Mangalore

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Quattro del mattino. Mi svegliai presto, per farmi una doccia. Alle cinque e trenta dovevamo trovarci in aeroporto, perché un'ora dopo sarebbe partito l'aereo per Mangalore. Ci avremmo messo all'incirca un oretta di viaggio per arrivare.
Dopo essere passata dalla cucina per fare colazione, rientrai in stanza. Per chiudere il bagaglio a mano che avevo preparato la sera prima. Sicuramente, Alan dormiva ancora. Cercai di fare più piano possibile, ma mi bloccai alla porta, quando me lo trovai davanti a me solo con il boxer.

Fisicamente stava messo davvero bene.
Al solo pensiero, arrossì. E mi sentii estremamente in colpa.

-buongiorno acidella.-

Mi sbeffeggiò uno dei suoi soliti sorrisi, che mi innervosivano.

-buongiorno-

Tagliai corto.

-anche oggi di cattivo umore? Passeremo qualche giorno a divertirci. Fai un bel sorriso alla vita.-

Quelle parole mi fecero infuriare ancora di più. Ma lo dovevo ignorare. Si ecco. E quello che avrei fatto in quei cinque giorni.
Gli feci un sorriso finto, presi la valigia ed uscii dalla stanza.

Alla fine si era voluto unire Akir al nostro piccolo viaggio. Ero estremamente in ansia. E se si fosse accorto di Navid e Lalita? Cosa avremmo fatto? Non lo volevo neanche immaginare.

Alle cinque meno dieci eravamo tutti davanti al pulmino ad aspettare padre Patrick, da lontano vidi Nora e Kilian correre dalla nostra parte.

-mamma mamma-

Ormai ci avevo fatto l'abitudine.

-Kilian piccolo mio che ci fai sveglio?-
-lena fagli capire che devi tornare.-

Mi incito Nora con una faccia abbastanza preoccupata per il piccolo Kilian.

-tesoro mio, sto andando a prendere delle cose che servono qui, vediamo un po', come potrei renderti felice? Ti piacerebbe se ti portassi un regalino?-
-si mamma, teddy blu.-
- lena credo che voglia dire un orsacchiotto blu-

Abbracciai Nora e Kilian fortissimo. Loro ricambiarono. Attimi che sembravano eterni.

In aeroporto decidemmo come sederci.

Io mi sarei seduta con Akir, la bionda con Lalita ed infine Navid con Alan.

Saliti in aereo, aspettando che decollasse Akir prese parola.

-lena, non abbiamo avuto il tempo di parlare, ma volevo dirti che mi è dispiaciuto tanto per Mark. Quando l'ho saputo, non sapevo cosa avrei potuto scriverti.-
-Akir, ti ringrazio ma scusami se non ho voglia di continuare il discorso, ma non voglio parlarne è una ferita aperta.-
-immagino lena, però perché ho la sensazione che c'è qualcosa che ti preoccupa, e non dire di no perché abbiamo vissuto insieme per molto tempo e capisco i tuoi stati d'animo.-
-ma no che dici.-
-lena ho già capito che si tratta di Lalita e Navid.-

Quelle parole mi fecero saltare dal sedile.

-tu, tu, come?-
-come faccio a saperlo? Si vede lontano un miglio che si sono innamorati. Ho visto come si guardano. E l'ha capito anche mia madre. Solo mio padre ha le bende sugli occhi, ma come ben sai la situazione è complicata.-

Annui senza sapere bene che dire.

L'aereo finalmente decollò, e appena i segnali delle cinture di sicurezza si spensero, Akir mi guardò con uno dei suoi soliti sguardi di accalappiamento donne.
Li conoscevo bene. Nelle lunghe serate passate tra locali. Ma questo mi sorprese.

-lena, non è che stai pensando che sia per te, vero? Senza offesa, sei bellissima, ma ti vedo più come una sorella.-

Scoppiai a ridere. Infatti sarebbe stato strano una cosa del genere. Lo vidi andare verso la bionda, che notai molto interessata.
Akir, era un bellissimo ragazzo. D'altronde ce l'aveva nei geni.
Lo vidi cacciare la sorella, le disse di spostarsi dietro con Navid, perché Alan ed io dovevamo parlare di cosa avremmo fatto a Mangalore. Le sapeva proprio dire bene le bugie.

With me foreverWhere stories live. Discover now