Marzo

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Era passato un altro mese da quella notte in cui l'avevo visto, ero certa di aver sognato tutto.

La mattina, mi ero vestita e avevo deciso di rientrare a lavoro. Tutti i miei colleghi mi avevano abbracciato. Anche il mio capo e sua moglie.

-siamo contenti, che sei rientrata.-

La mia vita era tornata, alla solita routine, lavoro, cimitero, Nora.

Nora che nel frattempo nella mia assenza, aveva incominciato a frequentare un gruppo per sostenere i genitori che avevano perso i figli. Era un gruppo organizzato dalla chiesa. Aveva ripreso ad andare in chiesa tutte le domeniche. E ogni sabato sera a tavola mi faceva la stessa domanda

- vieni con me domani in chiesa?-
-Nora te lo chiedo perfavore, non chiedermelo più. Non voglio andare in chiesa. -

Era fine marzo, quando una sera, arrivai a casa di Nora, prima del l'orario previsto, appena aprì la porta la vidi irrigidirsi, c'era qualcosa che non andava solo arrivata in sala da pranzo, vidi apparecchiato per tre, neanche il tempo di poter chiedere chi cenava con noi che suono il campanello.

Appena lo vidi, la rabbia fluì all'interno di me. Il nervosismo prese il sopravvento.

-ok Nora, è meglio che vada ci vediamo domani.-

Ma prima che potessi raggiungere padre Patrick mi fermò.

-Lena sono qui come amico, non come messaggero di Dio, dobbiamo parlare, ci sono delle novità che dovresti sapere.-

anche Nora mi prese per mano.

-ti prego Lena, devo dirti anche io delle cose.-

Non potevo dire di no a quella donna che si stava prendendo cura di me.

-ok- e mi andai a sedere.

La cena passó velocemente, nessuno di noi tre parlava, solo padre Patrick ad un certo punto aveva fatto i complimenti per le ottime pietanze cucinate.

Solo al caffè, padre Patrick iniziò il discorso.

-Lena, tu non lo sai ma mi hanno domandato se volevo lasciare la chiesa, per portare la parola di Dio al di fuori di questo paese, ed io ho accettato.-
-e quindi sono dovuta rimanere a questa cena per sapere questa cosa?-

vidi Nora abbassare la testa. Il mio corpo mi diceva sempre di più che qualcosa non andava.

-no lena, e per dirti che Nora ha deciso di partire con me.-
-cosa? No no no. Assolutamente no. Nora rimane qui con me. Prima si porta via il mio Mark, adesso state tentando di portarmi via anche Nora, ma cosa vuole Dio da me?-

scoppiai a piangere.

Padre Patrick si alzò in piedi e in tono duro mi disse

- ora smettila di fare la bambina, sei egoista, ma lo capisci quanto è dura questa scelta anche per Nora? Anche lei ha bisogno di riprendersi, tu lavori tutto il giorno, lei passa tutto il giorno in casa e ti aspetta ogni sera, ha bisogno di fare qualcosa che la faccia sentire di nuovo viva. Lo capisci che anche lei è morta con mark?-

Quelle parole mi entrarono come uno sparo di un proiettile nel corpo. Continuò

-all'inizio non voleva, per te, ma poi ha accettato. l'ha fatto anche per te, perché devi andare avanti.-
-io devo andare avanti? Chiedi al tuo Dio di far tornare Mark e allora poi potrò andare avanti. Chiedi al tuo Dio perché doveva darmi un angelo per poi togliermelo.-

mi fermai, perché Nora scoppio a piangere a dirotto, singhiozzando.
Solo allora capi quanto ero stata egoista. L'abbracciai

-scusami Nora, non volevo, accetterò qualsiasi decisione tu prenderai, scusami ti prego.-

Quando il fiume di lacrime si attenuò, Nora mi fece vedere le foto dell'orfanotrofio. Si trovava in India. L'età dei bambini era dai zero ai sei anni, poi li spostavano dividendoli maschi e femmine in altre strutture divise, la sua mansione sarebbe stata cucinare pulire e aiutare i bambini più piccoli, mentre lo raccontava vedevo una luce negli occhi.

Si ero stata egoista. Lei voleva partire e io stavo cercando in tutti i modi di sabotarla.
Alla fine chiesi

-quando partite?-
-metà aprile.-

Salutammo Nora, ed io padre Patrick camminammo in silenzio per un po'.

-Lena, so che sei arrabbiata, ma dovresti tirare fuori tutto quello che hai dentro.-
-a che servirebbe?-

il mio cuore, aveva smesso di battere dal momento in cui avevo saputo che era morto.
Patrick guardò l'anello che era attaccato alla mia collana.

-sai, dal momento in cui ti ha visto, ha subito saputo che eri la donna giusta per lui; ricordo la chiamata il giorno dopo averti conosciuta, mi disse Patrick finalmente l'ho trovata la donna che mi fa battere il cuore. Credimi Lena, mi mancano le sue chiamate, le sue battute, mi manca il mio migliore amico.-

Ci eravamo seduti ad una panchina.

-sai è stato il primo a cui ho detto che volevo diventare Prete, e lui, è stato il primo a sostenermi nella mia scelta, a difendermi quando i nostri amici mi prendevano in giro, anche io non posso credere che non ci sia più.-

D'istinto l'abbracciai.

-ora è meglio che vai a casa Lena, e mi raccomando sostieni Nora. Ne ha bisogno-.
-buonanotte, padre Patrick.-
-buonanotte amica mia.-

È così ognuno torno nelle proprie abitazioni.

With me foreverHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin