9. Corro Per Te. Tu Corri Per Me.

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LOUIS

20 Novembre, 05.03
520 Park Avenue. Manhattan.


Nel momento in cui uscì in punta di piedi dal mondo dei sogni, pensò che quella appena vissuta era la notte più bella della sua vita.

Si mosse sotto il lenzuolo, schiudendo gli occhi per sbirciare New York oltre la vetrata panoramica della camera da letto. Il cielo era un turbinio di nuvole tempestose, nere blu e viola, spezzate dalla luce delle saette.

Si girò sul fianco destro e sorrise quando i suoi occhi incontrarono il volto di Harry. Dormiva ancora, steso a pancia in giù, i lineamenti erano distesi e le labbra gonfie appena schiuse. Gli sfiorò il ciuffo di capelli che gli ricadeva sul viso, celandoglielo in parte.

«Mi piacciono le cose che ho imparato di te, Styles» mormorò con un filo di voce.

Harry non faceva l'amore in silenzio, e aveva pronunciato il suo nome come una preghiera, tra le pieghe dei sospiri soffocati uno nella bocca dell'altro.

«Louis...»

«Louis...»

«Louis...»

Aveva permesso a Harry di dirigere l'orchestra dei loro sguardi, dei loro respiri, dei loro movimenti, con quel suo ritmo snervante di sentire e di amare, smarrendolo in un oblio di sensi enfatizzati dalla sua bellezza, nella profondità della sua anima e del suo silenzio.


Pelle contro pelle.

Brividi incastrati tra i loro corpi tesi.

Si spostò sul materasso, avvicinandosi a Harry fino a posare la fronte contro la sua.

Non avevano fatto l'amore la notte prima, dopo Madison Square Garden. Louis lo aveva riaccompagnato a casa e gli aveva promesso di andarlo a prendere la sera successiva per portarlo a cena fuori in uno dei ristoranti di sushi che preferiva, nell'East Village.

«Non temi che possano vederci insieme?»

«Chi, Harry?»

«I fotografi. I giornalisti. La gente.»

«A te importa della gente?»

«Credo di no.»

«Nemmeno a me. Alla stampa e i suoi sciacalli lascia che ci pensi io. Passo a prenderti qui a casa tua alle otto, domani sera. Non farmi aspettare.»

Per chiunque era impossibile prenotare uno dei soli trentadue posti al bancone che circondava la cucina a vista di Momofuku Ko. Persino il New York Times ci aveva scherzato sopra, definendo l'impresa difficile quasi quanto 'varcare i cancelli del paradiso'.

Ma per Louis L'Incontentabile Tomlinson c'era sempre posto.

E lì, immersi nella penombra, nessuno li aveva disturbati.

«Quanto tempo pensi che impiegherei per contarti le ciglia, Styles?»

Harry sollevò il viso dal piatto che aveva davanti, uno dei capolavori culinari dello chef Chang. Silenzio. Si limitò a guardarlo con un'espressione che era un misto tra il divertimento e la confusione.

«Ho capito, non mi risponderai mai.»

Lo osservò bere con calma un sorso di champagne. «Chiedimi qualcos'altro.»

«Che cosa hai pensato quando ti ho costretto a voltarti su quel pontile, a Bar Harbor? La prima sera in cui ti ho rincorso?»

Silenzio.
«Obbligo o verità? Scegli.»

My Forgotten Heart ( Larry / Ziam)Where stories live. Discover now