la trovò quando tornò da lei... scorgendo la sua espressione si chiese e sperò che un albero diverso la stesse cullando nel ricordo di una lontana mattina in cui gli aveva donato un ramo di susino... Illuso si disse, con ogni probabilità stava solo cercando l'anima di Akoya, una volta di più, in un modo diverso, in un luogo diverso, con un Isshin diverso... senza Isshin si corresse sconsolato.
In una mano aveva un sacchetto di dolci, si ricordava quanto piacessero a Maya ed era quasi sicuro che l'avrebbe convinta a mangiarne qualcuno, nell'altra un frappé al cioccolato. In realtà era lui a non avere appetito, le sarebbe bastato osservarla mangiare per stare meglio, con quegli occhi grandi pieni di sogni che lo avevano fatto innamorare.
"Eccomi qua, che ne dici di improvvisare un pic-nic?" esordì
Maya non si era accorta di lui, il modo in cui le arrivò la sua voce le sembrò tanto irreale da attribuirlo ad un sogno, sorrise istintivamente in risposta... un sorriso che lo spiazzò con la violenza di un uragano... fu la sua espressione a svelare a Maya che non stava sognando, si adeguò alla realtà, ridimensionando la sua reazione. Il sorriso radioso lasciò spazio ad un lieve cenno del capo.
"Era un sì?" chiese lui
"Sì" rispose lei
Masumi posò di fronte a Maya quel pranzo tanto improbabile quanto improvvisato e prese posto accanto a lei appoggiandosi a sua volta all'albero, incerto sul da farsi.
Per interminabili minuti ci fu solo il silenzio, nella testa di Maya le parole di Masumi "hai pensato di consultare un medico? Magari ti potrebbe aiutare..." e prima "Chi è se posso chiedere?" quando le aveva chiesto di Natsuo gli aveva detto che era un amico... si disse che in fondo non c'era motivo per non dire la verità...
"Cosa c'è ragazzina?" gli era sfuggito l'appellativo ma, con suo sommo stupore, lei non reagì, si sentiva effettivamente tale "Sei silenziosa." Aggiunse.
Lei sospirò, lui di rimando trattenne il respiro, sapeva che Maya stava per dire qualcosa, qualcosa di importante, ma non sapeva cosa aspettarsi, ad ogni modo si sentiva con le spalle al muro
"Natsuo... è il mio medico" ecco lo aveva detto, si voltò a guardarlo e non vide sorpresa sul suo viso "Lo sapevi già..."
Masumi tornò a respirare "Sì, lo sapevo" almeno ora sapeva che Maya si fidava di lui
Decise di non chiedergli come aveva fatto a scoprirlo, era Masumi Hayami come nascondergli qualcosa, ma non potè trattenere una constatazione a voce alta "Nessuno riesce a nasconderti qualcosa"
"Nessuno tranne te..."
"Scusa?"
"Non so ancora perché sei turbata." Disse
"Chi dice che io lo sia" si limitò a dire lei
"Lo capirebbe anche un cieco..." fece una pausa per permetterle di ribattere ma considerò il suo silenzio come una resa e continuò "Da quello che mi hai detto Satomi non c'entra"
"No..."
"C'entra Yuu?"
"No..."
"Allora..."
"Sono solo concentrata sulla parte."
"Allora perché non riesci a recitare? Sull'Astoria..." si fermò davanti al suo sguardo disarmato, ma solo per un attimo "sull'Astoria sei riuscita a finire il monologo"
"Lo so..." non potè far altro che constatare
La paura nello sguardo di Masumi "Dimmi la verità, stai male?"
"Non rovinerò lo spettacolo, sarò in forma" tagliò corto lei
"Non ti ho chiesto se riuscirai a recitare, non mi importa!" si era avvicinato a lei, gli occhi dolci che Maya temeva la stavano scrutando nel profondo "Ti ho chiesto se stai male" le aveva accarezzato una guancia per ritrarre subito la mano
Lei lo osservava con occhi sbarrati, il cuore fuori controllo
"Maya dì qualcosa, mi sto preoccupando"
Dire qualcosa? Ma cosa? Dio non si era nemmeno accorta di non aver risposto alla sua domanda
"Sono solo stanca..."
"Allora perché hai bisogno di un medico che ti segua così da vicino? Perché sei dimagrita? Perché ti rifiuti di mangiare?"
"Lo stress gioca brutti scherzi, Natsuo mi sta aiutando a superare questo periodo"
"Solo come medico?"
Avrebbe potuto mettere fine a quel discorso con una parola "No", lui non le avrebbe chiesto altro, se non di evitare scandali prima della rappresentazione, ma non ci riuscì, "Sì solo come medico" disse
"Ne sei sicura? Non mi sembra che si comporti da medico, non solo" neanche lui avrebbe saputo spiegare cosa voleva scoprire, qual era stata la diagnosi di Natsuo o quali erano i sentimenti di Maya per lui. Quasi si vergognò di aver messo sullo stesso piano la salute di Maya e la sua gelosia.
"Masumi basta! Natsuo non è SOLO un medico, è anche specializzato in psicologia, e con questo il discorso è chiuso, non ho più voglia di parlarne, voglio tornare alle prove!" Fece per alzarsi ma lui la fermò
"Non prima di aver mangiato." Sentenziò calmo, aveva saputo ciò che voleva, e lei di nuovo lo aveva chiamato per nome, certo non con il tono che avrebbe desiderato ma era un inizio.
Era ancora preoccupato ma perlomeno ora sapeva che i problemi di Maya non erano fisici, forse le serviva solo qualcuno con cui parlare... di cosa però, cosa non aveva il coraggio di confidare agli amici, alla signora Tsukikage, a Kuronuma... sapeva di non potersi annoverare tra quelli con cui avrebbe scelto di confidarsi, lui era solo l'uomo da sfidare. Ma forse non quel giorno...
La aveva fermata prima che potesse scappare per l'ennesima volta, Maya sentiva la mano sul suo braccio così calda come la ricordava, chiuse gli occhi e si arrese alla sua richiesta...
"Allora cosa vuoi mangiare? Daifuku, Dorayaki, Taiyaki, Wagashi, hai solo l'imbarazzo della scelta!" Esordì sventolando l'ingombrante sacchetto sotto il suo naso e poi posandolo nuovamente a terra.
Era tornato dolce e gentile, ignorando completamente il modo in cui lei l'aveva apostrofato, non capiva, era diverso, eppure lo stesso, le aveva comprato dei dolci, come si fa con i bambini... constatò amaramente

"Proprio non ti riesce di considerarmi un'adulta eh?"

"Ho solo pensato che un dolce stuzzica l'appetito anche quando non si ha fame..." disse con un po' di senso di colpa

"Vada per un Taiyaki" lo interruppe lei. Sorrise mentre lo diceva, ricordava la prima volta che li avevano condivisi, ai tempi di "Anna dei Miracoli"

Ne pescò uno dal sacchetto che ora giaceva di nuovo ai loro piedi, all'ombra del ciliegio.
Era questo che pensava Maya, che lui continuasse a vederla come una bambina? Solo perché le aveva comprato dei dolci? "Scusa...Io non intendevo..." esitò anche lui ricordava il momento in cui li avevano condivisi.
"Non preoccuparti è normale che tu mi veda così" si limitò a dire lei
"Ma io non ti vedo come una bambina" si affrettò a puntualizzare lui, quanto si sbagliava la sua ragazzina
"Non importa..." aggiunse Maya
"Certo che importa!" sottolineo Masumi deciso
"Avevi detto che non volevi litigare, allora mangiamo" lo schernì lei, senza volere lo aveva provocato.
Nessuno dei due aveva più parlato, ognuno con il proprio Taiyaki tra le mani, intento ad assaporarne il tipico sapore stavolta mischiato a quello dei ricordi.
Poi contemporaneamente cercarono il sacchetto, afferrando lo stesso biscotto... Maya ritirò la mano, cosa stava succedendo, cosa ci faceva con Masumi al parco? Finse indifferenza.
"Facciamo a metà?" disse lui radioso "Vuoi?"
Quante erano le cose che voleva, solo una in realtà, quella che mai avrebbe avuto, l'amore di Masumi Hayami.
"Grazie" rispose prendendo la metà che le stava porgendo "Non bevi i tuo frappè?" disse indicandolo
No, non le avrebbe detto che lo aveva preso per lei... però "Ne vuoi un po'?"
"Che gusto?" chiese curiosa
"Cioccolato" disse in tono distratto
"Non immaginavo che fossi così goloso" disse lei sorridendo
Deve essere la tua vicinanza pensò ma non lo disse "Allora ne vuoi?" disse raccogliendolo e porgendoglielo
"Solo un sorso"
"Prendine quanto vuoi"
Maya ebbe un dubbio... come aveva potuto credere che il frappè al cioccolato fosse di Masumi, lui che conosceva i suoi gusti... sapeva quanto adorasse i dolci, solo che l'amaro che sentiva in bocca nessun dolce avrebbe potuto cancellarlo.
Avvicinò le labbra alla cannuccia che spuntava dal Walkie cup che conteneva il frappé e lo assaporò lentamente, stranamente non era nauseata da quel pasto, come era capitato negli ultimi tempi ogni volta che mangiava, si sentiva avvolta da un senso di pace,
"Grazie era molto buono" disse senza ipocrisia "Sono così stanca..." si lasciò sfuggire
"Riposati allora, ti sveglio io quando è ora di tornare"
Maya senza dire nulla appoggiò la testa all'albero e chiuse gli occhi, Masumi depose a terra il bicchiere con il frappè e si soffermò a guardarla, finalmente il suo viso era disteso, si disse che forse quella volta era un po' anche merito suo.

Il filo del destinoWhere stories live. Discover now