Capitolo 34

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Liam'spov.

Mi sorpassò, uscendo dalla camera e sbattendo la porta alle sue spalle.

Mi misi le mani nei capelli e mi piegai in due; perché dovevo essere sempre così idiota?

"Cazzo!" imprecai, battendo un pugno sul muro vicino alla porta.

Presi il cellulare dalla tasca dei miei jeans e feci scorrere la rubrica.

Sii uomo per una fottutissima volta!

Rimisi il cellulare in tasca e uscii velocemente da quella camera. Dove poteva essere andata?

Ripresi il cellulare e digitai il numero di Abbie, mentre percorrevo il corridoio, in attesa di trovare l'ascensore o, perlomeno, le scale.

"Pronto?"

"Abbie! Abbie, ascolta: Emily, dov'è?" chiesi direttamente.

Nel frattempo riuscii a trovare l'ascensore. Premetti più volte sul tasto per farla arrivare, ma era occupata e non avevo altro tempo da perdere. Così, corsi in cerca delle scale, aspettando che Abbie mi desse una risposta.

"È qui con me, siamo nella hall." Rispose con nonchalance.

Annuii mentalmente e chiusi la chiamata. Ero ancora al terzo piano e se non trovavo immediatamente le scale, sarei stato fottuto.

Non potevo aspettare che tornasse in albergo, sarebbero passate ore. E non potevo parlare di sera: ci sarebbe stato anche quell'idiota di Connor.

E, inoltre, il giorno dopo saremmo stati in giro tutto il giorno, tra visite ai musei e cose del genere, non avremmo avuto un minuto libero. E parlarle con a fianco qualcuno, non se ne parlava proprio.

Quindi, adesso o mai più.

Mi scontrai con un'addetta delle pulizie, facendole cadere di mano le salviette che portava.

"Mi scusi." Dissi, frettolosamente, riprendendo a cercare le scale.

Ma, mi fermai e ritornai indietro.

"Le scale... dove sono?" le chiesi, osservandola mentre raccoglieva le salviette.

Se fosse accaduto in un'altra circostanza, l'avrei aiutata a raccoglierle e mi sarei scusato un'infinità di volte. Ma ero di fretta e non c'era tempo da perdere.

"Le ha davanti." Mi rispose acidamente.

Non la ringraziai nemmeno; mi diedi una mossa a scendere quelle maledette scale, dandomi dell'idiota per non averle nemmeno notate.

Scesi gli scalini in fretta e furia, cercando di non cadere e cercando di non travolgere la gente che saliva e che scendeva.

Arrivai nella hall: feci scorrere lo sguardo su ogni singola persona che mi si presentava nella mia visuale, ma di lei niente.

Mi fermai per riprendere fiato, afflitto. Stavo per voltarmi e andarmene, quando sentii la sua voce.

Alzai velocemente lo sguardo e la trovai sull'entrata: si stava abbracciando con una signora sui trent'anni. Doveva essere sua zia.

Camminai velocemente verso di loro e mi misi al fianco di Abbie, che mi guardò stranita.

Quando si slacciarono dall'abbraccio, si voltarono verso di noi.

"E questo bel giovanotto chi è?" chiese sua zia, sorridendo.

"È..." La interruppi.

"Sono il suo ragazzo."

Teenage Dreams \\ Liam PayneDonde viven las historias. Descúbrelo ahora