CAPITOLO XVII

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Kuronuma non sapeva se preoccuparsi per lei visto il malore della mattina, o essere furioso perché non si era preoccupata di avvertire del ritardo.
"Ryuzo, non credi di aver esagerato con lei? gli aveva chiesto Natsuo
"Le ho solo ricordato i suoi doveri, e poi da che pulpito, non sono io ad averla lasciata in lacrime in camerino" non ci stava a farsi rimproverare da lui anche se si conoscevano da parecchio, in fondo non aveva fatto che il suo dovere.
"Hai ragione, non volevo intromettermi nel tuo lavoro" così dicendo Natsuo si avviò velocemente verso il camerino di Maya.
"Cerca di non litigare di nuovo con lei, non possiamo rimandare le prove all'infinito" aveva tuonato Ryuzo alle sue spalle.
Natsuo fece un cenno con la mano "Sì sì tranquillo, non ci saranno problemi", sapeva di essere stato duro, sapeva di averla fatta piangere ed infuriare, ma non si sarebbe scusato, no non era pentito del suo comportamento, solo non capiva... se davvero si erano chiariti perché diavolo non erano rientrati insieme, per la prima volta ebbe un dubbio, e se si fosse sbagliato...
Ecco la aveva quasi raggiunta "Non penserai mica di cavartela così?" le aveva chiesto senza troppi preamboli
Maya non lo aveva sentito arrivare, assorta com'era tra il pensiero delle prove e quello di Masumi... Eppure, alle sue spalle, la voce di Natsuo era arrivata forte e chiara, segno che era a pochi passi da lei.
Maya aveva deciso di non cogliere ulteriori provocazioni, era furente con Natsuo ma, doveva ammetterlo, sentiva che se non fosse stato per lui, il suo "destino" sarebbe stato tristemente diverso... era troppo felice per continuare a litigare.
Si voltò sorridendo solo con gli occhi, non voleva svelare troppo... in fondo il suo caro medico meritava di stare un po' sulla corda: "Non capisco proprio a cosa ti stia riferendo... se vuoi aggiornamenti sul mio stato di salute sappi che ho mangiato, dormito e....e ora sono come nuova" terminò voltandosi veloce.
Natsuo cercò, senza successo, il suo sguardo, aveva sperato di trovarci una nuova luce...
Quante volte Maya aveva fatto finta di stare bene per poi nascondersi e piangere disperata? Quanto gli ci era voluto per convincerla a confidarsi con lui? E ora? Possibile che la sfuriata di quella mattina la avesse portata punto da capo? Possibile che lui si fosse sbagliato su Masumi? Il tarlo del dubbio per la prima volta si insinuò in lui... ma Maya era già sparita nel camerino liquidandolo con un "Se vuoi scusarmi ora le prove mi aspettano."
"Ma..." le parole di Natsuo rimbalzarono contro la porta ormai chiusa, non gli restava che assistere alla prove e...aspettare... un'occhiata rapida nella sala gli aveva confermato che di Masumi non c'era nemmeno l'ombra...
Maya dal canto suo cercava di calmare la tempesta di emozioni che sentiva dentro di sé, non avrebbe potuto sentirsi più felice, ma era il momento di calarsi nel personaggio, e al meglio.
Respirò profondamente e con sforzo sovrumano, come si confaceva alla Sua Dea, relegò Masumi in un angolo della sua mente, al sicuro, ora esisteva solo Akoya e Akoya non viveva che per Isshin.
Fu con questo stato d'animo che uscì dal camerino ed entrò in scena, il suo passo era così leggero che nessuno se ne avvide, solo la sua voce come un tuono fece trasalire pubblico e cast.
"Chi è, chi è che mi ha svegliata? È lo spirito degli alberi o il silenzio della notte? No è l'odore del sangue!!!"
Non esisteva altro se non lei e l'atmosfera che aveva creato negli studi... finché la sua voce non ruppe di nuovo il silenzio surreale che si era creato istintivamente
"Li vedo girare e girare due vortici che al toccarsi si respingono l'un l'altro, ecco continuano a girare ancor più violentemente distruggono e ingoiano nel loro risucchio tutto ciò che incontrano sul loro cammino, odio e tristezza tengono nelle loro grinfie tutta la terra poco a poco la sfera della vita muore oooooooooohhhhhhhhhhh"
"Questa terra ospita gli dei, è una terra sacra, quest'albero di susino è il mio corpo, il mio potere diventa una spirale che ascende al cielo per moltiplicare le creature della terra e le creature dell'acqua e tutto ciò che mette radici, o striscia al suolo, e tutto ciò che vola, cammina o nuota, crescete in fretta, moltiplicatevi e siate prosperi... oh! farò sbocciare i fiori scarlatti della vita per mille anni!"
Già nel paese della dea la sua interpretazione aveva lasciato tutti a bocca aperta, ma ora aveva raggiunto un livello tale da materializzare in quello studio senza scenografia quello che usciva dalla sua bocca, la stessa atmosfera che allora sembrava in buona parte dovuta al "palcoscenico naturale" della valle dei susini.
Ancora una volta non stava interpretando la DEA, la stava incarnando.... Aveva rapito gli animi di tutti i presenti, tanto da non fare pesare la pausa tra una battuta e l'altra... poi la sua voce squarciò di nuovo il silenzio come se lo spirito della terra davvero parlasse attraverso di lei!
"Non sentite la voce della terra? Non sentite la voce del cielo? Non sentite la poesia della dea che fa crescere la vita sulla terra e nel cielo?"
Il tono perentorio di quelle frasi, indusse i presenti a distogliere lo sguardo da lei, non riuscivano a reggerlo, quasi ognuno le dovesse una risposta, quasi il peso di quelle colpe pesasse su ognuno di loro...
Incurante della strana atmosfera che si era creata, la Dea continuò imperterrita a proferire insindacabili sentenze "Le persone non si accorgono delle loro colpe, è stato ordinato dal Dio Dragone del cielo, purifichiamo la sporcizia, purifichiamo gli uomini! Laceriamo la terra, che l'acqua inondi la terra!"
Ecco la potenza della dea che purifica il mondo dagli uomini allagando i campi....
Poi, d'improvviso, lo spazio di un respiro e la DEA era sparita per lasciare spazio ad AKOYA...
La platea aveva trattenuto il fiato per l'emozione e gli attori ancora una volta erano attratti dalla sua interpretazione, tanto da rischiare di scordare la loro, Kuronuma li aveva fulminati con lo sguardo...
Perfino Natsuo ascoltando quelle battute si era visto proiettato in un'altra dimensione, scordando anche il dubbio che lo stava attanagliando da quando Maya lo aveva chiuso fuori dal camerino.
Ormai la solennità della Dea si era trasfigurata nell'umanità di Akoya, la "strana donna che parlava agli dei e alla natura e che sapeva trovare rimedi medicinali infallibili" colei che avrebbe accudito e curato lo scultore incaricato di scolpire la statua della Dea Scarlatta: Isshin.
"Stop" aveva sentenziato Kuronuma "Bene Kitajima! Con la tua interpretazione ti sei fatta perdonare il ritardo alle prove..." aveva detto serio
"Gra... Grazie" aveva farfugliato lei con voce incerta, la sicurezza del personaggio era svanita, a nulla valeva la consapevolezza che Kuronuma non faceva spesso complimenti così espliciti.
La prossima scena, tutti lo sapevano, era quella delle anime gemelle, quella che Maya la mattina stessa non era riuscita a provare e di Masumi nemmeno l'ombra, Natsuo era come un leone in gabbia, avrebbe voluto chiederle cosa era successo con Masumi, assicurarsi che davvero stesse bene...
"Venti minuti di pausa e poi si passa alla prossima scena..." aveva detto Kuronuma con un velo di esitazione
"Non servono" Maya non voleva la pietà di nessuno "Non si ripeterà quello che è successo stamattina"
"Kitajima... non era una concessione speciale per te, sai che non faccio trattamenti di favore, voglio cominciare ad inserire qualche elemento scenografico e le luci" mentì, in effetti non era indispensabile... ciò che invece era fondamentale era la concentrazione di Maya, che non avrebbe potuto raggiungere senza una serenità interiore che quel mattino aveva mostrato di non avere.
Maya non aveva creduto a Kuronuma e non si era mossa dal palco, decisa a continuare le prove senza rifugiarsi nel camerino, non ne aveva bisogno, non più.
Presto tutti avrebbero capito che Maya Kitajima non aveva più bisogno né di fuggire né di nascondersi, perché per la prima volta si sentiva davvero viva, e per la prima volta la passione che sentiva non si chiamava RECITAZIONE, aveva un altro nome: MASUMI HAYAMI.
Sospirò a quel pensiero, e Kuronuma, osservandola, si sorprese a chiedersi se davvero il tempo trascorso con Hayami le avesse fatto bene o se avesse peggiorato le cose, si voltò verso Natsuo e trovò nella sua espressione i suoi stessi dubbi.

Dubbi destinati ad essere sciolti, nel bel mezzo della preparazione della scena clou della giornata, la porta dello studio si era aperta per l'ennesima volta quel giorno, il contrasto tra il buio dello studio e la luce esterna mostrò ai presenti, ancora rapiti dalla performance di Maya, solo una figura sfocata che aveva deciso di non avanzare nella sala, si era semplicemente appoggiata, in tutta la sua altezza, al muro accanto alla porta di ingresso, in attesa come tutti, ma con piglio sicuro, estraneo in quel momento al resto dei presenti, preda di una strana ansia, come se il giudizio divino stesse davvero per abbattersi su di loro.

Il filo del destinoWhere stories live. Discover now