Dicembre

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Li in quella camera mortuaria, capi che un pezzo del mio cuore se ne era andato.
In quella camera mortuaria, capi che la mia vita non sarebbe più stata la stessa.

Eri morto come potevo rassegnarmi.
Odiavo Dio con tutto il mio cuore.
Come aveva potuto farmi questo.
Come aveva potuto portarmi via l'amore della mia vita.

Era l'oscurità intorno a me.
La gente veniva a farmi le condoglianze ma non riuscivo a distinguere i loro volti. Perché l'unica persona di cui mi importava era di quell'uomo steso in quella bara.

Vedevo attorno a me gente che piangeva, ma io non avevo più lacrime. Solo rabbia. Non avrei più rivisto quel suo sorriso, non avrei ricevuto più una sua carezza, non avrei più fatto l'amore con quell'uomo a cui avevo donato tutta me stessa.

Non avevamo mai parlato di matrimonio, solo una volta avevamo parlato di figli e mi aveva detto che desiderava avere tutte femmine, perché voleva solo principesse e aveva riso.

L'amavo per quella sua infinita dolcezza, per quel suo romanticismo che metteva in ogni cosa che faceva.
Tenevo stretta a me le mani di sua madre, anche il suo mondo era crollato, l'aveva messo al mondo, l'aveva cresciuto con tanto amore, con tanta educazione e adesso lo doveva vedere lì immobile; non gli avrebbe più detto che le voleva bene. Non mi avrebbe più detto che mi amava. Una lacrima discese sulla mia guancia.

Non potevo cedere davanti a quella donna che ormai si era fatta piccolina per la perdita di suo figlio così le strinsi più forte la mano, per farle capire che non era sola in quel baratro, e l'avrei sostenuta per sempre.

Si avvicinarono gli uomini delle pompe funebri dovevano chiudere la bara, chiesi loro per favore di aspettare cinque minuti e di far uscire tutti cortesemente in modo che io e sua madre potessimo salutarlo per bene. Tutti uscirono. Io e lei in piedi davanti all'uomo che più amavamo al mondo, in silenzio.

lei lo accarezzò dolcemente gli diede un bacio e disse -sogni d'oro amore mio-. Poi mi guardò - Lena, è giusto che tu lo saluti in assoluta privacy- è così uscì.
Era davvero una donna meravigliosa Nora, anche in quel momento pensava a me, era sempre stata comprensiva dal primo momento in cui ero entrata a far parte della sua famiglia.
Avvicinai le mie labbra alle sue, gli diedi un delicato bacio, mi avvicinai all'orecchio -con me per sempre.-

La messa sembrava che non finisse mai, ed il momento in cui iniziarono a mettere terra sulla bara mi resi conto che non l'avrei rivisto mai più.

Accompagnai Nora a casa, e a chi più le faceva visita, quindi rimasi li con lei. Si era fatto tardi, era passata la mezzanotte, la misi a letto le diedi un bacio sulla guancia
- Lena sei una brava ragazza.- una stretta al cuore.
-ci vediamo domani Nora. Appena esco da lavoro vengo e mangiamo insieme.-
-aspetta, apri l'armadio c'è una cosa per te-

Un pacchetto incartato era appoggiato sul fondo di esso.

-Mark, mi aveva detto che te l'avrebbe dato a Natale, di custodirlo-

Già Natale sarebbe stato tra 10 giorni. Il Natale più brutto della mia vita. Aveva già preparato il regalo, sentivo che stavo per scoppiare.

La guardai e dissi -grazie Nora, buonanotte.

Arrivai a casa in un lampo appoggiai il regalo, mi sedetti sul divano e piansi fino ad addormentarmi.

With me foreverWhere stories live. Discover now