49. R⃟i⃟m⃟p⃟a⃟t⃟r⃟i⃟a⃟t⃟a⃟

301 19 3
                                    

ǫᴜᴇsᴛᴀ sᴛᴏʀɪᴀ ɴᴏɴ è ᴍɪᴀ ᴍᴀ ᴅɪ ᴋɪᴍɪᴋᴏ_ғ sᴜ ᴇғᴘ.

















Rimpatriata

Terminato il suo discorso Luhan scese dal palco sorridendo, seguito da un lungo applauso da parte dei presenti. Era soddisfatto: non aveva commesso il minimo errore, aveva parlato senza balbettare o mordersi la lingua, non era caduto dalle scale e soprattutto era ancora vivo. Già, perché per un attimo aveva davvero temuto di non sopravvivere su quel palco.
-Ringraziamo tutti per essere qui oggi. Ci fermiamo per una breva pausa intanto nella sala dei banchetti l'organizzazione ha preparato un rinfresco- disse un tipo calvo con dei foltissimi baffi bianchi.
Luhan tirò un sospiro di sollievo ma non aveva alcuna voglia di mangiare, voleva solo andare fuori a fumare una sigaretta per distendere i nervi. La sala cominciò lentamente a svuotarsi. Mr.Smith gli si avvicinò tutto sorridente complimentandosi con lui.
-È stato davvero impeccabile, sono tutti rimasti molto sorpresi dal suo discorso- disse.
Luhan ricambiò il sorriso.
-La ringrazio- disse inchinandosi.
-Vuole unirsi a noi per il rinfresco?-
-No grazie, ho bisogno di un po' d'aria fresca-
-Capisco, non ci metta troppo però-
L'uomo si avvicinò ulteriormente a lui, come a volergli dire qualcosa di importante ma che nessuno doveva sentire.
-Non dovrei dirle niente ma... il premio per il miglior scrittore asiatico under 25 spetta a lei- Luhan sgranò gli occhi.
-Il miglior premio per...-
-Ssh! Io non le ho detto niente!- Il cerbiatto annuì.
Non poteva crederci. Era già un onore esser stato invitato ad un evento così importante, ma ricevere addirittura un premio!
Si allontanò dalla sala conferenze per raggiungere l'uscita. Si piazzò all'ingresso dell'edificio, cercando di mantenere la calma. Non riusciva ancora a metabolizzare il tutto, stava per ricevere un premio, un riconoscimento, insomma qualcosa. Che fosse una coppa dorata o un foglio da incorniciare poco importava, era pur sempre un premio.
Prese il pacchetto di sigarette dalla tasca e ne sfilò una, accendendola. Tirò e rilasciò lentamente il fumo dalla bocca respirando profondamente. Chiuse un attimo gli occhi per godersi gli ultimi raggi di sole della giornata, il rossore del tramonto colorava i palazzi con sfumature dal giallo all'arancio e il nero delle ombre. Era un'atmosfera davvero rilassante.
-Quante volte devo ripeterti che fumare fa male?- Luhan sentì una voce alle sue spalle spezzare quel magico silenzio. Aggrottò la fronte; era una voce calda e suadente, una di quelle che non si dimenticano facilmente e lui la conosceva bene. Forse era solo più matura.
Troppe sorprese in un giorno solo. Si girò lentamente, non aveva alcuna fretta. Forse sapeva già chi fosse, ma era troppo assurdo per essere vero, non poteva essere lui. Appena si trovarono faccia a faccia la sigaretta gli cadde dalle mani.

⋆⋆⋆

Luhan rimase lì a fissarlo a bocca aperta, non riuscendo ad emettere un suono. Squadrò di lui ogni centimetro, ogni espressione. Lo vide sorridere pacatamente.
-Se... hun- disse con un filo di voce.
-Ciao Luhan- isse questo continuando a sorridere.
Sehun fece qualche passo avanti e Luhan indietreggiò istintivamente.
-Tu sei... reale?- Il più piccolo rise divertito.
-Certo che sono reale, ma tu mi guardi come se fossi un fantasma!-
-E mi biasimi pure?- Luhan mantenne una certa distanza tra loro. Non si aspettava proprio di rincontrarlo lì, in quel modo.
Aveva immaginato scene da drama, dove i due innamorati che non si vedono da tempo, corrono uno verso l'altro per poi abbracciarsi, baciarsi e piangere insieme dichiarandosi amore eterno. O qualcosa del genere. Ormai però aveva perso le speranze, lo aveva dimenticato, o perlomeno credeva d'averlo fatto. Non era cambiato per nulla, era solo più alto. I suoi capelli erano biondi proprio come li ricordava e il suo viso dai tratti più marcati.
Sehun faticava a non saltargli addosso. Era cresciuto, era diventato ancora più bello di come se lo ricordava, anche se i suoi occhi da cerbiatto erano sempre quelli del ragazzino di cui si era innamorato, grandi e invadenti, che non la smettono mai di fissarti.
-Che ci fai qui?- Chiese Luhan teso come la corda di un violino.
-Diciamo che ci vivo. Casa mia è a mezz'ora di auto da qui- rispose tranquillamente Sehun. Quel ragazzo era abile nel nascondere le sue emozioni, paragonato a lui, Luhan sembrava una dodicenne alle prese con la sua prima cotta.
Improvvisamente sentì caldo, molto caldo. Si girò di scatto, era chiaro persino al palo della luce accanto a lui che fosse arrossito. Allentò la cravatta che era diventata stranamente troppo stretta e inspirò chiudendo gli occhi. Sehun era dietro di lui, lo osservava.
"Che situazione di merda" pensò.
-Io... devo tornare dentro- disse facendo per rientrare.
-Aspetta- Sehun lo bloccò da un polso. Quel contatto irrigidì entrambi e il più alto lo lasciò subito. Abbassarono lo sguardo, evitando gli occhi dell'altro. Da quando avevano paura di toccarsi?
-Ti va di andare a bere qualcosa?- Chiese esitante.
A Luhan tornò in mente il suo premio.
-Magari un'altra volta-
Non voleva rimanere con lui un attimo di più o il suo autocontrollo sarebbe andato a farsi benedire. Aveva una gran voglia di picchiarlo.
-C'è una caffetteria qui vicino, dieci minuti non di più- Sehun lo guardò speranzoso, e alla fine dovette cedere e accettò.
Era imbarazzato come non mai, seguiva Sehun a passo incerto, nessuno dei due osava guardarsi, il silenzio padroneggiava su quella scena.
-Siamo arrivati- disse il biondo.
Entrarono in una caffetteria in stile vittoriano, davvero carina. Presero posto nelle sedie in ferro battuto e una cameriera si avvicinò a loro per prendere le ordinazioni.
-Un tè nero grazie. Tu cosa prendi?- Chiese Sehun.
-Mh... anch'io- la cameriera si allontanò.
-Allora Lulu, non ci vediamo da un po'. Come va la vita a Seoul?- Il minore incrociò le braccia pronto ad ascoltare l'altro. Avrebbe voluto chiedergli di lui, di cosa avesse fatto in questi anni, ma non era il caso.
-Come l'hai lasciata- rispose Luhan freddo concentrandosi a guardare i disegni della tovaglia.
-E... Hyuna? Siete ancora amici? Sta bene?-
-Si. Sta benissimo- potevano non vedersi da tempo, ma Sehun riusciva a capire quando Luhan era arrabbiato, ma non capiva il perché.
-Ok adesso basta. Che c'è che non va?- Chiese stufo.
Luhan emise un suono decisamente poco virile.
-Ah! Mi chiedi che c'è che non va?! Sei un grandissimo...-
Fortunatamente venne interrotto dall'arrivo della cameriera con le loro ordinazioni. Quando questa se ne andò riprese a parlare con più calma.
-Sei sparito. Letteralmente. Non sono riuscito a rintracciarti in nessun modo e mi sono rifatto una vita. Adesso sbuchi dal nulla dopo anni, in una città che conosco da appena due giorni, mi inviti a bere tè come se nulla fosse e mi chiedi pure che c'è che non va!- Disse Luhan tutto d'un fiato.
Sehun lo ascoltava attentamente, mentre metteva delle zollette di zucchero nel suo tè.
-Mi dispiace. Non è dipeso da me- si giustificò.
-E allora da chi scusa?-
-La mia famiglia- Sehun gli fece un breve riassunto di tutto ciò che era successo dopo quella sera.
-Ero con le spalle al muro. Appena sono arrivato qui non ho potuto fare niente per contattarti, mia madre mi controllava. Un passo falso e sarei finito in collegio-
-Ma in seguito non hai fatto nulla lo stesso. Quando potevi contattarmi non l'hai fatto. Mi hai dimenticato- disse Luhan con una punta di amarezza.
-Non volevo farti soffrire. La mia famiglia non avrebbe mai accettato la nostra relazione...-
-Questa è solo una scusa! Io me ne sbattevo della mia famiglia, avrei lasciato tutto per te e stavo per farlo! Ti amavo alla follia, ti avrei seguito fino in capo al mondo. Tu però non l'avresti mai fatto, perché la tua famiglia veniva sempre prima di ogni cosa e si, è giusto così, ma io al tuo posto avrei lottato. Fai tanto lo spaccone ma in realtà sei un debole!- Luhan per poco non pianse.
-Hai parlato al passato. Hai detto "ti amavo"- Sehun inarcò un sopracciglio.
-È la verità. Ti amavo e anche tanto, ma le cose cambiano. Mi hai spezzato il cuore Sehun, tu non immagini cosa io abbia provato non sapendo dov'eri. Ho superato tutto grazie ai miei amici ed ho ripreso a vivere, senza di te. E posso farlo ancora- Luhan si alzò lasciando dei soldi sul tavolo.
-Dove vai?- Domandò Sehun.
-A ritirare il mio premio. Non seguirmi-
Il cervo si apprestò ad uscire dalla caffetteria, ma Sehun non lo ascoltò e gli andò dietro.

⋆⋆⋆

Luhan camminava velocemente senza voltarsi a guardare indietro. Era triste e furioso, rivedere Sehun era stata più dura del previsto. No, non doveva piangere. Non doveva, ma le lacrime uscivano da sole. Tutti quei brutti ricordi gli erano tornati in mente per dargli il tormento.
-Luhan!- Sehun continuava a chiamarlo, ma lui non voleva saperne di girarsi.
-Ti avevo detto di non seguirmi!- Adesso Sehun si era davvero stancato. Aveva commesso un errore e se ne rendeva conto, ma sbagliare è umano.
Desiderava stringerlo tra le braccia, dirgli che adesso era tutto finito, che nulla contava se non lui, desiderava assaporare nuovamente le sue labbra a cuore, invece fece l'esatto contrario. Lo strattonò da un braccio trascinandolo con sé.
-Ehi! Lasciami immediatamente o chiamo la polizia!- Urlò Luhan.
-Dopo chiamerai chi ti pare ma adesso vieni con me-
-No! Devo tornare in sala conferenze e ritirare il mio premio!-
-Appunto è il tuo di premio nessuno te lo ruberà. Lo ritirerai domani-
-Ti ho detto di lasciarmi, non voglio venire con te!- Sehun si fermò di colpo e lo guardò di traverso. Luhan raggelò sul posto, aveva dimenticato quanto convincente fosse il suo sguardo glaciale.
Il biondo estrasse delle chiavi, si erano proprio fermati davanti alla sua macchina. Con un movimento rapido aprì la portiera e ci buttò Luhan dentro.
-Adesso sono incazzato sul serio- disse mettendosi al volante.
-Verrai con me che tu lo voglia o no. Alloggerai a casa mia per tutta la tua permanenza qui- Luhan sgranò gli occhi, mentre il biondo metteva in moto.
- heee? Stai scherzando vero? E tua madre?-
-Mia madre non c'è, ma appena tornerà le dirò come stanno le cose-
-Un momento, io ho tutta la mia roba in albergo...-
-Nessun problema. Dimmi il nome dell'Hotel e passiamo a prenderla-
Sehun era impazzito.
Questa fu l'unica spiegazione logica che Luhan riuscì a darsi.

⋆⋆⋆
















Yuki~❄️
.
.
.
.
.
.

тι ѕ¢яινσ υиα ѕтσяια...   || ℋυиℋαи|| Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora